Invasione di Kursk, la Russia proclama l’emergenza federale: i rischi per il gas

La Russia proclama l'emergenza federale per l'invasione di Kursk e sale ancora i prezzo del gas

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 9 Agosto 2024 12:42

L’Ucraina continua ad avanzare nella regione di Kursk, in Russia. La situazione, inizialmente definita sotto controllo dal ministero della Difesa di Mosca, starebbe rapidamente degenerando. Code di cittadini russi in fuga dalle città lungo le direttrici di attacco dell’esercito di Kiev, che ha già preso il controllo di alcune stazioni di misurazione e gestione dei gasdotti.

Nella regione di Kursk si trovano infatti molte stazioni di controllo lungo i gasdotti che trasportano il metano dalla Russia fino all’Europa centrale. Si tratta di alcune delle poche condutture che ancora funzionano e che portano gas naturale soprattutto in Ungheria, Austria e Repubblica Ceca.

L’Ucraina aveva già minacciato un’interruzione dei contratti a partire dall’anno prossimo, ma questa svolta nel conflitto ha già fatto tornare sui mercati la paura della speculazione.

La Russia dichiara l’emergenza federale per l’invasione di Kursk

Nella mattinata del 9 agosto la Russia ha dichiarato l’emergenza federale per l’invasione dell’esercito ucraino nella regione di Kursk, attraverso confine nordorientale dell’Ucraina stessa. Inizialmente il ministero della Difesa russo era stato l’unico organismo ufficiale a parlare di quanto stesse succedendo, parlando di una piccola operazione, simile a quelle già compiute dai volontari dissidenti russi nella regione di Belgorod in passato.

Rapidamente però è diventato chiaro che questa volta si è trattato di un’operazione più strutturata, con soldati ucraini e grandi quantità di materiale bellico.

L’invasione sarebbe cominciata nella notte tra il 6 e il 7 agosto, quando l’avanguardia delle colonne ucraine ha travolto i check point di confine russi, attraversando la prima linea di difesa. Alla fine della giornata dell’8 agosto, era data per appurata anche dalle stime più conservatrici la conquista di almeno 150 chilometri quadrati di territorio.

Altre fonti invece segnalavano l’accerchiamento, se non la conquista, della città di Sudzha, il primo grosso insediamento oltre il confine tra Russia e Ucraina.

Nella notte tra l’8 e il 9 i primi rinforzi russi sono arrivati nella regione ma una colonna composta da tre o quattro compagnie, stando a fonti russe, sarebbe stata distrutta da un attacco missilistico ucraino nella regione. Altri rinforzi sarebbero in arrivo, mentre i cittadini degli insediamenti di L’gov e Rylsk sono stati autorizzati all’evacuazione.

Cosa succederà ai gasdotti russi

Poco dopo il confine tra Russia e Ucraina, proprio in direzione della città di Sudzha, si trova un’importante stazione di controllo e misurazione del gas che passa attraverso uno degli importanti gasdotti che attraversano l’Ucraina e vanno verso l’Europa centrale. I mercati hanno reagito con timore, dato che quest’aera è stata una tra le prime ad essere conquistate dai soldati ucraini, ma l’esercito non ha interrotto le forniture.

Questo potrebbe essere uno dei principali obiettivi di questa avanzata: interrompere anche le forniture residue di gas russo in Europa sia per costringere Putin a una trattativa, sia per isolare completamente i principali alleati di Mosca all’interno dell’Ue e della Nato dalla Russia.

Un altro possibile obiettivo potrebbe essere un alleggerimento del fronte orientale, in crisi da alcuni mesi con lievi ma costanti avanzate russe. Infine, l’Ucraina potrebbe puntare a consolidare la propria posizione per utilizzare i territori di Kursk come merce di scambio in un’eventuale trattativa per la pace.