Pronto soccorso, il Ministero della Salute attiva il “codice calore”: cos’è e come funziona

Il Ministero della Salute ha predisposto una circolare dettagliata rivolta agli assessori, con l'obiettivo di prevenire gli effetti negativi del caldo

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Con l’aumento delle temperature, il Ministero della Salute ha emesso una circolare focalizzata sulle ondate di calore e sulle strategie ottimali per affrontarle: tra queste misure figura l’istituzione del “codice calore”, che prevede percorsi assistenziali privilegiati nei pronto soccorso per le persone vulnerabili, oltre alla messa in funzione degli ambulatori territoriali tutti i giorni della settimana.

Le raccomandazioni della circolare

La circolare, firmata dal direttore generale della Prevenzione sanitaria Francesco Vaia, propone strategie specifiche per affrontare al meglio gli effetti del caldo sulla salute, particolarmente per i soggetti vulnerabili. Si raccomanda quindi di implementare azioni organizzative che potenzino la capacità ordinaria di risposta alle esigenze di assistenza sanitaria. Tra le misure consigliate, è fortemente raccomandata l’attivazione del “codice calore“, che prevede l’istituzione di un percorso assistenziale preferenziale differenziato nei pronto soccorso.

Inoltre, la circolare raccomanda di attivare gli ambulatori territoriali sette giorni su sette, con un orario esteso fino a dodici ore al giorno. È essenziale potenziare il servizio di guardia medica e riattivare le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (Uscar) per favorire l’assistenza domiciliare e prevenire l’accesso inappropriato al pronto soccorso. È altresì importante potenziare il piano di comunicazione, promuovendo la campagna predisposta dal ministero della Salute e dalle autorità regionali con la massima diffusione possibile.

In aggiunta, il ministero della Salute ha riattivato il numero di pubblica utilità 1500 per fornire indicazioni e informazioni ai cittadini. Ogni giorno, sul proprio sito web, vengono resi disponibili i bollettini sulle ondate di calore per 27 città italiane, accompagnati da raccomandazioni su come affrontare l’emergenza caldo.

Gli infortuni sul lavoro legati al calore

Il caldo rappresenta una minaccia significativa anche per i lavoratori, con un aumento del 17,4% del rischio complessivo di infortuni sul lavoro durante le ondate di calore. Secondo i dati del progetto di ricerca AdaptHeat, coordinato dalla Fundación 1º de Mayo con la collaborazione della Fondazione Di Vittorio e finanziato dall’Unione Europea, le ustioni, le ferite, le lacerazioni, le amputazioni e le malattie correlate alle temperature estreme sono alcune delle principali cause di questo aumento. Lo scopo del progetto è studiare le attuali politiche di salute e sicurezza relative ai colpi di calore, al fine di migliorarle e proteggere meglio i lavoratori.

Secondo i primi risultati presentati recentemente all’iniziativa “Caldo estremo, colpi di calore e tutela della salute e sicurezza sul lavoro: prospettive e strategie”, circa il 15% delle persone che lavorano normalmente in condizioni di stress termico soffrono di lesioni renali acute o malattie renali. Inoltre, ogni anno si registrano complessivamente circa 22,85 milioni di infortuni sul lavoro, con 18.970 decessi e una perdita di 2,09 milioni di anni di vita sana a causa dell’eccessiva esposizione al calore sul luogo di lavoro.

Per non incorrere in infortuni e tragedie sul lavoro, ci sono diverse regole che AdaptHeat consiglia; come interrompere o non iniziare il lavoro quando l’esposizione al calore è superiore al limite a predisporre piani di compensazione finanziaria per datori di lavoro e dipendenti in caso di calore “invalidante”. Le misure tecniche prevedono la progettazione di ambienti di lavoro e di riposo resilienti al clima, impianti di climatizzazione, ventilazione e adattamento degli spazi di lavoro.

Le misure organizzative partono dalla considerazione delle previsioni del tempo e vanno fino all’adattamento delle attività di lavoro programmate al diritto dei lavoratori a interrompere il lavoro senza ripercussioni e a misure di primo soccorso e piani di emergenza