PA, stipendi come nel privato e aumenti maggiori: i numeri

Firmato il rinnovo del contratto dirigenza pubblica che interessa 6.200 dirigenti pubblici: tutte le novità

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Redazione

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Dopo tre mesi di trattativa, l’Aran ( Agenzia per la rappresentanza Negoziale delle Pubbliche Amministrazioni) e i sindacati rappresentativi hanno siglato il contratto collettivo nazionale della dirigenza Funzioni centrali per il triennio 2019-21. Lo si apprende da una nota.

PA, stipendi come nel privato

Il contratto riguarda 6.200 dirigenti pubblici e professionisti (medici, avvocati, ecc degli enti pubblici non economici quali Inps, Inail, Aci). Sono previsti incrementi del 3,78%, a cui si possono aggiungere fino allo 0,22%, in base alla disponibilità dell’ente. Buone notizie dunque per il comparto pubblico.

Mediamente, infatti, un impiegato o un dirigente della pubblica amministrazione percepiscono stipendi in linea a quelli del settore privato. Non solo: negli ultimi mesi gli aumenti contrattuali sono stati più consistenti per i lavoratori della P.a. “Pur con la dovuta cautela nella comparazione”, da un raffronto pubblico-privato “non sembrano emergere particolari disallineamenti nelle medie retributive”, si legge nel rapporto semestrale dell’Aran sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici che fa il punto della situazione.

E più aumenti

Snocciolando i numeri, in particolare, emerge che nel 2021 la retribuzione complessiva media annua lorda degli impiegati della Pa (ministeri, agenzie fiscali, funzioni locali) è stata pari a 31.766 euro,  a fronte di una media nazionale per la stessa categoria nel privato pari a 30.836 euro dove, in particolare, si va da un massimo di 34.288 euro annui lordi (per gli impiegati del settore banche e servizi finanziari ) fino al minimo di 27.515 euro lordi all’anno percepito dai dipendenti del comparto turismo e viaggi.

I numeri

Per quanto riguarda le variazioni delle retribuzioni contrattuali dei non dirigenti, l’Aran segnala incrementi tendenziali nel privato, rispettivamente dell’1% a dicembre 2022, dell’1,2% a gennaio 2023, dell’1,3% a febbraio e dell’1,1% a marzo. Per il personale analogo che lavora nella pubblica amministrazione si registrano invece aumenti decisamente più sostenuti, pari al 2,8% a dicembre 2022, 4,7% a gennaio 2023, 4,9% a febbraio e 4,9% a marzo 2023