Bonus Maroni: importo ridotto per chi accede a Quota 103

Attraverso una circolare l'Inps chiarisce che il bonus Maroni 2023 è in misura ridotta per chi ha diritto ad accedere a Quota 103

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

I lavoratori che hanno maturato il diritto ad accedere alla pensione anticipata grazie a Quota 103 possono richiedere il bonus Maroni 2023. La misura consiste, in estrema sintesi, nella rinuncia dell’accredito contributivo ed il relativo riconoscimento dell’importo direttamente in busta paga. L’Inps, attraverso la circolare n. 82/2023, ha sottolineato che l’importo che i diretti interessati riceveranno si riduce e sarà più basso del previsto.

Ma scopriamo nel dettaglio come beneficiare di questa opportunità e cosa realmente cambia, almeno sotto il profilo economico per i diretti interessati.

Confermato il bonus Maroni

Attraverso la Legge di Bilancio 2023 è stata introdotta una misura battezzata bonus Maroni 2023. Si tratta di un vero e proprio incentivo al posticipo del momento in cui entrare in pensione, a cui possono accedere le lavoratrici ed i lavoratori che hanno raggiunto i requisiti minimi per andare in quiescenza anticipata grazie a Quota 103.

Quanti sono interessati ad accedere a questa misura possono presentare un’apposita istanza direttamente all’Inps, che dovrà dare il proprio benestare entro 30 giorni dal ricevimento della stessa. Il contribuente rinuncia all’accredito contributivo ed in cambio ottiene la stessa cifra direttamente nella propria busta paga come incentivo.

A questo punto, però, arriva il chiarimento dell’Inps – effettuato attraverso la circolare n. 82/2023 – il quale ha chiarito che in presenza di un esonero l’importo che spetta si riduce. È il caso, ad esempio, del taglio del cuneo fiscale e contributivo che è in vigore fino alla fine dell’anno e coinvolge i contribuenti con una retribuzione fino a 35.000 euro.

Le nuove istruzioni dell’Inps

L’Inps ha fornito le istruzioni per ottenere il bonus Maroni 2023 ai lavoratori e alle lavoratrici che hanno maturato i requisiti per accedere a Quota 103. L’istituto ricorda che, in base a quanto è stato previsto dalla Legge di Bilancio 2023, quanti hanno raggiunto un’età pari a 62 anni e 41 anni di contributi hanno la possibilità di accedere alla pensione anticipata: in alternativa è possibile decidere di continuare a lavorare chiedendo il cosiddetto bonus Maroni.

I soggetti che hanno diritto a beneficiare del posticipo del pensionamento devono inoltrare un’apposita istanza all’Inps seguendo le istruzioni che sono contenute all’interno del messaggio n. 2426 del 28 giugno 2023.

Nel momento in cui arriva il via libera da parte dell’istituto, il datore di lavoro non è più tenuto ad effettuare i versamenti contributivi relativi alla quota IVSInvalidità, Vecchiaia e Superstiti – che è a carico del lavoratore o della lavoratrice. L’importo dovrà essere erogato direttamente nella busta paga insieme al resto della retribuzione.

Cosa comporta tutto questo per la pensione dei diretti interessati? La quota dei contributi, che sono a carico del datore di lavoro, continuerà ad essere versata. Nella circolare Inps, infatti, viene chiaramente indicato che:

La posizione assicurativa del lavoratore dipendente, pertanto, continua a essere alimentata in relazione alla quota IVS a carico del datore di lavoro.

Per chi non usufruire di Quota 103 l’importo è ridotto

L’Inps ha provveduto a fornire importanti chiarimenti in relazione anche al reale ammontare del bonus Maroni 2023. Queste importanti informazioni arrivano attraverso la circolare n. 82 del 22 settembre 2023, con la quale vengono fornite le necessarie istruzioni per applicare la domanda ai flussi Uniemens.

Il documento dell’istituto richiama direttamente l’articolo 1, comma 286 e 287 della Legge n. 197 del 29 dicembre 2022, relativa al “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025”. Al suo interno, infatti, vengono indicate le informazioni relative al posticipo della data della pensione per i lavoratori e le lavoratrici dipendenti, che abbiano maturato i requisiti minimi per poter accedere alla pensione anticipata flessibile.

Nel momento in cui il contribuente beneficia dell’esonero contributivo che orbita proprio sulla quota che dovrebbe versare il dipendente, la cifra si riduce.

Per capire meglio cosa stia accadendo è necessario fare un esempio pratico. I contribuenti che hanno diritto ad accedere al taglio del cuneo fiscale – questa agevolazione spetta per il periodo compreso tra il mese di luglio e quello di dicembre 2023 – usufruiscono di uno sgravio del 6% per retribuzioni fino a 35.000 euro e del 7% per quelle che arrivano fino ad un tetto massimo di 25.000 euro. In questo il valore dell’incentivo che arriva grazie al bonus Maroni 2023 viene ridotto in forza dell’esonero contributivo.

Nella circolare, infatti, viene esplicitamente indicato che:

Qualora per il rapporto di lavoro stia trovando applicazione l’esonero parziale dei contributi IVS a carico del lavoratore, disciplinato dall’articolo 1, comma 281, della legge n. 197/2022 e dall’articolo 39 del decreto-legge 4 maggio 2023, n. 48, convertito con modificazioni, dalla legge 3 luglio 2023, n. 85, l’incentivo al posticipo del pensionamento è erogato al netto dell’esonero applicato, così determinando un abbattimento dell’accredito contributivo pari alla sola quota residua rispetto alla quota parte di contribuzione del lavoratore esonerata ad altro titolo.

A quanto ammonta il bonus Maroni 2023

A questo punto è lecito chiedersi a quanto ammonti il bonus Maroni 2023. Nella maggior parte dei casi l’accredito contributivo risulta essere pari al 9,19%. Grazie all’esonero che è stato introdotto attraverso la Legge di Bilancio 2023 e successivamente potenziato grazie al Decreto Lavoro viene ridotto fino al 2,19%.

Inserendosi sulla stessa logica, nel caso in cui il rapporto di lavoro abbia già previsto il totale e completo abbattimento della quota di contribuzione a carico del lavoratore non sarà possibile beneficiare del bonus Maroni. Non cambia nulla invece, per quanto riguarda gli esoneri contributivi che interessano direttamente il datore di lavoro.