Guerra Israele Hamas, tregua sempre più lontana. La proposta di Tajani alle Nazioni Unite

Tajani porta al G7 un piano per Gaza. L'Iran minaccia Israele, mentre i civili a Gaza affrontano una crisi umanitaria crescente

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 14 Agosto 2024 08:57

L’Italia si prepara a giocare un ruolo di primo piano nella ricostruzione di Gaza, con un’iniziativa che punta a intrecciare diplomazia e intervento diretto. Antonio Tajani, ministro degli Esteri, porterà al prossimo vertice delle Nazioni Unite una proposta che mira a rilanciare Gaza non solo dal punto di vista umanitario, ma anche politico ed economico.

Mentre Tel Aviv pianifica l’ampliamento delle sue infrastrutture aeroportuali, le critiche internazionali si intensificano verso alcune azioni dei suoi ministri. Le drammatiche testimonianze da Gaza evidenziano una crisi umanitaria senza precedenti, con scuole-rifugio sotto attacco e famiglie distrutte.

La proposta italiana al vertice delle Nazioni Unite

Il ministro degli Esteri Antonio Tajani si prepara a presentare un’iniziativa ambiziosa per Gaza durante l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite di settembre. La proposta italiana mira a coinvolgere il G7 in un progetto che non si limiti alla ricostruzione umanitaria, ma che punti anche a un rilancio politico ed economico della regione. L’obiettivo è creare le condizioni per la nascita di uno Stato palestinese unificato, che comprenda sia Gaza che la Cisgiordania, in un processo gestito dall’Onu e guidato dai paesi arabi.

L’Italia si dichiara pronta a inviare un contingente militare per sostenere la fase di transizione. Il piano prevede una stretta collaborazione con l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), escludendo qualsiasi contatto con Hamas, il gruppo che controlla una parte della Palestina e che mantiene una posizione ostile nei confronti di Israele.

L’iniziativa italiana si inserisce in una fase di tensioni crescenti in Medio Oriente. Le recenti minacce di attacchi da parte dell’Iran e le operazioni militari israeliane rendono la situazione nella regione particolarmente delicata. L’Italia, insieme ai suoi alleati, cerca di trovare un equilibrio tra la sicurezza di Israele e la protezione della popolazione palestinese, promuovendo il dialogo e la diplomazia come strumenti principali.

Nel frattempo, gli Stati Uniti hanno chiesto all’Italia di impiegare i Carabinieri per addestrare una forza di sicurezza palestinese, capace di garantire stabilità nel lungo periodo.

Tajani ha chiarito che l’Italia è favorevole alla creazione di uno Stato palestinese, ma ritiene che sia necessario prima garantire una rappresentanza unitaria e stabile. L’attuale frammentazione del territorio palestinese, con Hamas al controllo di Gaza, complica la possibilità di un riconoscimento ufficiale.

Iran minaccia ritorsioni contro Israele: nel mirino il Mossad

La tensione tra Iran e Israele è in continua crescita. Secondo fonti iraniane, Teheran potrebbe colpire il quartier generale del Mossad a Tel Aviv, come risposta alle recenti uccisioni di alti esponenti di Hamas e Hezbollah. Tra i possibili obiettivi, anche basi aeree e missilistiche israeliane, oltre al complesso governativo di Kirya.

Le Forze di Difesa Israeliane, dal canto loro, hanno annunciato un’esercitazione nei pressi della città di Lod. Il piano prevede la simulazione di diverse emergenze, tra cui attacchi terroristici, missilistici e disastri naturali.

Continua la tragedia di civili a Gaza, mentre Israele blocca gli aiuti

La Striscia di Gaza continua a essere teatro di devastazione. In uno degli ultimi attacchi aerei israeliani, Reem Abu Hayyah, di soli tre mesi, è l’unica sopravvissuta della sua famiglia.

A nord, racconta la Cnn, un’altra triste vicenda: Mohamed Abuel-Qomasan ha perso la moglie e i loro gemelli di quattro giorni in un altro attacco. Questi sono solo alcuni dei nomi di civili, di persone senza colpe, che stanno pagando col sangue una guerra ingiusta.

La strada di Rafah, fondamentale per l’ingresso degli aiuti umanitari a Gaza, è stata temporaneamente chiusa dalle forze israeliane a causa di scontri armati nella zona. Israele ha giustificato la chiusura accusando Hamas di attività militare nell’area, compromettendo così la distribuzione degli aiuti ai civili.

L’Onu ha lanciato l’allarme: più della metà delle scuole trasformate in rifugi a Gaza sono state colpite direttamente durante gli ultimi dieci mesi di conflitto. I continui attacchi hanno provocato la morte di oltre 270 persone che cercavano riparo in queste strutture.

Armi dagli Stati Uniti a Israele: approvato nuovo pacchetto da 20 miliardi

E mentre i civili continuano a morire sotto gli attacchi israeliani, e mentre Joe Biden dice di sperare in un cessate il fuoco, gli Stati Uniti hanno dato il via libera a un nuovo pacchetto di aiuti militari per Israele, del valore di 20 miliardi di dollari. Il pacchetto comprende l’acquisto di jet F15 e munizioni per carri armati.

Ma il primo ministro Benjamin Netanyahu vuole la tregua cui assurge il presidente Biden? Pare che il primo sia al centro delle critiche per le nuove richieste avanzate durante i negoziati per il cessate il fuoco a Gaza. I negoziatori hanno avvertito che senza un ampliamento del mandato da parte del premier, sarà difficile raggiungere un accordo. Netanyahu ha respinto le accuse di aver complicato il processo, sostenendo di aver semplicemente fornito chiarimenti necessari.

Yahya Sinwar, leader di Hamas, ha annunciato che il movimento islamista parteciperà ai colloqui solo se Israele interromperà le operazioni militari a Gaza. Sebbene Hamas avesse inizialmente dichiarato di non voler partecipare ai negoziati, la posizione del gruppo sembra ora essere condizionata da un’eventuale cessazione delle ostilità.