Elezioni Usa, Kamala Harris è la candidata ufficiale alle presidenziali del 5 novembre

Kamala Harris ha superato la soglia dei delegati per la nomination democratica, e concorre ufficialmente all carica di prossimo presidente degli Usa

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 2 Agosto 2024 23:09

Kamala Harris ce l’ha fatta. La vicepresidente degli Stati Uniti ha superato la soglia necessaria per ottenere la nomination presidenziale democratica attraverso il voto dei delegati del partito, segnando un capitolo senza precedenti nella storia politica americana. In una conversazione telefonica riportata dalla Bbc, Harris ha espresso il suo onore nel diventare la “presunta candidata” mentre il conteggio dei voti virtuale prosegue in vista della Convention Nazionale Democratica (Dnc), che si terrà a Chicago entro la fine del mese.

Il presidente in carica, Biden, ha annunciato il suo ritiro a luglio, citando preoccupazioni riguardo alla sua età e dopo pressioni crescenti all’interno del partito. Harris è stata subito vista come il successore naturale, nonostante non goda di molta popolarità tra gli elettori.

Un traguardo storico per la nazione

Kamala Harris non è solo la prima donna nera a rappresentare un importante partito politico statunitense, ma è anche la prima di origini giamaicane e indiane. Sua madre, Shyamala Gopalan, era originaria dell’India, mentre suo padre, Donald Harris, proviene dalla Giamaica. La sua nomination rappresenta un cambiamento nel panorama politico americano e potrebbe aprire nuove opportunità per una leadership più inclusiva. Se riuscisse a sconfiggere Donald Trump, candidato repubblicano, nelle elezioni di novembre, Harris potrebbe diventare la prima presidente donna degli Stati Uniti.

La sua candidatura è avvenuta senza opposizione nella votazione virtuale dopo che il Presidente Joe Biden ha deciso di ritirarsi, mostrando pieno sostegno per Harris. Diversi potenziali rivali hanno seguito l’esempio, consolidando la sua posizione come candidata democratica.

Il sostegno per Kamala Harris è stato ufficializzato nella giornata di venerdì 2 agosto, quando ha ottenuto il supporto di 2.350 delegati, superando la soglia richiesta per la nomination. Durante un breve discorso telefonico, Harris ha dichiarato con convinzione: “Crediamo nella promessa dell’America e questo è ciò di cui tratta questa campagna. Siamo in gioco, siamo sulla strada, e non sarà facile, ma lo porteremo a termine.”

Questo spirito combattivo ha risuonato tra i democratici, che hanno annunciato che 3.923 delegati – ovvero il 99% dei partecipanti – intendono votare per lei. La procedura di voto, iniziata giovedì, si concluderà lunedì.

Critiche controversie

La transizione di Biden a Harris non è avvenuta senza polemiche. La campagna di Trump e alcuni repubblicani hanno criticato la decisione, sostenendo che Harris è la prima candidata di un grande partito a ottenere la nomination senza una conferenza stampa o un’intervista formale, etichettando la situazione come un “colpo di stato”. Harris ha risposto con determinazione, intensificando la sua campagna elettorale e sfidando apertamente Trump in una serie di comizi e raccolte fondi negli stati chiave.

Raccolta fondi senza precedenti

Il dinamismo di Kamala Harris si riflette anche nelle cifre record della sua campagna. Ad oggi risulta che la campagna elettorale democratica ha raccolto oltre 310 milioni di dollari nel mese di luglio, con più di due terzi delle donazioni provenienti da nuovi sostenitori. Questa cifra è oltre il doppio dei 138 milioni raccolti dalla campagna di Trump nello stesso mese (nonostante il sostegno di miliardari come Elon Musk), segnando il più grande risultato finanziario dell’attuale ciclo elettorale.