Rivalutazione delle pensioni per le fasce medie, quanto aumenta l’assegno e per chi

C'è un paradosso nella rivalutazione delle pensioni delle fasce medie: la fascia che prende tra i 2.100 e i 2.330 euro è svantaggiata rispetto alle altre

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato: 14 Febbraio 2025 12:53

Come ogni anno anche nel 2025 le pensioni si sono rivalutate automaticamente. L’Inps aumenta gli assegni a seconda del dato dell’inflazione dell’anno precedente, per non far perdere potere d’acquisto ai pensionati. Non tutte le rivalutazioni sono però uguali: chi ha una pensione più alta riceverà in proporzione meno denaro, anche se può considerarsi ancora in fascia media.

A differenza degli scorsi anni, nei quali l’inflazione era stata molto alta, nel 2024 il dato ufficiale non è andato oltre l’1,3%. Questo ha portato a una rivalutazione delle pensioni dello 0,8% per chi ne riceverà il 100%. Una cifra che scende progressivamente fino ad arrivare allo 0,4%.

Di quanto aumentano le pensioni delle fasce medie

Le fasce medie delle pensioni sono quelle più avvantaggiate dalla rivalutazione all’inflazione. Per il 2025 il governo ha infatti pensato a un metodo per limitare la spesa che riduce gli aumenti per le pensioni più alte, senza far crescere ulteriormente quelle più basse:

  • pensioni tra l’importo minimo e fino a 4 volte il minimo (circa 2.100 euro lordi al mese): 100% di rivalutazione;
  • pensioni tra 4 e 5 volte l’importo minimo (tra i 2.100 e i 2.600 euro lordi circa al mese): 90% di rivalutazione;
  • pensioni tra 5 e 6 volte l’importo minimo (tra 2.600 e 3.100 euro lordi circa al mese): 75% di rivalutazione;
  • pensioni oltre 6 volte l’importo minimo (più di 3.100 euro lordi al mese): 50% di rivalutazione.

Le fasce medie sono incluse per lo più nella prima categoria, che riceverà il 100% della rivalutazione. Le stime Inps hanno calcolato per il 2025 un aumento dello 0,8%, molto più basso di quello del 2024, che era arrivato al 5,4%. Chi nel 2024 riceveva l’importo minimo, pari a 598 euro, riceve quindi 4,50 euro lordi in più al mese circa. Chi arriva ad avere una pensione di 2.100 euro lordi al mese riceverà invece 16,80 euro in più al mese, sempre al lordo.

C’è però un’eccezione. Chi riceve meno del trattamento minimo avrà infatti diritto a un aumento molto più significativo, previsto dall’articolo 1, comma 177, della legge di Bilancio 2025. Questa norma ha prolungato fino al 2026 l’incremento delle pensioni che hanno un importo inferiore al minimo, che era stato deciso nel 2022. Gli aumenti saranno pari al 2,2% nel 2025 e all’1,3% nel 2026.

Il caso delle fasce medio-alte

Se si considerano come fasce medie quelle che non superano i 2.000 euro netti di assegno pensionistico mensile circa, va inclusa in questa definizione anche la seconda categoria di rivalutazione, quella che comprende i trattamenti tra 4 e 5 volte quello minimo. Si tratta di una fascia leggermente svantaggiata rispetto alla precedente, perché riceverà soltanto il 90% dell’adeguamento dello 0,8%. La loro pensione crescerà quindi dello 0,72%.

Questo crea un paradosso per coloro che prendono tra i 2.100 e i 2.330 euro lordi al mese di pensione. In questi casi infatti l’adeguamento all’inflazione sarà più basso di quello di chi prende 2.100 euro lordi al mese. Soltanto dai 2.330 euro infatti si arriva a superare i 16,80 euro al mese ottenuti da chi prende il trattamento più alto possibile della prima fascia di rivalutazione. Chi arriva a prendere 5 volte il trattamento minimo invece, quindi 2.600 euro al mese, otterrà un aumento lordo di 18,70 euro.