Non solo uomini, magari richiamati anche dopo anni di congedo o giovanissimi in età militare, ma anche donne per cercare di aiutare la Russia nella guerra contro l’Ucraina che va avanti da oltre un anno e mezzo. È questa la decisione presa dal Cremlino, con Mosca che starebbe cominciando a reclutare anche le donne per il proprio esercito, forze nuove da mandare in Ucraina con un contratto semestrale e una paga-indennizzo in caso di ferimento o morte sul campo. Ma quale sarà il loro compito?
Donne alle armi, non solo esperte
Fin qui il fronte era quasi a completo appannaggio degli uomini, con alcune donne presenti però nel ruolo di dottoresse, infermiere o cuoche. Ora però il gentil sesso potrebbe non essere più tale per Mosca e dintorni, con il Cremlino che ha aperto al reclutamento delle donne nell’esercito russo per dare una mano in Ucraina.
La guerra, che ha da poco superato i 600 giorni, è andata per le lunghe contro ogni pronostico di Mosca che sperava di avere la meglio su Kiev nel giro di poco. Ma così non è stato, con i russi che hanno incontrato la resistenza ucraina che ancora oggi, a oltre un anno e mezzo dall’invasione avvenuta a febbraio 2022, riesce a mantenere le posizioni sul campo di battaglia nonostante le tante difficoltà.
Difficoltà che, contro ogni pronostico, sono arrivate anche tra le fila russe, con numerosi militari persi sul campo e l’esercito che ormai ha l’affanno in una situazione di guerra che vede la pace molto lontana. Motivo per il quale il Ministero della Difesa della Federazione Russa avrebbe aperto al reclutamento di donne per l’esercito, esperte con le armi e non solo.
A svelare la chiamata è stato il sito ucraino Ukrianska Pravda, che ha sottolineato come la compagnia militare Redut, incaricata proprio dal ministero russo, abbia avviato il reclutamento. Chiamata, come detto, indirizzata verso donne addestrate e abili alle armi, ma non solo perché se le candidate non hanno le competenze per maneggiare le armi, viene loro promesso che verranno addestrate “a Donetsk temporaneamente occupata”.
Cosa faranno al fronte
Il reclutamento è stato avviato con un messaggio-spot chiaro: “Create non solo per la cucina e i bambini”. La chiamata alle armi, ovviamente, è seguito da un compenso, con un contratto di sei mesi con un salario mensile di 220mila rubli, circa 2.300 euro, con un bonus, nel caso di ferimento sul campo, tra uno e 3 milioni di rubli e in caso di morte, per gli eredi, di 5 milioni.
Ma cosa faranno le donne al fronte? Secondo iStories, che ha contattato Redut fingendosi interessato al reclutamento, i ruoli che la compagnia vuole coprire con il personale femminile sono quelli di cecchino e di operatori di droni. Ruoli importanti, talvolta anche a distanza, che però nascondono non poche insidie.
Le reclutate, che successivamente verranno inserite nell’esercito di Mosca che Vladimir Putin vuole rafforzare, raggiungeranno le oltre 39.000 donne già presenti nelle Forze armate russe che però, come detto, hanno ruoli “secondari” al fronte come dottoresse, infermiere o cuoche. Al momento si stima che potrebbero essere almeno 1.100 le donne pronte ad arruolarsi, ma considerando l’apertura anche alle “non addestrate” i numeri potrebbero crescere.