Iran-Israele, massima allerta in Italia: Meloni convoca comitato di sicurezza

Meloni convoca il comitato di sicurezza dopo l'attacco iraniano a Israele: avviate le azioni diplomatiche per evitare l'escalation

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

La reazione dell’Italia all’attacco dell’Iran a Israele, avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 aprile, è stata in pieno accordo con quelle della maggior parte degli alleati occidentali. Sia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che il ministro degli esteri Antonio Tajani hanno condannato l’operato di Teheran, chiedendo però a Israele di evitare un’escalation. La premier ha convocato anche il comitato di sicurezza per eventuali attentati sul territorio nazionale.

Il nostro Paese sta puntando, come gli Usa, a una riduzione della violenza in Medio Oriente soprattutto per tutelare i propri interessi economici. Dall’inizio della guerra il prezzo del petrolio sta continuando a salire anche a causa degli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi alle navi commerciali dirette nel Mar Rosso, come segnale di solidarietà alla causa palestinese.

La posizione dell’Italia sull’attacco dell’Iran a Israele

Il governo italiano ha condannato gli attacchi dell’Iran a Israele, compiuti tra il 13 e il 14 aprile. Al momento Teheran ha detto di essere soddisfatta della rappresaglia, ma Tel Aviv secondo diverse fonti internazionali vorrebbe rispondere ai missili iraniani al più presto. L’Italia in questo scenario si è allineata alle posizioni statunitensi. La premier Giorgia Meloni ha dichiarato:

“Il governo italiano ribadisce la condanna agli attacchi iraniani contro Israele. La presidenza italiana del G7 ha organizzato per il primo pomeriggio di oggi una conferenza in collegamento a livello dei leader. Esprimiamo forte preoccupazione per una destabilizzazione ulteriore della regione e continuiamo a lavorare per evitarla.”

Anche il ministro degli esteri Antonio Tajani è intervenuto, sottolineando l’importanza della diplomazia in questa fase: “La diplomazia occidentale è al lavoro, come dimostra il G7 che ha dato segnali chiari di sostegno a Israele e di condanna dell’attacco, ma ha anche dato un messaggio di portare la pace, invitando entrambe le parti a non avviare operazioni militari” ha dichiarato il vicepremier.

“Mi pare sia un messaggio recepito da Israele che ha deciso di non avviare attacchi ed ha sospeso l’attacco a Rafah. Ci sono segnali incoraggianti, anche dall’Iran, perché sembra conclusa l’operazione di risposta all’attacco di Israele contro il consolato iraniano in Siria. Noi lavoriamo per la pace, ma anche visto il successo militare della difesa aerea israeliana, non credo sia opportuno attaccare, bisogna lavorare per la pace” ha concluso il ministro in un intervento al programma televisivo Stasera Italia su Rete 4.

I danni economici della guerra in Medio Oriente per l’Italia

Dal punto di vista economico, l’Italia ha tutto l’interesse ne perseguire iniziative di pace in Medio Oriente. Il prezzo del petrolio ha infatti superato i 90 dollari al barile nelle ultime settimane proprio a causa dell’aumento delle tensioni internazionali. Non solo l’Iran è uno dei maggiori produttori mondiali di petrolio, ma gli attacchi degli Houthi alle navi commerciali dirette nel Mar Rosso hanno compromesso alcune delle linee di approvvigionamento nel nostro Paese.

Ne ha risentito soprattutto il prezzo della benzina, che in diverse parti d’Italia ha superato 1,90 euro al litro, ai massimi da oltre 6 mesi. La riduzione delle tensioni internazionali è fondamentale per il nostro Pese che dipende dalle importazioni di idrocarburi per stabilizzare i prezzi del proprio comparto energetico.

C’è poi il timore per eventuali attacchi terroristici sul territorio nazionale. Anche per questa ragione, su indicazione della presidente Meloni, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha convocato il comitato di sicurezza al Viminale, con i vertici dei servizi di intelligence e delle forze dell’ordine per fare il punto della situazione.