Tulsi Gabbard è una ben nota politica statunitense, veterana ed ex membro della Camera dei rappresentanti dal 2013 al 2021. Il suo percorso è stato spesso posto sotto i riflettori dai media americani, considerando le sue posizioni e la volontà di correre per la presidenza. Un sogno interrottosi il 19 marzo 2020, quando ha abbandonato la propria campagna alle primarie democratiche, dando il proprio sostegno a Joe Biden, in seguito eletto. Nel 2022 ha però del tutto lasciato il Partito Democratico, rivolgendo pesanti accuse alla sua leadership, definendola a capo di una politica guerrafondaia, elitista e antidemocratica.
Le battaglie politiche
Senza ombra di dubbio Tulsi Gabbard non ha mai avuto timore di cimentarsi in un duro confronto politico. Svariate le posizioni di dissenso nel corso della sua carriera, a partire dal tipo di conflitti nei quali gli Stati Uniti si sono ritrovati coinvolti nel corso degli ultimi anni. Ha parlato apertamente di guerre controproducenti e dispendiose, che hanno visto gli USA impegnati in processi di cambi di regime. Dicendosi pronta a combattere contro il terrorismo, ha specificato come tutto ciò appartenga a ben altro quadro politico: “Una condizione che ha portato a una nuova guerra fredda e una corsa agli armamenti nucleari”.
Progettando d’essere la candidata del Partito Democratico al posto di Joe Biden, aveva più volte espresso il proprio programma di governo. Era sua intenzione lottare contro un sistema giudiziario criminale fallace. Il sistema, ha detto, punisce col carcere soggetti rei d’aver fumato marijuana, per poi consentire alle corporazioni farmaceutiche di fare tutto ciò che desiderano, senza conseguenze. Parlando di cannabis a scopo ricreativo, è una sostenitrice della legalizzazione federale.
Assistenza sanitaria e istruzione
Col passare degli anni ha anche avuto modo di cambiare idea su differenti temi. Si era espressa in maniera contraria sulle unioni civili e i matrimoni omosessuali, per poi chiedere scusa e spiegare come la sua prospettiva fosse mutata radicalmente. Stesso discorso per quanto concerne l’aborto. La sua nuova visione in merito è stata evidenziata dal voto contrario a una proposta che vietava la pratica dopo la 20esima settimana di gravidanza.
Due degli argomenti cardine della sua visione politica sono però, senza dubbio, l’assistenza sanitaria e l’istruzione. È una forte sostenitrice del sistema sanitario universale: “Dovremmo lottare per assicurarci che ogni singolo americano riceva le cure di cui ha bisogno”. Ha chiesto di autorizzare il governo ad aprire una negoziazione con le società farmaceutiche, al fine di veder finalmente crollare i pezzi dei farmaci da prescrizione. In favore, inoltre, di una proposta di legge atta a generare un sistema governativo per la salute e la cura di chiunque risieda legalmente negli USA.
Sulla stessa linea di pensiero si pone la sua visione in merito al sistema scolastico. È ben noto quanto sia proibitiva la frequentazione dei college americani. Molte famiglie devono scegliere su quali figli “scommettere”, mentre altre non possono minimamente prendere in considerazione l’idea. Per non parlare poi del debito scolastico che i giovani si ritrovano a dover gestire dopo la laurea.
Ha così chiesto un processo di trasformazione dell’intero sistema, al fine di ottenere college quadriennali gratuiti per tutti gli studenti con un reddito familiare inferiore a 125mila dollari l’anno. Ha inoltre appoggiato la proposta del senatore Bernie Sanders, secondo il quale gli USA avrebbero dovuto provvedere quanto prima all’eliminazione delle tasse universitarie per la maggior parte degli studenti.