Cosmetici cancerogeni sequestrati nel Trevigiano, 17.000 prodotti contenenti Lilial

Il Butylphenyl Methylpropional (conosciuto anche come Bmhca o Lilial) causa danni alla fertilità e alla salute del feto. Come tutelarsi

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Un maxi sequestro di cosmetici cancerogeni è stato effettuato dalla guardia di finanza nel Trevigiano: in 9 attività, sia all’ingrosso che al dettaglio, sono stati individuati 17.225 prodotti per il make up e per l’igiene. Tutti i prodotti al centro del sequestro erano accomunati dalla presenza di un ingrediente proibito, il Butylphenyl Methylpropional più conosciuto come Lilial.

Il sequestro del Trevigiano

Il valore commerciale dei 17.225 prodotti sequestrati dalla guardia di finanza ammonta a circa 52.000 euro. I comuni interessati sono TrevisoMogliano Veneto, Paese, Preganziol e Spresiano. La locale procura della Repubblica ha convalidato i sequestri probatori d’urgenza dei prodotti e ne ha ordinato la distruzione.

Cos’è il Butylphenyl Methylpropional

Il Butylphenyl Methylpropional (Bmhca) è una sostanza a lungo utilizzata in diversi cosmetici come shampoo, docciaschiuma, creme, profumi, deodoranti e schiume da barba per infondere un aroma di mughetto. Ma è stata utilizzata anche nei detersivi in polvere per il bucato.

Nel 2020 è stata classificata come sostanza tossica per la riproduzione: i test hanno evidenziato come possa danneggiare il sistema riproduttivo umano, recare problemi alla salute del feto e causare sensibilizzazione cutanea. Dal 2022 la Commissione europea ne ha vietato l’utilizzo in tutti i prodotti, ma alcune case produttrici continuano a utilizzarla.

Il Butylphenyl Methylpropional (o Lilial) non può più essere contenuto nei prodotti posti in vendita a partire dall‘1 marzo 2022. Un aggiornamento degli allegati del regolamento Ue 1223/2009 sui prodotti cosmetici ha concesso alle case produttrici di poter smaltire le scorte di magazzino di prodotti contenenti Butylphenyl Methylpropional fino a marzo 2023. Quella data, tuttavia, venne sforata in più casi come testimonia il maxi sequestro avvenuto nel settembre del 2023 che interessò, fra gli altri, anche noti e ben pubblicizzati marchi per la cura del corpo.

A inizio aprile 2024 un sequestro nel Cilento ha portato all’individuazione di 1.500 prodotti contenenti Bmhca, fra le altre sostanze dannose.

Per i riferimenti del caso, si rimanda al Regolamento Ue 2021/1902 della Commissione del 29 ottobre 2021 che modifica gli allegati II, III e V del regolamento (Ce) n. 1223/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio.

Cosa fare in caso si abbia un prodotto dannoso in casa

Oggi è raro imbattersi in un prodotto contenente il Butylphenyl Methylpropional, ma non impossibile come dimostra il maxi sequestro avvenuto in provincia di Treviso. In caso ci si accorga di avere acquistato un prodotto contenente Bmhca, bisogna fare una segnalazione alle autorità competenti. In caso ci si accorga di avere in casa un vecchio prodotto contenente la sostanza proibita, si eviti di vuotarne il contenuto nel lavandino dal momento che il Butylphenyl Methylpropional è dannoso anche per la salute degli animali acquatici. Piuttosto si getti l’intera confezione nell’indifferenziato, come suggerisce Altroconsumo.

In caso di dubbi (ad esempio se l’etichetta del prodotto è stata alterata o coperta) è possibile utilizzare il servizio Safety Gate messo a disposizione dalla Commissione europea. Basta inserire la chiave di ricerca Butylphenyl nel campo Free Text Search in alto a sinistra. Utilizzandolo si nota come ancora oggi importanti brand continuano a inserire il Butylphenyl Methylpropional all’interno dei loro prodotti.