Maggioranza contro il Green Deal, da rinviare la scadenza del 2035 sulle auto a combustione

La maggioranza ha approvato una mozione che chiede il rinvio di alcune scadenze del Green Deal europeo sulle auto elettriche

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 10 Ottobre 2024 21:29

La maggioranza sta preparando una mozione che impegni il Governo a proporre all’Unione europea di rimandare le scadenze del Green Deal relative al settore delle automobili e dei mezzi di trasporto. L’attuale normativa prevede che entro il 2035 non possano più essere vendute auto a combustione e che nel 2050 queste debbano smettere di circolare.

Le opposizioni hanno risposto accusando il Governo di non essere stato in grado di fronteggiare l’atteggiamento di Stellantis, il gruppo automobilistico che controlla tutti i grandi stabilimenti di produzione di veicoli in Italia e sotto cui rientra anche il marchio Fiat.

Green Deal da rimandare: la mozione di maggioranza

Il testo di una bozza di risoluzione di maggioranza sul Green Deal europeo è circolato nel pomeriggio del 10 ottobre. La proposta impegnerebbe, se approvata, il Governo di Giorgia Meloni a “rivedere da subito il percorso del Green Deal, a promuovere percorsi di transizione della filiera italiana dell’automotive non solo verso l’elettrico ma anche verso altre soluzioni tecnologicamente ecologiche, a convocare i vertici Stellantis per chiarire i termini del piano industriale del gruppo in Italia, impegnando la società a comunicare i dati dei dipendenti fuoriusciti dagli stabilimenti italiani attraverso la prassi (con accordi sindacali) delle dimissioni incentivate.”

Le mozioni parlamentari hanno un’importanza relativa. Sono strumenti di indirizzo politico, servono cioè a comunicare ufficialmente al Governo le intenzioni di una maggioranza del Parlamento. Non hanno in questi casi nessun potere coercitivo nei confronti dell’azione dell’esecutivo, ma possono mettere pressione, appunto, a livello politico.

Il Green Deal è ritenuto una delle ragioni per cui i grandi gruppi dell’automotive europeo come Volkswagen e la stessa Stellantis sono in crisi. Questi colossi si sono dimostrati incapaci di adattarsi al cambiamento normativo e stanno quindi spingendo perché le regole più stringenti della legge europea sul clima, che prevedono la fine della vendita di nuove auto a combustione interna (benzina, diesel, metano e Gpl) entro il 2035, vengano modificate.

La reazione delle opposizioni e l’audizione di Tavares

Molto critiche le opposizioni, che hanno attaccato il Governo soprattutto per il suo atteggiamento, definito troppo morbido, nei confronti di Stellantis. Da diversi mesi l’esecutivo è in polemica con il gruppo automobilistico, che si trova in difficoltà non solo a causa del Green Deal. Il Ceo Carlos Tavares è atteso in audizione alla Camera nella giornata di venerdì 11 ottobre.

“Il governo in questi mesi non ha avuto il coraggio di avanzare a Stellantis alcune richieste semplici e chiare. Nella nostra mozione chiediamo, tra cui la predisposizione di un pacchetto di iniziative a supporto della filiera produttiva automotive; l’interruzione del processo di spinta alla delocalizzazione degli investimenti dei fornitori; la cessazione del ricorso al lavoro somministrato; un piano di assunzioni per determinare un necessario cambio generazionale; il mantenimento in Italia dei settori della progettazione”, hanno dichiarato i leader di Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra e Azione.

Stellantis ha fatto registrare negli ultimi dati trimestrali un calo delle aspettative di crescita che ha determinato un crollo in Borsa del titolo. L’azienda ha anche annunciato che l’impianto di Mirafiori, storica fabbrica di Torino della Fiat, continuerà a non produrre auto fino almeno all’inizio di novembre 2024 per mancanza di domanda.