Domicilio digitale, regole e opportunità per essere un cittadino digitale

Accesso alle tecnologie, identità digitale, diritto di prendere visione e di estrarre copia di dati: cos'è il domicilio digitale e come può essere utile ai cittadini

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Accesso alle tecnologie, identità digitale, diritto di prendere visione e di estrarre copia di dati, come i documenti e servizi digitali della PA, costituiscono temi di grande rilevanza per la nostra società. La cittadinanza digitale si salda in maniera indistinguibile alla cittadinanza “analogica”, in un continuum.

Si fonda inoltre sull’insieme dei diritti che, con il supporto di una serie di strumenti tecnologici, mira a semplificare il rapporto fra cittadini, aziende e Pubblica Amministrazione garantendo a tutti l’accesso ai servizi offerti in rete.

La cittadinanza digitale

Il D.lgs. n. 217 del 13 dicembre 2017, con il quale sono state emanate le disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 179, concernente modifiche ed integrazioni al Codice dell’amministrazione digitale (CAD), al Capo I, Sezione II, artt. 3 – 9, introduce i diritti della cittadinanza digitale.

Cosa significa essere cittadini digitali

Essere cittadini digitali significa avere:

  • un accesso semplice e sicuro ai servizi della PA
  • un’interazione “diretta” con i diversi enti della PA
  • la possibilità di esercitare la cittadinanza attiva, ovvero partecipare alle politiche pubbliche e al dialogo democratico con la PA
  • la consapevolezza nell’uso degli strumenti informatici disponibili e dei benefici che derivano da un loro uso consapevole
  • le informazioni sui propri diritti e su come questi possono essere garantiti e tutelati.

Quali sono i diritti dei cittadini digitali

I diritti di cittadinanza digitali, quindi, risultano concreti quando chiunque può:

  • accedere ai servizi online in maniera semplice, sicura e veloce, esercitando il diritto all’uso delle tecnologie, valorizzando la propria identità digitale, vedendosi garantita l’accessibilità di siti web e le applicazioni mobile
  • acquisire rapidamente informazioni affidabili, ma anche esprimere chiaramente la propria esigenza, instaurando una comunicazione rapida e con pieno valore giuridico con la PA, alla quale ci si rivolge, grazie a istanze telematiche, comunicazioni elettroniche e attraverso il domicilio digitale
  • beneficiare di modalità di pagamento digitali che assicurino maggiore trasparenza e sicurezza

Conoscere i diritti, gli strumenti e le soluzioni tecnologiche di cui si può disporre per rapportarsi, con la Pubblica Amministrazione, è fondamentale per esercitare appieno i diritti della cittadinanza digitale.

Quali sono gli strumenti per comunicare

In particolare, il Codice dell’amministrazione digitale prevede due strumenti per facilitare le comunicazioni elettroniche e rendere effettivi i diritti di cittadinanza digitale:

Il domicilio digitale

Il domicilio è il luogo dove una persona ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi.

Eleggere il proprio domicilio digitale significa comunicare un indirizzo telematico, la PEC, che diventa luogo virtuale dove ricevere tutte le comunicazioni da pubbliche amministrazioni, gestori ed esercenti di pubblici servizi, imprese, professionisti.

E’ l’indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata, come definito dal Regolamento eIDAS, valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale.

Il CAD prevede che tutti gli utenti titolari di un domicilio digitale ne devono fare un uso diligente, verificando, ad esempio, l’efficienza della propria casella di PEC, assicurando che il domicilio digitale sia attivo e vi sia sufficiente spazio a disposizione per il recapito, nonché comunicare tempestivamente ogni modifica o variazione del proprio domicilio digitale.

Chi ha facoltà di eleggere il domicilio digitale

Eleggere un domicilio digitale ad oggi costituisce obbligo per le pubbliche amministrazioni, i professionisti e le imprese.

Tuttavia, chiunque:

  • ha il diritto di accedere ai servizi online offerti dalle pubbliche amministrazioni e gestori di servizi pubblici tramite la propria identità digitale
  • ha la facoltà di eleggere il proprio domicilio digitale

Registrare il proprio domicilio digitale

Dal 6 giugno 2023 i cittadini hanno la possibilità di registrare su INAD il proprio domicilio digitale (per capire come fare leggi l’articolo INAD a cosa serve e come attivarlo).

INAD nasce dalla collaborazione fra Agid, Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio e Infocamerela società delle Camere di commercio per l’innovazione digitale, che ha realizzato la piattaforma.

Possono eleggere il proprio domicilio digitale:

  • le persone fisiche che abbiano compiuto il diciottesimo anno di età;
  • i professionisti che svolgono una professione non organizzata in ordini, albi o collegi ai sensi della legge n. 4/2013;
  • gli enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione nell’INI-PEC.

Dal 6 luglio 2023, poi, le Pubbliche Amministrazioni utilizzeranno il domicilio digitale inserito nell’indice nazionale dei domicili digitali, INAD, per tutte le comunicazioni con valenza legale e, a partire dalla stessa data, chiunque potrà consultarlo liberamente dall’area pubblica del sito, senza necessità di autenticazione, inserendo semplicemente il codice fiscale della persona di cui si vuol conoscere il domicilio digitale.

Dalla stessa data le Pubbliche Amministrazioni, i gestori di pubblico servizio e i soggetti privati aventi diritto potranno consultare INAD in modalità applicativa, attraverso apposite interfacce dedicate, rese fruibili mediante la Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND), già disponibili in ambiente di test.

Grazie a INAD tutte le comunicazioni della Pubblica Amministrazione con valore legale, come ad esempio rimborsi fiscali e detrazioni d’imposta, accertamenti o verbali di sanzioni amministrative, vengono inviate direttamente nella casella di posta elettronica certificata, indicata dal cittadino, che può gestire in autonomia il proprio domicilio digitale.

Dopo aver registrato il proprio domicilio digitale su INAD, le notifiche arriveranno in tempo reale, senza ritardi o problemi relativi al mancato recapito, con notevoli risparmi legati al minore utilizzo della carta e all’azzeramento dei costi di invio tramite servizi postali e con la disponibilità immediata della documentazione, grazie al sistema di comunicazione centralizzato efficiente, automatizzato e sicuro.

Il Codice dell’Amministrazione Digitale prevede che il domicilio digitale dei professionisti iscritti in INI-PEC, l’indice nazionale degli Indirizzi PEC delle imprese e dei professionisti, venga importato automaticamente su INAD in qualità di persona fisica, restando salva la possibilità di modificarlo, indicando un altro indirizzo PEC.

Dalla data in cui sarà assicurata l’interoperabilità con l’Anagrafe nazionale della popolazione, il sistema INAD procede automaticamente all’aggiornamento della provincia di residenza delle persone fisiche ad ogni variazione risultante dall’Anagrafe nazionale della popolazione residente.

Alla data di completamento dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente (ANPR), i domicili digitali eletti dalle persone fisiche e iscritti nell’INAD sono trasferiti al Ministero competente, come previsto all’articolo 6-quater, comma 3 del CAD, unitamente a tutti i dati oggetto di tracciamento, al fine di consentire l’accesso alle informazioni relative all’elezione, alla modifica o alla cessazione di ciascun domicilio digitale.

Il domicilio eletto dalle persone fisiche può essere utilizzato anche per le comunicazioni a loro dirette nella qualità di tutori, curatori, procuratori o altre forme di rappresentanza, previste dalla legge, di altre persone fisiche.

Lo stesso indirizzo di PEC o di recapito certificato qualificato non può essere utilizzato da soggetti diversi come domicilio digitale.

Il ciclo di vita del domicilio digitale

Le fasi del ciclo di vita del domicilio digitale sono le seguenti:

  • elezione: dichiarazione del domicilio digitale mediante indicazione di un indirizzo di PEC o di un indirizzo elettronico di recapito certificato qualificato
  • modifica: cessazione del domicilio digitale in uso e contestuale elezione di un nuovo domicilio digitale;
  • cessazione: cancellazione del domicilio digitale dall’INAD, fatta salva la possibilità di reperire, tramite lo stesso indice, tutte le informazioni storiche relative ad elezione, modifica e cessazione del domicilio.

Ciascuna fase del ciclo di vita del domicilio digitale è così strutturata:

  • richiesta telematica al gestore INAD concernente l’elezione, la modifica o la cessazione del domicilio digitale;
  • pubblicazione o cessazione del domicilio digitale.

La richiesta telematica al gestore INAD, a sua volta, consta delle seguenti fasi:

  • autenticazione: accesso della persona fisica o, nel caso di enti di diritto privato, del suo legale rappresentante con uno degli strumenti di cui all’articolo 64, commi 2-quater e 2-novies del CAD;
  • richiesta: presentazione dell’istanza con l’indicazione dell’indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata (PEC) o presso un servizio elettronico di recapito certificato qualificato da utilizzare come domicilio digitale e delle altre informazioni di cui al paragrafo 2.2;
  • validazione: conferma della richiesta di elezione, modifica o cessazione del domicilio digitale. Nei primi due casi, INAD verifica l’esistenza e lo stato dell’indirizzo elettronico indicato presso un servizio di posta elettronica certificata (PEC) o l’esistenza, lo stato e la titolarità dell’indirizzo elettronico eletto presso un servizio elettronico di recapito certificato qualificato; a tale verifica è vincolato l’esito della validazione, che è comunicato al richiedente presso il domicilio digitale qualora l’esito sia positivo ovvero, in caso di esito negativo o di cessazione del domicilio digitale, all’indirizzo e-mail di contatto fornito in fase di registrazione.La richiesta telematica al Gestore INAD può essere annullata dall’utente prima della validazione.

Le operazioni relative alla presentazione della richiesta telematica al Gestore INAD sono tracciate e conservate nel rispetto della normativa vigente.

L’INAD è aggiornato quotidianamente mediante la pubblicazione, entro le ore 01:00, di tutte le informazioni relative alle richieste telematiche validate entro le ore 23:59 del giorno precedente. Durante la fase di aggiornamento, l’INAD non è consultabile.

All’esito positivo della pubblicazione dell’elezione, modifica o cessazione del domicilio digitale, l’INAD invia una comunicazione recante l’esito dell’operazione e il relativo riferimento temporale, al domicilio digitale o, in caso di cessazione, all’indirizzo e-mail di contatto.

Certificazione e storicizzazione delle operazioni sul domicilio digitale

Al fine di dare evidenza delle operazioni effettuate dall’utente durante le fasi del ciclo di vita del domicilio digitale viene generata la tracciatura delle stesse operazioni, mediante registrazione, su supporto informatico:

  • della modalità di identificazione dell’utente (SPID, CNS o CIE);
  • della data e dell’ora di accesso al sistema INAD;
  • della data, dell’ora e del tipo di operazione effettuata (elezione, modifica, cessazione del domicilio digitale) e del domicilio digitale a cui è riferita l’azione;
  • della data e dell’ora di validazione o annullamento della richiesta telematica al Gestore INAD.

I dati della tracciatura sono associati al soggetto richiedente e inviati in conservazione. I dati sono disponibili per dieci anni dalla data di cessazione del domicilio digitale.