I migliori ospedali italiani sono il Careggi, l’Humanitas e l’Aou delle Marche

Una Sanità in miglioramento, ma con progressi a macchia di leopardo: è questa la fotografia del rapporto Pne dell'Agenas sullo stato degli ospedali italiani, sia pubblici che privati

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 29 Ottobre 2024 13:25

I migliori ospedali italiani sono il Careggi di Firenze, l’Humanitas di Rozzano e l’azienda ospedaliera universitaria delle Marche. Le tre strutture si sono contraddistinte per le migliori performance nella cure dei pazienti. È quanto risulta dall’ultimo rapporto dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) che ha passato in rassegna le attività di 1.363 strutture sanitarie pubbliche e private.

Lo stato della Sanità in Italia

Nel 2023 sono aumentati i ricoveri negli ospedali italiani: quasi 8 milioni, fra i ricoveri urgenti e quelli programmati, ovvero 312.000 in più rispetto al 2022. Dal rapporto si evince che in molti ospedali convivono reparti d’eccellenza e reparti in cui le prestazioni non raggiungono gli standard. In generale, la qualità dell’assistenza ospedaliera è andata migliorando per le malattie cardiovascolari e per gli interventi oncologici, anche se in molte strutture il numero degli interventi per tumore risulta inferiore alla soglia minima di sicurezza.

Dal Pne (Programma nazionale esiti) 2024, che si basa sui dati del 2023, “emerge subito una Sanità in recupero rispetto ai volumi pre-pandemici, sia per i ricoveri urgenti sia per quelli programmati e diurni. Riguardo agli esiti, il Pne rileva un chiaro miglioramento degli indicatori per le patologie tempo dipendenti. Non solo. Per alcune aree, penso all’accesso all’angioplastica, oltre a evidenziare una migliore performance si segnala anche una maggiore omogeneità tra regioni. Questo non può che farmi piacere”. Questo il commento del ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo intervento al Cnel a Roma alla presentazione del rapporto. E ancora: “Per quanto riguarda la chirurgia oncologica – ha proseguito il ministro – il Pne rileva un aumento del volume di interventi per tutte le sedi, una concentrazione della casistica in strutture ad alto volume molto buona per il tumore della mammella e buona per il tumore del polmone. E infine, anche il treemap mostra nel 2023 un aumento di strutture con qualità alta o molto alta per almeno il 50% dell’attività svolta”.

Il metodo

Il Programma nazionale esiti, un osservatorio sull’assistenza ospedaliera in Italia, prende in considerazione 205 indicatori riferiti a 8 diverse aree cliniche. Ma tali aree, in fase di valutazione, non vengono applicate a tutti gli ospedali: circa un terzo delle strutture nel 2023 è stato valutato solo per una o due aree cliniche.

Il top

Per il terzo anno di seguito, l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano ha riportato una valutazione di qualità alta o molto alta in 7 aree cliniche. Tra le strutture pubbliche, le migliori sono risultate l’Azienda Ospedaliero-Universitaria delle Marche (7 aree cliniche) e l’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi di Firenze (8 aree cliniche).

Area cardiovascolare

Nel 2023 il 59% delle strutture che trattano malattie cardiovascolari ha raggiunto livelli di qualità alti o molto alti. Nel nel 2022 la percentuale si era fermata al 51%.

Infarto

Secondo il rapporto Pne di Agenas, è aumentata la tempestività di accesso relativamente all’intervento di angioplastica coronarica nei pazienti infartuati. Per quanto riguarda gli interventi entro i 90 minuti, gli ospedali che hanno superato gli standard di qualità sono passati dal 57% del 2022 al 60% del 2023.

Le migliori strutture sono risultate essere:

  • Presidio ospedaliero Barone Barone Romeo di Patti (Me),
  • Ospedale di Treviso,
  • Ospedale del Cuore G. Pasquinucci (Ms).

Altri 35 ospedali hanno dimostrato valori uguali o superiori alla soglia del 60% nel 2023 entro i 90 minuti da un infarto.

Le strutture del Nord:

  • Ospedale Maria Vittoria (To),
  • Ospedale Santa Croce (To),
  • Ospedale degli Infermi (Bi),
  • Ospedale Sondrio,
  • Ospedale Bolognini (Bg),
  • Po di Chiari (Bs),
  • Fondazione Poliambulanza (Bs),
  • Ospedale C. Poma (Mn),
  • Ospedale centrale di Bolzano,
  • S. Chiara (Tn),
  • Ospedale Sant’Andrea (Sp),
  • Ospedale Maggiore C.A. Pizzardi (Bo),
  • Ospedale Santa Maria delle Croci (Ra),
  • Ospedale Morgagni-Pierantoni (Fc),
  • Ospedale Infermi (Rn),
  • Nuovo ospedale Civile S. Agostino – Este (Mo),
  • Azienda ospedaliero-universitaria (Fe).

Al Centro Sud:

  • Ospedale del Cuore G. Pasquinucci (Ms),
  • Ospedale San Giovanni Battista Foligno (Pg),
  • Stabilimento di Pesaro,
  • Stabilimento di Macerata,
  • Presidio Ospedaliero Nord (Lt),
  • Ospedale F. Spaziani (Fr),
  • Policlinico Casilino (Rm),
  • Aou Policlinico Tor Vergata (Rm),
  • Po Maria SS. Addolorata (Sa),
  • Casa di Cura Villa Verde Srl (Ta),
  • Casa di Cura Città di Lecce,
  • Aou Mater Domini (Cz),
  • Po S. Giovanni di Dio (Ag),
  • Po Giovanni Paolo II (Ag),
  • Po Barone-Romeo Patti (Me),
  • Po S. Antonio Abate (Tp),
  • ospedale Civico di Palermo,
  • Policlinico Monserrato (Ca).

Le strutture che invece non hanno raggiunto gli standard sono 14. I risultati peggiori sono stati registrati in questi ospedali:

  • Ospedale Giaccone di Palermo,
  • Ospedale San Giuliano di Napoli,
  • Monaldi di Napoli,
  • SS. Annunziata di Sassari,
  • Ospedale San Paolo di Savona,
  • Po Riuniti di Reggio Calabria.

Bypass aorto-coronarico

Sono queste le migliori strutture relativamente ai ricoveri per bypass aorto-coronarico isolato, cioè non associato ad altri interventi cardiochirurgici:

  • Policlinico Universitario A. Gemelli (Rm),
  • A.O. OO.RR. S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona (Sa),
  • Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche (An),
  • Villa Maria Cecilia Hospital (Ra),
  • P.O. Clinicizz. SS. Annunziata (Ch),
  • Ospedale del Cuore G. Pasquinucci (Mc),
  • A.O.U. Mater Domini (Cz),
  • Az. Ospedaliero – Universitaria Careggi (Fi),
  • Ospedale di Treviso,
  • Azienda Ospedaliera Sant’Andrea (Rm),
  • Policl. Univ. Campus Bio Medico (Rm),
  • Casa di Cura Montevergine (Av),
  • Ospedale di Mestre (Ve),
  • Hesperia Hospital Modena Srl (Mo),
  • Presidio Osp. Cattinara e Maggiore (Ts),
  • Azienda Ospedaliero-Universitaria (Pa),
  • Ospedale Civile di Legnano (Mi),
  • Presidio Ospedaliero Gaspare Rodolico (Ct).

I tumori

Nel 2023 ci sono stati 66.532 ricoveri per intervento su tumore maligno della mammella, 2.500 in più rispetto al 2022. Le strutture che hanno registrato un volume di attività uguale o superiore a 150 interventi all’anno anno state 168, pari all’85% dei casi. Si tratta di un lieve miglioramento rispetto al 2022 (84%). Ma 201 strutture non riescono a superare i 50 interventi all’anno.

A operare di più il tumore alla mammella sono:

  • Ieo di Milano,
  • Ospedale Gemelli di Roma,
  • Ospedale Careggi a Firenze,
  • Humanitas di Rozzano,
  • Ospedale di Catania.

Per quanto riguarda il tumore maligno al colon, 183 strutture in Italia presentano volumi di attività uguali o superiori a 50 interventi l’anno, per un valore corrispondente di casistica pari al 66%. E il 28% dei casi è trattato in strutture con volumi bassi o molto bassi.

A operare di più il tumore al colon sono:

  • Ospedale Gemelli di Roma,
  • Ospedale di Pisa (311),
  • Ospedale Sant’Orsola di Bologna.

Questi i dati sul tumore maligno della prostata: 143 strutture in Italia hanno avuto volumi di attività uguali o superiori a 50 interventi annui, si tratta dell’80% della casistica. Ma il 16% della casistica è trattato in strutture con volumi bassi o molto bassi.

Per il tumore maligno del polmone, 50 strutture (il 74% del totale) hanno effettuato almeno 96 interventi annui. Il 20% della casistica è trattato in strutture con volumi bassi o molto bassi. A operare di più per tumore al polmone sono:

  • Careggi di Firenze,
  • Ieo di Milano,
  • San Raffaele di Milano.

Il tumore maligno del pancreas ha fatto registrare 3.053 interventi nel 2023. Il 42% dei casi è stato trattato in strutture con volumi bassi o molto bassi di attività. Solo 10 strutture in Italia hanno presentato volumi di attività uguali o superiori a 50 interventi l’anno:

  • AOU Verona Borgo Roma,
  • IRCCS S. Raffaele (Mi),
  • Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana,
  • IRCCS Humanitas (Mi),
  • Casa di Cura Pederzoli (Vr),
  • Policlinico Universitario Gemelli (Rm),
  • IRCCS Policlinico S. Orsola (Bo),
  • Azienda Ospedale Università Padova,
  • Ospedale Ca’ Granda-Niguarda (Mi).

Frattura del collo del femore

È salita nel 2023 la proporzione di pazienti over 65 operati entro 48 ore per la frattura del femore. Il 59% delle strutture ospedaliere ha raggiunto gli standard, contro il 53% nel 2022. La maggior parte delle strutture in sofferenza su questo fronte si concentra in Calabria, Liguria, Basilicata, Umbria, Molise e Sardegna.

Queste, invece, le migliori strutture:

  • PO Umberto I (Sr),
  • Ospedale Monopoli (Ba),
  • Ospedale Sandro Pertini (Rm),
  • PO S. Giovanni di Dio (Ag),
  • Humanitas Gavazzeni (Bg).

Buoni piazzamenti anche per questi ospedali:

  • Policlinico San Donato (Mi),
  • Ospedale di Portogruaro (Ve),
  • Ospedale di San Donà di Piave (Ve),
  • Ospedale di Feltre (Bl),
  • Ospedale Versilia (Lu),
  • Ospedale Sandro Pertini (Rm),
  • Ospedale San Paolo di Civitavecchia (Rm),
  • AO San Camillo-Forlanini (Rm),
  • Stabilimento di Jesi (An),
  • IRCCS Ospedale di Venere (Ba),
  • Ospedale di Monopoli (Ba),
  • Ospedale Guzzardi (Rg),
  • PO S. Giovanni di Dio (Ag),
  • PO Trigona (Sr).

Miglioramenti, rispetto al 2022, si sono registrati per 10 strutture ad alto volume, che nel triennio precedente non avevano raggiunto la soglia del 60% e nel 2023 hanno raggiunto o superato il 75%:

  • Stabilimento Ospedaliero Castelli (Vb),
  • Ospedale degli Infermi (Bi),
  • Casa di Cura Mater Domini (Va),
  • Ospedale Maggiore C.A. Pizzardi (Bo),
  • Ospedale L. Parodi Delfino Colleferro (Rm),
  • Presidio San Filippo Neri (Rm),
  • Policlinico Umberto I (Rm),
  • Casa di Cura Pineta Grande (Ce),
  • S. Leonardo (Na),
  • Ospedale Paola (Cs).

Calano i parti

Sono stati 381.766 i nuovi nati nel 2023, 11.700 in meno rispetto al 2022. In Italia un punto nascita su tre è sotto la soglia limite di 500 parti l’anno. E calano i parti con taglio cesareo primario: 22,7% nel 2023 rispetto al 23,1% nel 2022. I tagli cesarei vanno diminuendo negli ospedali pubblici e vanno aumentando in quelli privati.

Colecistectomia laparoscopica

Nel 2023 sono aumentati i ricoveri per colecistectomia laparoscopica, l’intervento mini invasivo di rimozione della cistifellea o colecisti. I dati parlano di 101.700 interventi, 9.000 in più rispetto al 2022. Aumentata anche la percentuale di ricoveri con degenza post-operatoria inferiore ai 3 giorni: 88% nel 2023 rispetto all’86% nel 2022. È inoltre andata riducendosi la variabilità tra ospedali sul territorio nazionale, segno di un miglioramento generale dei livelli di assistenza. Sono aumentati nel 2023 anche i ricoveri in day-surgery: nel 2023 sono stati 5.000 in più rispetto al 2022.