A chi verrà impiantato il chip di Musk nel cervello? Al via la sperimentazione

Un dispositivo cerebrale capace di rivoluzionare la vita a paraplegici e malati neurologici: ecco Telepathy, il chip di Neuralink della start up di Elon Musk

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Primo importante passo in avanti nella sperimentazione del chip di Neuralink, la start up dell’imprenditore Elon Musk che punta a rivoluzionare la sanità col suo dispositivo impiantato nel cervello umano. Dopo aver condotto le analisi sugli animali, infatti, l’azienda del magnate di Tesla e X ha proseguito il proprio lavoro arrivando domenica 28 gennaio a impiantare il chip “Telepathy” su un 40enne che, stando a quanto riferito dallo stesso Musk sui social, sta bene e ha fornito importanti risultati nella sperimentazione.

Primo chip Neuralink nel cervello umano

Un piccolo, ma grande, passo di Neuralink verso il suo obiettivo finale, ovvero quello di produrre e impiantare in tutta tranquillità i propri chip nel cervello umano per ridare “mobilità” ai pazienti paralizzati. Dopo aver portato avanti la propria sperimentazione in animali sempre più vicini all’uomo, la start up di Elon Musk domenica scorsa ha raggiunto il primo traguardo, ovvero l’operazione alla quale è stato sottoposto un uomo.

Il chip, chiamato “Telepathy”, è stato perfettamente impiantato nel cervello e l’operazione è stata definita un successo da Musk che su ha sottolineato che il paziente “si sta riprendendo bene“ e che “i risultati iniziali mostrano un promettente rilevamento dei picchi di neuroni”.

Ma Neuralink, va specificato, non è di certo la prima azienda che l’obiettivo di creare dei chip cerebrali. Infatti nel settembre 2023 l’olandese Onward ha annunciato di aver testato l’accoppiamento di un impianto cerebrale con un altro che stimola il midollo spinale, nel 2019 invece era stato l’istituto Clinatec di Grenoble che aveva presentato un impianto che una volta applicato consentirebbe a una persona tetraplegica di animare un esoscheletro e di muovere le braccia o spostarsi.

A chi verra impiantato il chip

Ma in cosa consiste il chip di Neuralink? A differenza di quelli citati di Onward e Grenoble, quello della start up di Musk promette di controllare telefono o computer semplicemente “con la forza del pensiero”. In poche parole il dispositivo promette di rivoluzionare il cervello umano tramite chip in grado di aiutare chi ha problemi neurologici e lesioni traumatiche leggendo le onde celebrarli. Si tratta di una “interfaccia cervello-computer” per captare l’attività elettrica dei neuroni e convertire i segnali in comandi per controllare un dispositivo esterno.

Il device, che potrà essere impiantato solo ai pazienti paraplegici con problemi neurologici e lesioni, è composto da quattro componenti che decodificano i comandi del cervello da inviare al personal computer o allo smartphone da controllare. Il dispositivo è completamente invisibile all’esterno e il paziente, una volta a regime, potrà spostare il mouse e digitare sulla tastiera senza muovere l’arto.

Si tratta di un chip che, secondo le stime, costa 10.000 dollari e al paziente, tra impianto e altre varie spese, ne vengono chiesti almeno quattro volte di più da Neuralink.

Caccia ai volontari per la sperimentazione

Sull’intero progetto scientifico sono ancora in corso verifiche da parte della Food and Drug Administration che a maggio ha comunque dato il via libera alla sperimentazione. Dopo aver ottenuto esiti positivi sui macachi, che erano riusciti a giocare al videogioco “Pong” senza controller o tastiera, il progetto si è spostato sull’uomo.

Da mesi Neuralink è alla ricerca di volontari per la sperimentazione umana, con requisiti chiari. Il paziente deve essere statunitense, maggiorenne, in grado di manifestare la sua adesione al test e deve essere affetto da una o più malattie come tetraplegia, paraplegia, perdita della vista o di udito, incapacità di parlare e/o amputazione di un arto.