Il Tribunale di Cagliari ha respinto il ricorso presentato dalla presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, contro l’ordinanza del Collegio regionale di garanzia elettorale che ne dichiarava la decadenza.
Al centro del caso, le irregolarità rilevate nella gestione delle spese elettorali relative alla campagna regionale del 2024: l’assenza di un conto corrente dedicato e di un mandatario elettorale.
Il tribunale ha confermato che tali violazioni non sono formali ma sostanziali, e dunque sufficienti a mettere in discussione la legittimità del mandato.
La sentenza rafforza l’orientamento espresso dal Collegio elettorale, secondo cui le violazioni nella gestione delle spese di campagna sono tali da giustificare la decadenza dal ruolo di presidente. Nessuna delle eccezioni presentate dalla difesa ha trovato accoglimento, mentre la Procura non ha ritenuto di opporsi al dispositivo iniziale.
Alessandra Todde, prima donna alla guida della Sardegna, resta per ora formalmente in carica in attesa delle decisioni del Consiglio regionale e della Corte Costituzionale, ma il suo futuro politico è molto incerto.
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Todde, il tribunale conferma la decadenza: ricorso respinto
Con la decisione odierna il tribunale ha deciso che il ricorso della presidente non ha superato nemmeno la soglia dell’attenzione giuridica. Il collegio ha archiviato in blocco memoria difensiva ed eccezioni.
Persino la Procura, che aveva suggerito l’archiviazione, non ha offerto alcun sostegno sostanziale. Il risultato è che l’ordinanza del Collegio elettorale del 3 gennaio scorso resta integra. Con lei, resta anche la decadenza di Alessandra Todde, più solida di quanto la presidente volesse ammettere.
Cosa ha portato alla decadenza di Alessandra Todde
La vicenda trae origine dall’ordinanza emessa il 20 dicembre 2024 dal Collegio regionale di garanzia elettorale presso la Corte d’Appello di Cagliari (notificata il 3 gennaio 2025). L’atto sollevava presunte irregolarità nel rendiconto della campagna elettorale di febbraio 2024.
In particolare, i giudici contabili contestavano la mancata apertura di un conto corrente dedicato ai finanziamenti e l’assenza di un mandatario elettorale.
Todde aveva ricevuto anche una sanzione amministrativa di 40.000 euro per le stesse violazioni, ma il tribunale ha confermato la fondatezza delle contestazioni. Nel testo della sentenza si sottolinea che queste irregolarità non sono “semplici errori formali” ma “sostanziali e gravi”, tali da impedire una ricostruzione chiara dei contributi elettorali.
Quali sono ora i prossimi scenari per Todde
La Regione aveva poi approvato il 18 febbraio una mozione per sollevare il conflitto di attribuzione, impegnando la giunta a ricorrere alla Corte Costituzionale entro 60 giorni. In ogni caso, la posizione di Todde è ora affidata a due fronti paralleli.
Da un lato il Consiglio regionale dovrà pronunciarsi formalmente sulla decadenza di Todde: come chiarito dal tribunale, solo l’assemblea sarda può decidere sulla perdita del mandato.
Dall’altro lato, il contenzioso è ora nelle mani della Corte Costituzionale: il 9 luglio è in calendario l’udienza sul conflitto sollevato dalla Regione contro l’applicazione della legge 515/1993 in Sardegna.
Il ricorso dovrà stabilire se la normativa nazionale utilizzata per il caso Todde sia compatibile con lo statuto speciale sardo. Visto che non ci sono state per ora pronunce definitive, Todde rimane formalmente in carica.