Meloni annuncia il decreto “anti-Ferragni”: più trasparenza sulla beneficenza

In arrivo un decreto interministeriale per aumentare la trasparenza nelle donazioni al Terzo settore: addio alla falsa beneficenza

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Arriva il “ddl Ferragnez”, come ribattezzato dalla stampa: la premier Giorgia Meloni ha annunciato l’intenzione di portare in Consiglio dei ministri un disegno di legge in merito agli obblighi di trasparenza nella beneficenza. Ma non si tratta di una norma contra personam, ha chiarito la premier durante la conferenza stampa di fine anno: “Forse quello è un tema sul quale bisogna lavorare perché altrimenti si rischia che magari il caso singolo possa poi impattare su invece una cosa fondamentale, che è la beneficenza”.

Beneficenza, cambiano le regole

Il testo è già in preparazione: alla bozza interministeriale stanno lavorando la Presidenza del Consiglio, il ministero del Lavoro e il ministero dell’Economia e delle Finanze.

Il caso del pandoro Ferragni/Balocco è stato la scintilla che porterà alla stretta sulla beneficenza: “Ho chiesto una informativa sul tema e ho scoperto che sulla beneficenza non esistono obblighi di trasparenza. È necessario quindi preparare una banale legge che dica che se dichiari di fare beneficenza devi anche dire quanto, a chi, quando e così via”, ha chiarito Giorgia Meloni.

Al momento l’obbligo di trasparenza per le donazioni al terzo settore esiste solo per le elargizioni degli enti pubblici: entro il 30 giugno dell’anno successivo vanno pubblicati sui siti Internet di fondazioni o Ets (Enti del terzo settore). Obbligo che viene spesso disatteso e che viene blandamente punito dalla legge: la sanzione è pari all’1% della donazione non dichiarata.

Come cambia la beneficenza

La nuova legge sulla beneficenza estenderà ai privati tutti quegli obblighi di trasparenza previsti per le donazioni a partiti e fondazioni. Sarà ancora possibile mantenere l’anonimato sulla beneficenza, ma in questo caso non la si potrà rendere nota, per esempio con un video sui social network. L’obbligo di trasparenza sulla beneficenza dei privati porterà a rendicontare chi è il beneficiario e in quale modo sono stati spesi i soldi.

Meloni, Ferragni e Che Guevara

Durante Atreju, l’annuale kermesse di Fratelli d’Italia a Roma, Giorgia Meloni ha citato Chiara Ferragni e il caso del pandoro griffato. Una citazione indiretta, perché l’influencer non è mai stata nominata, che ha attirato da più parti critiche alla premier.

“Su influencer e Chiara Ferragni non ho nulla da dire se non che mi ha colpito la reazione della sinistra quando ho detto che ha più valore chi produce un pandoro che chi lo mette in mostra”, ha detto Meloni in conferenza stampa. “È una cosa banale che dovrebbe avere a che fare con il mondo operaio, invece se la sono presa ritenendo che attaccassi Ferragni, che non ho citato personalmente, come se avessi attaccato Che Guevara“. E ancora: “Da parte mia non c’era volontà di attaccare alcuno, ponevo un fatto di valore, sul chi fa davvero l’eccellenza italiana, poi c’è invece una questione sul tema della trasparenza in beneficenza su cui si deve lavorare”.