Il Pd secondo Stefano Bonaccini: la sua visione in 10 frasi

Il presidente della regione Emilia-Romagna si è distinto negli anni per alcune sue frasi celebri

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Stefano Bonaccini, presidente della regione Emilia-Romagna, è una delle personalità più carismatiche all’interno del Partito Democratico. Recentemente si è anche candidato a guidare il partito, perdendo però contro la sfidante e sua vicepresidente nella regione emiliana Elly Schlein. Con le sue frasi e i suoi discorsi, Stefano Bonaccini ha dato un’impronta al PD, diventando uno dei principali rappresentanti dell’ala riformista del Partito Democratico.

Frasi sulla sinistra e il suo pensiero

Recentemente, alla Festa dell’Unità di Roma, Bonaccini si è espresso su cosa deve lottare la sinistra alle prossime elezioni: “Dobbiamo essere quelli che vogliono che un povero sia curato come un ricco”, una frase che sembra enfatizzare l’importanza della chiarezza nel messaggio del partito e il suo impegno per l’uguaglianza nell’accesso alle cure mediche o ai servizi, tema su cui la sinistra da anni si batte. Ma anche: “Bisogna parlare di un progetto, e quindi costruirlo dal basso nel modo più largo possibile, anziché limitarsi a contrastare o demonizzare l’avversario”, detta da Bonaccini durante un’intervista a Repubblica nel 2020; una frase che sottolinea l’importanza di concentrarsi sulla costruzione di un progetto positivo, coinvolgendo il più ampio numero possibile di persone, anziché limitarsi a combattere o denigrare coloro che sono in opposizione. È un richiamo a un approccio più costruttivo e collaborativo alla politica o a qualsiasi iniziativa.

Ma molte sue frasi celebri sono state dette durante la campagna elettorale per diventare segretario del Partito Democratico, sfida poi perduta. “Prima ancora del risultato di Bonaccini o di Schlein, che vinca il Partito democratico”, affermò durante un confronto in tv, per dire che invece di pesnare ad una vittoria tra i due contendenti, si pensi che prima di tutto vince il partito, ma anche “Noi lavoriamo insieme e indossiamo tutti la maglietta del Pd”, per dire che entrambi, seppur con idee differenti, concorrono per fare il bene del PD.

La partita però vedrà sconfitto Bonaccini; la notte della proclamazione di Elly Schlein disse: “Ho chiamato Elly per farle i complimenti, ha una grande responsabilità. Io resterò a disposizione”

Frasi sulla destra e sul governo

Prima ancora dell’elezione per diventare segretario del partito, nel gennaio 2020 Stefano Bonaccini si ricandidò alla guida di presidente dell’Emilia-Romagna, battendo la sua sfidante della Lega Lucia Borgonzoni. Questo avvenne in un periodo in cui la Lega era il primo partito in Italia e lanciata anche a livello europeo. Una vittoria che certificava quindi che la destra in quel periodo si poteva battere, come scrisse in un libro dal titolo “La destra si può battere”, che iniziava proprio con la frase: “Questo è il racconto di una vittoria. Nata quando sembrava impossibile, costruita insieme a tanti e raggiunta macinando chilometri su chilometri”. Nello spiegare il suo modo di fare politica nella regione, spiegò l’importanza di avere un’organizzazione e struttura decisionale, che sia  in grado di operare in modo relativamente armonico e produttivo nella maggior parte dei casi: “Ho avuto a che fare con ben 4 governi differenti: oltre il 90% delle volte abbiamo sempre approvato all’unanimità decisioni e accordi”.

Pochi mesi dopo la vittoria nella regione, arrivo in Italia la pandemia da Covid, che bloccò tutto il paese per mesi. In un’intervista ad Avvenire nel maggio 2020, a pochi mesi dall’inizio della quarantena, disse che: “Dovremo cercare di far ripartire quanto più il mondo della produzione e del lavoro, pur tenendo alta l’attenzione dal punto di vista sanitario”.

Ha speso parole anche sui suoi avversari politici; a febbraio 2023 venne attaccato da molti suoi compagni di partito per aver espresso elogi alla premier Giorgia Meloni, seppure sia di idee politiche opposte rispetto a Bonaccini. Accusato di difendere l’operato di un governo di destra, Bonaccini affermò di voler evitare polemiche strumentali e ammonendo i suoi a concentrarsi più sul battere la destra alle urne invece che batterla davanti ai microfoni dimostrandosi superiori: “Io la destra preferisco batterla nelle urne” Il giorno in cui Matteo Salvini, leader della Lega, venne bersagliato da insulti e minacce di morte, nonostante le idee politiche differenti Bonaccini difese Salvini affermando che: “Gli avversari si affrontano politicamente, non si minacciano”