Stipendi: come cambiano le retribuzioni da Nord a Sud del Paese

Un confronto sulle retribuzioni medie svela differenze macroscopiche tra regioni e province dello Stivale

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

Pubblicato: 28 Gennaio 2019 10:26Aggiornato: 13 Maggio 2024 16:25

Paese che vai, stipendio che trovi: pur strano che sia, in Italia le retribuzioni medie di dirigenti, impiegati e operai variano anche in base al luogo di residenza del lavoratore.

Di seguito parleremo delle cifre delle retribuzioni per i cittadini italiani, facendo un confronto tra i dati che pubblicammo nel 2019 e quelli relativi ad inizio 2024, oggetto di un nostro apposito articolo.

Davvero spostare la propria residenza può essere la svolta della propria vita, non soltanto dal lato professionale ma anche sul piano economico-retributivo? Vediamo qualche numero a riguardo.

Stipendi medi 2018: il rapporto OD&M Consulting

Alcuni anni prima del terremoto pandemia, com’era la situazione a livello retributivo, nello Stivale? Ebbene, come indicammo nel gennaio 2019, a spiccare erano le cifre del rapporto di OD&M Consulting, società di consulenza che aveva indagato sulle retribuzioni medie delle principali categorie professionali – relative al primo semestre 2018.

Ebbene, l’indagine era apparsa particolarmente interessante perché aveva svelato un netto divario tra gli stipendi percepiti a seconda che ci si trovasse a Nord, al Centro o al Sud del Paese – con differenze in alcuni casi davvero macroscopiche.

Dall’indagine summenzionata, ne era emerso che un dirigente milanese all’epoca guadagnava il 37% in più (+1600 euro annui della media nazionale) rispetto a un collega di Brindisi. Al contempo, anche tra impiegati e operai la forbice restava ampia.

Le regioni del Sud hanno stipendi inferiori per tutte le categorie professionali. Risaltava, tra gli altri, il seguente dato: un impiegato milanese guadagnava 8.700 euro in più all’anno in più, rispetto ad uno di Benevento.

Nel rapporto di OD&M Consulting, era altresì emerso che gli operai più “ricchi” erano all’epoca quelli laziali e di Reggio-Emilia, mentre a livello macro-regionale, la Campania emergeva come la regione del Mezzogiorno con gli stipendi più alti. Ma le sorprese non finivano qui.

Stipendi: le regioni dove si guadagna di più

Il 26° Rapporto sulle retribuzioni di OD&M Consulting confermava che Lombardia, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige erano le regioni con le retribuzioni più alte. Andando ad esaminare i dati più da vicino, si scopriva in particolare che la  Lombardia era anche la regione con gli stipendi migliori per tutte le categorie professionali – rispetto alla media nazionale.

In particolare, secondo i dati di qualche anno fa gli impiegati, con contratto di lavoro subordinato, percepivano una retribuzione decisamente superiore rispetto ai colleghi distribuiti nelle altre regioni della Penisola. I dirigenti di Milano potevano infatti contare su una retribuzione media di 140 mila e 719 euro, seguiti da Bolzano dove i quadri arrivano ad una retribuzione annua media di 140 mila e 386 euro.

Nel Nord-Est, invece, era l’Emilia-Romagna l'”isola felice” per quadri, impiegati e operai, ma anche in Trentino sorridevano tutti tranne gli impiegati, che guadagnavano leggermente meno rispetto alla media macro-regionale.

Nel Centro era il Lazio a vantare le retribuzioni migliori rispetto alle altre regioni del Centro-Italia, con stipendi per dirigenti e operai in alcuni casi superiori anche alla media nazionale. Gli operai toscani, invece, erano quelli pagati meglio.

Stipendi: al Sud le paghe inferiori

Tutte le regioni del Mezzogiorno soffrivano per una differenza retributiva inferiore, per tutte le professioni esaminate. A passarsela meglio erano i lavoratori campani, con stipendi mediamente superiori ai colleghi meridionali, ma le retribuzioni più alte erano quelle dei manager e degli impiegati abruzzesi. Particolarmente “penalizzati” gli stipendi in Puglia, Sardegna e Calabria.

La Provincia con la retribuzione media più bassa era Brindisi (€ 102.625), che si distacca fortemente dalle altre province italiane: qui i dirigenti percepivano il 21,3% in meno rispetto alla media nazionale (circa 27 mila 700 euro). Seguivano Caserta, (113.989 euro), Bari (119.053 euro) e Salerno (119.831 euro).

Stipendi medi: i dati più aggiornati nel rapporto OD&M Consulting del 2024

Venendo alla situazione odierna, probabilmente non stupirà i più il dato della conferma del divario tra i salari nel lavoro settentrionale e meridionale del paese, con ulteriori differenze fondate sulle dimensioni dell’azienda e l’area di impiego. Lo stipendio cambia in modo sensibile, tra chi presta servizio in aziende di piccole, medie o grandi dimensioni, così come tra i lavoratori impiegati nei settori dei servizi o della finanza.

Si tratta di quanto emerge nel rapporto del 2024 sulle retribuzioni, redatto ancora una volta da OD&M Consulting. In particolare, un quadro impiegato nel Sud potrebbe incassare fino all’11,5% in meno rispetto alla media nel paese. Il rapporto in oggetto ha analizzato le retribuzioni nei primi nove mesi del 2023, sfruttando i dati provenienti da 900 aziende e attinenti a quasi 8 milioni di dipendenti del settore privato.

Vediamo qualche numero in grado di chiarire rapidamente la situazione. Nel corso del 2023, la retribuzione media annua lorda degli dirigenti aziendali è giunta a quota 120.000 euro, mentre i quadri hanno incassato più di 60mila euro, gli impiegati 35.000 euro e gli operai 28.000 euro.

Come già rilevammo su queste pagine alcuni mesi fa, basandosi su queste cifre medie, spiccano disparità territoriali. Per es. i dirigenti al Nord-Ovest hanno goduto di un incremento del 5%, mentre al Nord-Est e al Centro si sono registrate leggere diminuzioni rispettivamente del -3% e -4% rispetto alla media. Nel meridione, invece, si è avuta una significativa riduzione pari al 9%. Ciò si traduce in una differenza superiore ai 10mila euro all’anno per la stessa posizione aziendale.

Pertanto, resta confermato il trend per cui chi lavora nel Nord Italia è destinato ad incassare di più rispetto a chi risiede nel Mezzogiorno. Si conferma la bontà della scelta di chi, magari debitamente formato dopo un periodo di studi all’università, sceglie di partire e trasferirsi in una città del settentrione, cambiando residenza (scopri qui la differenza con il domicilio) per ambizioni non soltanto professionali ma anche economiche.

Concludendo, rinviamo ad un nostro altro articolo per ulteriori dettagli sugli ultimi dati pubblicati dal rapporto OD&M Consulting.