Parte in salita il confronto tecnico tra governo e sindacati sulle pensioni. Alla richiesta di Cgil Cisl e Uil di allargare il tavolo ai temi relativi alle future pensioni dei giovani, alle disparità di genere e al rilancio della previdenza complementare, il governo ha risposto solo sull’automatismo che lega le aspettative di vita all’età pensionabile, rinviando a domani la presentazione di una proposta con cui identificare la platea e i requisiti di accesso ai lavori cosiddetti gravosi che dovrebbero essere esonerati dal meccanismo che nel 2019 porterà l’età pensionabile a 67 anni.
E se Cgil e Uil usano i toni più forti, meno duro invece il commento della Cisl. “Il confronto parte in salita. L’esecutivo non vuole affrontare nell’insieme i temi previsti dalla fase due del confronto. Ci propone di soffermarci solo sull’esame delle aspettative di vita rispetto alle quali non hanno avanzato una proposta dettagliata. Si riservano di farla domani “, spiega al termine Domenico Proietti, segretario confederale Uil.
10 LAVORI GRAVOSI – E domani, nelle aspettative dei sindacati, l’esecutivo potrebbe mettere sul tavolo la proposta con cui esonerare dall’automatismo le 10 categorie di lavori gravosi già individuate nell’Ape social. “Una platea per noi estremamente limitata. Bisognerebbe pensare ad un ampliamento più significativo”, dice ancora Proietti per il quale l’esecutivo non sembrerebbe intenzionato a varare neanche una proroga dell’Ape social con cui bypassare il nodo dell’automatismo.
PIU’ ROUND – Insomma, il tema dei lavoratori – e non solo per quelli impegnati in attività gravose – è l’obiettivo con il quale i sindacati si sono seduti al tavolo di confronto, il primo di una lunga serie di round tecnici a Palazzo Chigi che si susseguiranno fino al 13 novembre, data dell’incontro più strettamente politico.
A OLTRANZA – Un lavoro impegnativo per il quale sono pronti “ad andare ad oltranza”. E, in assenza di risposte tecniche esaustive, a chiedere lo “slittamento” del decreto direttoriale con cui aumentare a 67 anni dal 2019 l’età pensionabile oltre il 31 dicembre prossimo, data in cui il governo dovrebbe emanare il decreto.
UIL – “Serve introdurre equità – dice il segretario confederale Uil, Domenico Proietti – Le risorse ci sono, circa 5 miliardi tra i risparmi ottenuti dagli esodati, dagli usuranti, da opzione donna oltre al mini fondo mai usato sul lavoro di cura”.
CISL – Non vede nero invece la Cisl. “I due appuntamenti programmati per domani e dopodomani sono il segnale evidente che c’è una volontà di trovare una soluzione anche se la strada non è un’autostrada, ma una strada delicata che richiede anche a noi di assumerci la nostra responsabilità e di fare discernimento”, spiega uscendo da Palazzo Chigi Gigi Petteni, segretario confederale del sindacato di via Po.
CGIL – Incontro “in salita” invece per la Cgil. “Abbiamo appurato che non c’è la volontà di discutere in questa sede dei temi relativi alla fase due, importanti per esprimere un giudizio complessivo su tutta partita”, spiega il segretario confederale Roberto Ghiselli, che riporta come la delegazione del governo presente al tavolo abbia spiegato “di non aver il mandato” a discutere di futuro previdenziale per i giovani e del lavoro di cura della donne.
E, in audizione al Senato sulla manovra, sul fronte della previdenza, c’è “il vuoto pneumatico” dice il segretario generale Cgil, Susanna Camusso, sottolineando tra i vari punti la necessità di fermare l’aumento dell’età pensionabile in linea con l’aspettativa di vita.
In collaborazione con Adnkronos
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