Elezioni europee 2024, voto online sì o no? Le proposte dei partiti sull’Intelligenza artificiale

Quanta tecnologia c'è in queste elezioni europee 2024? Decisamente poca e soprattutto in teoria, trascritta nei programmi

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

La tecnologia gioca un ruolo decisamente scarno in queste elezioni europee 2024. Per quanto il digitale faccia progressi di anno in anno, affascinando tutti con prospettive fantascientifiche, laddove potrebbe avere immediate applicazioni pratiche, si vacilla.

Voto online

Un solo Paese in tutta l’Unione europea offre ai propri cittadini la possibilità di votare online, l’Estonia. Si parla di i-voting e verrebbe erroneamente da pensare che sia una pratica recente in questa fetta del vecchio continente. Tutt’altro, considerando come nel 2024 questo sistema digitalizzato compirà ben 19 anni.

L’anno scorso si è “festeggiata la maturità” e intanto altrove, ovunque di fatto, si tentenna. Si tende spesso a guardare alla tecnologia come a qualcosa che sostituisce. Una coltre che copre il vecchio, abbandonandolo in soffitta. In Estonia però il voto digitale è affiancato a quello cartaceo. Si tratta di garantire opzioni differenziate, che possano andare incontro alle esigenze di tutti. Offrire e non sostituire. Qualcosa che la cittadinanza ha ampiamente apprezzato e, per la prima volta nel 2023, dopo 18 anni i voti digitali sono stati più di quelli cartacei, giunti allo spoglio.

Il voto in Italia

L’Italia non guarda in questa direzione. Il nostro Paese ha iniziato ad aprirsi seriamente alla tecnologia, sotto l’aspetto burocratico, a causa della pandemia di Covid-19. Costretti in casa, i cittadini hanno avuto bisogno di alternative. Queste sono state sviluppate in fretta e implementate col tempo. Oggi è possibile fare tante cose online, che prima richiedevano operazioni fisiche allo sportello.

Il voto però non rientra tra queste. A dire il vero occorrono ancora passi in avanti per garantire il voto a tutti senza trasferimenti fisici da una regione all’altra. È il caso dei fuori sede. Avranno modo di votare laddove si trovano, ma non alle elezioni europee 2024 purtroppo.

La “grande novità” del voto fuorisede è stata introdotta a marzo di quest’anno con la conversione in legge del decreto “Elezioni”. Per il momento, però, si sta attuando una forma sperimentale, che riguarda unicamente gli studenti fuori sede e non i lavoratori.

Sono stati svelati anche i numeri:

  • 591mila studenti fuorisede in Italia;
  • 23.734 studenti hanno fatto richiesta di voto fuorisede entro il 5 maggio;
  • richiesta di voto da parte di 4% degli aventi diritto;
  • il 90% sarà comunque costretto a spostarsi per votare.

Perché il 90% dei richiedenti dovrà spostarsi comunque? Sembra un controsenso perché lo è, in effetti. Tale procedura consente di non spostarsi dal Comune in cui si vive, ma non vale per tutti. Possono votare laddove si trovano unicamente coloro che vivono per motivi di studio in un Comune che appartiene alla stessa circoscrizione elettorale del Comune di residenza. In caso contrario, si è tenuti a raggiungere il capoluogo di Regione del Comune dove temporaneamente si vive.

Ed ecco ancora un po’ di numeri:

  • 166 studenti fuori sede vivono fuori dalla propria circoscrizione;
  • il 90% dovrà spostarsi presso il capoluogo di Regione;
  • 398 studenti hanno chiesto di votare nella Circoscrizione Nord-Ovest (Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria e Lombardia;
  • 713 studenti hanno chiesto di votare nella Circoscrizione (Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia ed Emilia-Romagna);
  • 824 studenti hanno chiesto di votare nella Circoscrizione Centro (Toscana, Umbria, Marche e Lazio);
  • 642 studenti hanno chiesto di votare nella Circoscrizione Sud (Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria);
  • 157 studenti hanno chiesto di votare nella Circoscrizione Isole (Sicilia e Sardegna).

Elezioni europee 2024, i programmi

Le elezioni europee 2024 sono in programma l’8 e il 9 giugno. Un procedimento che consentirà di eleggere i 76 rappresentanti italiani al Parlamento europeo. Vediamo sul fronte tecnologia cosa hanno in serbo la maggior parte dei partiti:

  • Fratelli d’Italia – Cabina di regia europea per governare i cambiamenti determinati dall’IA; fondi europei per la creazione di un polo comune di ricerca e sviluppo delle tecnologie dell’IA; campagne di alfabetizzazione digitale; sostenere le imprese che investono in ricerca, sviluppo e implementazione dei sistemi IA; aggiornare gli strumenti di tutela della proprietà intellettuale e del diritto d’autore;
  • Partito Democratico – Controllo democratico sull’uso trasparente dell’IA, nel rispetto della dignità umana, con vigilanza sull’applicazione dell’AI Act; formazione sulle opportunità e i rischi associati allo sviluppo dell’IA generativa; riflessione comune e impegno per superare il nodo critico della disponibilità tecnologica dell’IA; controllo democratico per gli algoritmi;
  • Movimento 5 Stelle – Implementazione dell’AI Act; trasparenza del funzionamento dei modelli e dei dati di addestramento; singole applicazioni strategiche dell’IA come l’utilizzo di sistemi per la diagnosi in ambito sanitario; nascita e crescita di campioni nazionali ed europei nell’IA; implementazione delle banche dati informative; finanziamenti per la ricerca e l’innovazione in settori educativi avanzati;
  • Lega – Nessuna proposta specifica sull’intelligenza artificiale;
  • Forza Italia – Regolamentazione dell’uso dell’IA, accelerando investimenti in ricerca e sviluppo favorire gli investimenti in intelligenza artificiale, rafforzando la normativa sulla protezione dei dati;
  • Stati Uniti d’Europa (Italia Viva e Più Europa) – Usare l’IA per ottimizzare i servizi pubblico e l’uso delle risorse comuni, stimolando la crescita economica e migliorando la qualità della vita dei cittadini;
  • Azione – Siamo Europei – Sviluppo di modelli di business più sostenibili, attraverso meccanismi semplici come il credito d’imposta per le imprese nel percorso di modernizzazione dei propri macchinari e l’uso di tecnologie come l’IA; aumentare i finanziamenti mirati a programmi di ricerca, per attrarre ricercatori specializzati in ambiti strategici, come l’IA.