Influenza australiana in Italia, primi casi e allerta per una stagione impegnativa

L'influenza australiana H3N2 arriva in Italia. Esperti prevedono 15 milioni di casi, simili alla scorsa stagione, con sintomi intensi e contagio rapido

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 27 Ottobre 2024 09:48

È sbarcata anche in Italia l’influenza australiana, con i primi casi registrati in Lombardia e Piemonte. Le segnalazioni non si fermano qui: a Roma e nel Lazio si stanno analizzando nuovi episodi di sindromi influenzali, con il sospetto che possano essere ricondotti al virus H3N2, il ceppo che ha messo in ginocchio l’Australia nella stagione passata.

Influenza australiana, una variante che sfugge alle difese immunitarie

Definita una variante “immunoevasiva”, l’influenza australiana si prepara a far sentire i suoi effetti anche sul nostro territorio. L’allarme viene lanciato da Fabrizio Pregliasco, direttore della Scuola di specializzazione di Igiene e medicina preventiva dell’Università Statale di Milano, che dipinge un quadro tutt’altro che rassicurante: “Se la scorsa stagione abbiamo contato in Italia 14,5 milioni di casi di sindromi simil-influenzali, comprensivi cioè di influenza vera e propria, Covid, virus respiratorio sinciziale (Rsv) e altri virus ‘cugini’, quest’anno ci attendiamo gli stessi valori o un po’ di più”. Il rischio è che la diffusione del virus australiano porti a un ulteriore incremento.

I sintomi: come capire se è influenza

Distinguere l’influenza dagli altri virus che ci bombardano ogni anno è un’impresa. L’influenza vera e propria si presenta con febbre oltre i 38 gradi accompagnata da tosse, naso che cola o occhi arrossati. E se non bastasse, si aggiungono dolori muscolari, articolari e una stanchezza che ti inchioda al letto. Per i bambini, il “pacchetto completo” può includere anche disturbi gastrointestinali come vomito e diarrea. La confusione con il Covid è dietro l’angolo, ma con quest’ultimo i sintomi possono variare tantissimo, da una lieve irritazione al non sentire nulla.

Il virus si trasmette per via aerea e chi è infetto è contagioso già dal giorno prima di sentirsi male. Gli adulti spargono il virus nei primi 3-5 giorni, mentre i bambini possono farlo per una settimana o più. La cura è come sempre: a casa, a letto, con tanta acqua e farmaci per abbassare la febbre. Gli antibiotici sono fuori discussione: contro i virus non funzionano, e qui si rischia solo di fare danni.

L’urgenza della prevenzione

Il direttore scientifico della Simit, Massimo Andreoni, punta il dito sulla gravità della situazione australiana, dove l’influenza ha provocato numerosi ricoveri e ha colpito oltre 15 milioni di persone. Secondo Andreoni, è essenziale giocare d’anticipo: “Dobbiamo in qualche modo allertarci, tenere alta la guardia perché in Australia questa influenza è stata particolarmente severa, con numerose ospedalizzazioni e più di 15 milioni di persone che hanno contratto il virus”. Il rischio è concreto e il tempo è poco, dato che il picco è atteso tra fine novembre e dicembre.

Per Andreoni, il problema non è solo l’influenza. L’esperto chiarisce che, da gennaio, il Covid ha causato oltre 2.700 decessi e che la sua diffusione non ha carattere stagionale. La soluzione è quella di vaccinarsi contro entrambe le malattie, anche in modo simultaneo, un’operazione che i medici di base dovrebbero consigliare senza esitazioni.

Campagna vaccinale: tra successi e ostacoli

La campagna anti-influenzale sembra aver preso una buona piega, ma le difficoltà non mancano sul fronte Covid. Pier Luigi Bartoletti, segretario della Federazione italiana dei medici di famiglia di Roma e provincia, conferma, scrive il Sole24Ore, una maggiore adesione alla vaccinazione contro l’influenza rispetto a quella per il Covid. Tra agosto e settembre ci sono stati numerosi casi, il che impedisce al momento a molti di procedere con il vaccino anti-Covid, spiega Bartoletti, che segnala anche la presenza continua di malattie respiratorie.

Il vaccino antinfluenzale è gratuito per le categorie a rischio, come gli over 60, le donne in gravidanza, le persone con patologie croniche e chi lavora nel settore sanitario e socio-sanitario. Per chi non rientra nelle categorie a rischio, i costi possono variare, ma solitamente oscillano tra i 10 e i 20 euro nelle farmacie, e talvolta i medici di base offrono il servizio a un prezzo simile o leggermente superiore, includendo la somministrazione.