Premier dell’Estonia Kaja Kallas nella lista dei ricercati della Russia, chi ne fa parte

Putin ha inserito la premier nella lista dei ricercati di Mosca citando il codice penale russo: ecco le minacce e i rischi per la 46enne

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Kaja Kallas, dal 2021 primo ministro dell’Estonia, è finita nella lista dei ricercati di Mosca via via arricchita sempre di più dal presidente russo Vladimir Putin. La guida del Cremlino, infatti, ha deciso di aggiungere il nome della 46enne estone nella lista di nemici per “azioni ostili” contro la Russia. Ma non è la sola, perché oltre a lei un nome nuovo sul taccuino dei ricercati è quello di Simonas Kairys, ministro della Cultura della vicina Lituania, anche lui contro Putin e il suo regime, tanto da essere inserito nella lista che contiene oltre 700 nomi di personalità straniere. Ma è la prima volta, con la Kallas, che a essere inserita in lista è un premier europeo.

Perché Kallas e Kairys sono ricercati dalla Russia

Dopo l’intervista rilasciata a Tucker Carlson che ha fatto tremare l’Occidente, Putin torna muoversi contro l’Europa. A comunicare l’ingresso dei nomi di Kaja Kallas e Simonas Kairys nella lista dei ricercati della Russia è stato lo stesso Ministero dell’Interno. La premier estone, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Ria Novosti, è infatti accusata di aver distrutto monumenti nel suo Paese dedicati alle gesta delle forze armate sovietiche nella sconfitta del nazismo.

Kallas, che è stata eletta primo ministro nel 2021 alla caduta del governo, vuole infatti un’Estonia moderna e tecnologica, tentando anche di attrarre investimenti stranieri allontanandosi il più possibile dalla Russia.

E la 46enne, come sottolineato dal portavoce del Cremlino Dmitry Peskov citato dalla Tass, è stata inserita nella lista dei ricercati di Mosca per “azioni ostili contro la Russia e contro la sua memoria storica”.

“Si tratta di persone responsabili di decisioni che sono un oltraggio alla memoria storica“, ha detto Peskov secondo cui “i politici baltici stanno intraprendendo azioni ostili sia nei confronti della memoria storica che del nostro Paese”.

Tutti i ricercati nella lista di Mosca

Ma Kallas e Kairys non sono che gli ultimi nomi di una lista lunghissima. La Russia, infatti, sta cercando centinaia di politici e funzionari europei, finiti in lista con accuse penali. Kallas è però la prima capo di stato a essere inserita tra i ricercati.

Oltre a numerosi ufficiali militari ucraini di alto rango e centinaia di individui che gli investigatori etichettano come “mercenari stranieri” nelle fila delle forze armate ucraine, sono presenti nomi di personalità straniere che difficilmente si troveranno in Russia per far scattare l’arresto.

Tra i nomi presenti quello di Andriy Yanchenko, un attivista di Euromaidan ed ex comandante di battaglione nel Donbass nel periodo 2014-2015, tre ex ministri della Difesa (Mykhailo Koval, Stepan Poltorak, Andriy Zagorodnyuk), due ex capi delle forze armate (Mykhailo Kutsyn, Ruslan Khomchak) e diversi generali, ex membri del parlamento e funzionari per il loro ruolo nell’operazione antiterrorismo nel Donbass.

Uno degli ultimi, prima di Kallas, a essere inseriti in lista era stato Valerii Zaluzhnyi, l’ormai ex capo delle forze armate, dichiarato ricercato nel maggio 2023 e poco dopo arrestato in contumacia per presunti crimini di guerra.

In precedenza, il tribunale Basmanny di Mosca aveva emesso un verdetto in contumacia contro la conduttrice Masha Efrosinina per alcuni post pubblicati sui social, e aveva notificato l’arresto dei tre conduttori televisivi ucraini Nataliia Moseichuk, Yanina Sokolova e Fakhruddin Sharafmal.