Il caro affitti e la crisi degli alloggi si conferma una delle emergenze sociali più pressanti in Europa. Tra il 2015 e il 2023, infatti, i prezzi delle abitazioni hanno registrato un aumento medio del 48%, con picchi straordinari come il +173% in Ungheria, mentre gli affitti sono saliti del 18% nello stesso periodo. È in questo contesto che il 1° febbraio prende ufficialmente il via la task force interna alla Commissione europea, guidata dal commissario all’Energia e agli Alloggi Dan Jorgensen.
L’obiettivo principale è delineare un Piano europeo per gli alloggi a prezzi accessibili, che include una strategia per incrementare la costruzione di abitazioni e una piattaforma di finanziamento paneuropea in collaborazione con la Banca Europea per gli Investimenti (Bei).
Cosa prevede il Piano abitativo europeo
Il Piano abitativo europeo contro il caro affitti e le case costose, annunciato dalla Presidente Ursula von der Leyen, mira a fornire una risposta concreta alla crescente crisi abitativa che colpisce le famiglie europee, specialmente nelle aree urbane. In particolare, il 1° febbraio, la Commissione Europea discuterà le principali strategie da inserire nel piano, che prevedono di:
- aumentare l’offerta di alloggi a prezzi accessibili e contrastare la scarsità di case a prezzi sostenibili con finanziamenti diretti agli Stati membri per l’edilizia sociale e popolare, semplificazione delle regole sugli aiuti di Stato, permettendo agli enti locali di investire maggiormente nella costruzione di case a basso costo e incentivi per promuovere partenariati pubblico-privati nel settore immobiliare;
- modernizzare l’attuale patrimonio immobiliare europeo, spesso datato e poco efficiente con fondi per la riqualificazione energetica degli edifici, riducendo i costi di gestione per i residenti e promuovendo soluzioni innovative e sostenibili, come case prefabbricate e cohousing;
- istituire una regolamentazione degli affitti brevi e turistici, come quelli offerti su piattaforme come Airbnb, che hanno contribuito a far aumentare i prezzi e ridotto l’offerta abitativa per i residenti. Le proposte includono norme uniformi a livello Ue per regolamentare le piattaforme di affitti brevi, l’obbligo di trasparenza sui dati delle proprietà destinate a uso turistico e limitazioni in aree con forte pressione abitativa;
- aiutare le fasce più colpite dal caro abitazioni, in particolare famiglie e giovani con sussidi diretti, mutui agevolati, garanzie statali e programmi di sostegno per chi vive in situazioni di emergenza abitativa;
- intervenire sui costi degli affitti e delle case e contenere l’aumento dei prezzi delle abitazioni attraverso norme per frenare la speculazione immobiliare, specialmente nelle grandi città, investimenti per aumentare la disponibilità di terreni edificabili, supporto agli Stati per abbassare i costi di costruzione con agevolazioni fiscali.
La Commissione Ue, inoltre, prevede di istituire anche un sistema di monitoraggio permanente per valutare l’efficacia delle politiche nazionali sugli alloggi, mappare le esigenze abitative e individuare le aree critiche per sviluppare linee guida per armonizzare gli interventi a livello europeo.
Il ruolo dell’Italia nella task force
Secondo quanto dichiarato da Jorgensen, il ruolo degli Stati membri, incluse le autorità locali e regionali, sarà fondamentale per promuovere soluzioni concrete, grazie a un forte coordinamento e sostegno da parte dell’UE. In questo senso, l’Italia, attraverso la partecipazione dei suoi europarlamentari, gioca un ruolo attivo nella commissione speciale sulla crisi degli alloggi istituita dal Parlamento europeo.
Tra i 33 membri titolari della commissione, annunciati il 23 gennaio 2025, figurano 4 italiani:
- Marco Falcone (EPP, Forza Italia);
- Irene Tinagli (S&D, PD);
- Lara Magoni (ECR, FDI);
- Antonella Sberna (ECR, FDI).
Insieme a loro anche altri italiani tra i membri sostituti, che sono:
- Isabella Tovaglieri (Patrioti per l’Europa, Lega);
- Alessandro Ciriani (ECR, FDI);
- Ilaria Salis (The Left, Sinistra Italiana).