Pensioni, cresce il bonus per chi resta al lavoro: gli aumenti

Pensione anticipata: previsto il bonus Maroni per chi decide di restare al lavoro. Si passa da aumenti netti di 283 euro al mese fino a 711 euro in più ogni mese per i redditi lordi più alti

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Emanuela Galbusera

Giornalista di attualità economica

Giornalista pubblicista, ha maturato una solida esperienza nella produzione di news e approfondimenti relativi al mondo dell’economia e del lavoro e all’attualità, con un occhio vigile su innovazione e sostenibilità.

Nella bozza del testo della Legge di Bilancio 2023 trova spazio il bonus Maroni, un incentivo sullo stipendio per chi rimane al lavoro invece di andare in pensione con quota 103.

Il bonus prevede lo stop del versamento dei contributi a carico del lavoratore, che finiscono nello stipendio netto. Al momento della pensione, la liquidazione sarà pari a quella che sarebbe spettata alla data della prima scadenza utile per il pensionamento, sulla base dell’anzianità contributiva maturata a quel momento.

Pensione anticipata, cos’è il bonus Maroni

L’articolo 54 della Manovra titolato “Incentivi al trattamento in servizio dei lavoratori” prevede un bonus in busta paga per chi decide di restare nel mondo del lavoro anche se ha maturato i requisiti per l’età pensionistica: al cittadino verranno versati in busta paga i contributi che il proprio datore di lavoro versa normalmente all’Inps nella misura del 9% circa e anche quelli sull’impresa (quasi il 24%).

In pratica, il lavoratore avrà una specie di super bonus del 33% con aumenti notevoli man mano che si alza lo stipendio

La misura è possibile se il lavoratore decide di rimanere e “viene meno ogni obbligo di versamento contributivo” da parte dell’azienda. Quindi “la somma corrispondente alla contribuzione che il datore di lavoro avrebbe dovuto versare all’ente previdenziale è corrisposta interamente al lavoratore”.

Pensioni, quanto guadagnerà in più il lavoratore

Per i datori di lavoro non ci saranno cambiamenti: continueranno a pagare lo stipendio dello stesso importo. Chi avrà un beneficio è il lavoratore che guadagnerà di più, in quanto riceverà l’intera somma destinata alla contribuzione.
Si tratta di aumenti notevoli man mano che si alza lo stipendio: si passa da aumenti netti di 226 euro al mese per la fascia delle 12mila euro fino a 711 euro in più ogni mese per i redditi lordi di 45mila euro.

Come riporta Repubblica, il dipendente che prolunga il periodo lavorativo guadagnerà:

  • 283 euro netti al mese se lo stipendio lordo è di 15mila euro;
  • 330 euro al mese se è di 18mila euro lorde;
  • 367 euro in busta paga se lo stipendio è di 20mila euro;
  • 403 euro se lo stipendio è di 22mila euro lorde.
  • 458 euro nette al mese per chi guadagna 25mila euro l’anno;
  • 474 euro mensili per chi ne guadagna 30mila;
  • 553 euro netti al mese per i lavoratori che percepiscono 35mila euro;
  • 632 euro per chi ne prende 40mila;
  • 711 euro per chi prende 45mila euro.