I migliori e i peggiori ospedali d’Italia: la classifica

Nella nuova classifica delle strutture ospedaliere diminuiscono gli ospedali migliori. Ecco quali sono

Foto di Giorgio Pirani

Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

L’Agenas (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali) ha presentato a Roma una classifica dei migliori e dei peggiori ospedali in Italia. La selezione delle strutture ha coinvolto tutte le regioni italiane, ad eccezione di quelle autonome, e sono state incluse un totale di 53 ospedali su un totale di 1.004 presenti nel paese. Questi ospedali, tutti pubblici, includono sia strutture universitarie che non, e sono state considerate in base alla loro capacità, con una distinzione tra ospedali con più o meno di 700 posti letto.

Gli indicatori per valutare gli ospedali

Per valutare le prestazioni generali degli ospedali, l’Agenas ha considerato 6 indicatori distinti. Prima di tutto, è stato valutato il tempo di attesa nei pronto soccorso entro 8 ore. Inoltre, è stato considerato il rispetto dei tempi di attesa per gli interventi chirurgici stabiliti dalla legge. Si è tenuto conto anche dei tassi di ricovero ad alto rischio di inappropriatezza, come ad esempio i pazienti medici ricoverati in reparti chirurgici. La gestione finanziaria e contabile degli ospedali è stata valutata tramite l’analisi dei bilanci. Inoltre, è stato considerato il rapporto adeguato tra il numero di medici e infermieri e il numero di posti letto. Infine, è stata valutata l’obsolescenza delle apparecchiature, con un limite di 10 anni.

Dalla valutazione di questi indicatori, è emerso che tra gli ospedali italiani considerati, solo 9 hanno raggiunto livelli di prestazioni elevati. Ci sono 32 strutture con un livello considerato medio e ben 12 ospedali con livelli bassi. Questi risultati indicano che solo una piccola percentuale degli ospedali riesce ad ottenere livelli di performance elevati.

I migliori ospedali d’Italia: l’analisi e la classifica

Su 53 ospedali esaminati, 9 sono considerati di alto livello. Si tratta di:

  • Ospedale universitario Senese di Siena
  • Ospedale Careggi di Firenze
  • Ospedale Pisana di Pisa
  • Azienda ospedaliera di Padova
  • L’Integrata di Verona
  • Policlinico Sant’Orsola di Bologna
  • S. Croce e Carle di Cuneo
  • Riuniti Marche Nord
  • Ordine Mauriziano di Torino

Vedendola dal punto di vista delle regioni, tre sono in Toscana, due sono in Piemonte, due in Veneto, uno in Emilia-Romagna e uno nelle Marche.

I peggiori ospedali d’Italia: la classifica

Al contrario della top, gli ospedali da bollino rosso sono passati da 15 a 12, in miglioramento rispetto al 2019. Nella classifica degli ospedali con le performance più basse troviamo:

  • Ospedale di Cosenza
  • San Pio (Benevento)
  • Sant’Anna e San Sebastiano (Caserta)
  • Riuniti Villa Sofia Cervello (Palermo)
  • Ospedali Civico Di Cristina Benfratelli (Palermo)
  • Cannizzaro (Catania)
  • San Giovanni Addolorata (Roma)
  • San Camillo Forlanini (Roma);
  • Luigi Vanvitelli (Napoli)
  • San Giovanni di Dio Ruggi d’Aragona (Salerno)
  • Mater Domini (Catanzaro)
  • Policlinico Umberto I (Roma)

Dal punto di vista delle regioni, quattro sono in Campania, tre nel Lazio, tre in Sicilia e due in Calabria.

La classifica tiene effettivamente conto dei tempi di attesa per gli interventi oncologici, e in questo ambito alcuni ospedali sono risultati peggiori rispetto ad altri. È importante notare che alcuni ospedali, anche tra i migliori in Italia, possono avere posizioni basse in classifica per specifici settori. Allo stesso modo, la presenza di macchinari obsoleti spesso si riflette in statistiche peggiori riguardo ai tempi di diagnosi e ai risultati delle stesse.

Per quanto riguarda l’attribuzione dei punteggi nella classifica, una parte deriva dall’esperienza dei medici e degli infermieri, mentre un’altra parte può essere influenzata dalla politica. Dal 2012, le Regioni italiane nominano i direttori generali degli ospedali dall’albo nazionale, ma alla fine è il presidente della Regione ad approvare le nomine, quindi la responsabilità della posizione in classifica può avere anche una componente politica.