L’attuale fase pandemica da Covid-19 è sostanzialmente nuova e il coronavirus, nonostante continui a circolare e infettare le persone, sta andando verso una fasi di endemizzazione. Tuttavia – se la mortalità è diminuita grazie all’immunizzazione da vaccini ed alla mutazione del virus – emergono nuove varianti che si dimostrano sempre più insidiose.
Le ultime in ordine di tempo sono Cerberus e Gryphon, molto più abili nello scartare gli ostacoli determinati dall’immunità garantita dai vaccini, e insinuarsi nel nostro organismo, prendendo a bersaglio numero uno i polmoni.
Cerberus e Gryphon: le nuove varianti
Cerberus e Gryphon sono derivazioni di Omicron 5, che negli ultimi mesi ha contagiato milioni di persone in tutto il mondo. Sono più temibili perché più in grado di eludere l’immunità offerta dai vaccini. E più insidiose perché si confondono facilmente con il raffreddore e l’influenza stagionale.
Cerberus e Gryphon: l’insidia
Le nuove sottovarianti, sostiene l’Iss, vanno monitorate “con grande attenzione” perché “a maggiore trasmissibilità e/o con mutazioni correlate a una potenziale evasione della risposta immunitaria“. L’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) rileva a sua volta che sono in crescita a livello mondiale e Gryphon, “la più immunoevasiva mai vista”, salita dall’1,5% al 2,0% dal 24 al 30 ottobre.
“Purtroppo le varianti più recenti si stanno dimostrando ’immune escape’: una capacità collegata anche alla maggior trasmissibilità – dice in proposito a La Repubblica Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano –. Questo significa che attaccano più facilmente. Per cui anche una febbre non elevata, sotto i 38 gradi, deve indurre alla cautela. Meglio, in questo caso, sottoporsi a tampone, perchè è molto probabile che si tratti di Covid. Che va diagnosticato sempre”. E si è iniziato ad avere anche qualche dato, preoccupante, sul come nei confronti di Cerberus siano inefficaci i monoclonali usati fino ad oggi. la buo a notizia è che non è stata rilevata una maggiore resistenza agli antivirali.
Cerberus e Gryphon: sintomi cui prestare attenzione
Occorre dunque prestare attenzione a queste sottovarianti che eludono le difese immunitarie e i cui sintomi sono molto simili a quelli influenzali. “Stiamo cominciando a conoscere meglio Cerberus – ha spiegato Pregliasco -. È confermato che tende a manifestarsi soprattutto nelle alte vie respiratorie, causando sintomi simili a quelli dell’influenza, come raffreddore, tosse stizzosa e mal di gola. Fermo restando che è da capire quanto ciò sia ‘demerito’ di un virus meno patogeno e quanto merito dell’immunità che si è creata nella popolazione”.
Ottimismo
All’interno di questo quadro non manca l’ottimismo, che va comunque sempre Accompagnato da una sana dose di prudenza. Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di ricerca Epidemiologia molecolare dell’Università campus Bio-medico di Roma, afferma: “Sono ottimista perché Covid si sta adattando sempre più a noi, come vediamo dallo sciame di sottovarianti di Omicron. Anche Cerberus, come abbiamo evidenziato in uno studio, è meno contagiosa di Omicron 5, che è considerata la più contagiosa della storia”. Però, aggiunge, “non possiamo prevedere se arriverà una variante che ci spiazzerà e diventerà peggiore di Omicron: ecco perché dobbiamo essere pronti”.