Quota 100 abolita? Su cosa si discuterà il 4 novembre: i possibili scenari

Al vaglio l'idea di rendere Ape Sociale e Opzione Donna misure strutturali dopo l'archiviazione di Quota 100

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Redazione

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Che cosa succederà a Quota 100? All’interno della maggioranza di Governo si continua a discutere. Il M5s vorrebbe salvaguardare la misura, Italia Viva e una frangia del Pd vorrebbe eliminarla perché troppo dispendiosa. Tuttavia, come affermato di recente dal ministro dell’Economia Gualtieri, la legge non sarà modificata anche se non vedrà un rinnovo.

“Quota 100 è stata pensata per durare fino alla fine del 2021. Non la aboliremo ora ma non la rinnoveremo“ ha detto Gualtieri. Nel frattempo l’esecutivo si è dato appuntamento al 4 novembre con i sindacati. Ci sarà un doppio confronto. Obbiettivo, trovare una soluzione alla questione della flessibilità in uscita che, sul tramontare del 2021, si paleserà con uno scalone di 5 anni.

Si ricomincerà dalle proroghe per un anno riguardanti Ape sociale e Opzione Donna, a cui si aggiunge la esigua rivalutazione delle pensioni fino a quattro volte il minimo (ossia 2.029 euro lordi al mese). Nella fattispecie, per altri 12 mesi, alcuni contribuenti, che si trovino in condizioni di difficoltà, potranno sfruttare l’uso dell’anticipo per la pensione rispettando i seguenti requisiti: 63 anni di età e 30 di contributi (35 in situazioni specifiche).

Per quel che concerne le donne dipendenti, a quelle con 58 anni e almeno 35 di contributi (al 31 dicembre 2019) sarà data la possibilità di avere la pensione tramite un assegno ricalcolato con il sistema contributivo. Stesso discorso per le lavoratrici autonome. Unica differenza l’età. Sono infatti richiesti i seguenti requisiti: 59 anni e almeno 35 di contributi.

Ape Sociale e Opzione Donna, secondo le stime, sono state fruite da circa 22mila lavoratori quest’anno. Il Governo sta vagliando l’ipotesi di organizzarle in modo strutturale dopo che Quota 100 avrà fatto il suo corso. In aggiunta, si sta esaminando anche la possibilità di rendere organica e duratura l’Ape volontaria e aziendale in scadenza a fine 2019.

Alla luce di tutto questo, il 4 novembre, presso il Ministero del Lavoro ci sarà il confronto tra il Governo e i sindacati Cgil, Cisl e Uil, per trovare una formula il più possibile condivisa inerente la riforma previdenziale, che possa salvaguardare la sostenibilità e l’equità del sistema una volta archiviata l’esperienza di Quota 100. In particolar modo si discuterà degli scenari relativi al possibile allargamento della platea di lavoratori ammessi all’Ape sociale e agli anticipi pensionistici per attività usuranti.

Inoltre, è probabile che al tavolo sarà presa in esame la situazione di quei giovani che hanno un percorso lavorativo discontinuo. Si sta pensando a delle misure riguardanti la previdenza complementare, prendendo in considerazione l’idea del presidente dell’Inps Pasquale Tridico, il quale ha proposto di dare il via a un fondo previdenziale pubblico per garantire una pensione dignitosa ai giovani che hanno carriere ‘intermittenti’.