Barcellona vieterà gli affitti brevi. La città spagnola tra le più visitate del Paese, ha deciso di bloccare le autorizzazioni per le case vacanza a causa del loro impatto non sostenibile sul mercato immobiliare. Il sindaco Jaume Collboni ha dichiarato che entro il 2028 non esisteranno più strutture di questo tipo in tutta la città.
Gli affitti turistici brevi sono spesso individuati come una delle cause dell’aumento dei prezzi di case e affitti specialmente nelle grandi città italiane. Nei centri storici in particolare, la presenza di un gran numero di appartamenti dedicati a questo utilizzo ha avuto effetti seri sul mercato immobiliare.
Barcellona vuole vietare gli affitti brevi
Il sindaco di Barcellona Jaume Collboni ha annunciato una stretta sulle case dedicate agli affitti turistici brevi in città. Entro il 2028, tutte le attività di questo tipo nella capitale della Catalogna andranno chiuse.
“Non possiamo permettere che la maggior parte dei giovani che vogliono andare via dalla casa famigliare debbano lasciare Barcellona. La situazione non cambierà da un giorno all’altro, questi problemi richiedono tempo. Ma con questo provvedimento segniamo una svolta” ha dichiarato il sindaco, sottolineando come negli ultimi dieci anni, da quando esiste AirBnb, la principale piattaforma web che ha permesso l’esplosione di queste attività, i prezzi degli affitti siano saliti del 70% e quelli degli immobili del 40%.
Barcellona regola già dal 2014 le locazioni turistiche brevi in maniera molto stringente, con un sistema di licenze. Da allora, ogni 5 anni, esistono 10mila titoli che il comune rinnova ai privati previo pagamento. Alla prossima scadenza però, nel 2028, la città non emetterà più alcuna licenza. In questo modo 10mila case dovrebbero tornare sul mercato immobiliare, abbassando i prezzi specialmente in alcuni quartieri della città spagnola.
Gli affitti brevi hanno un effetto sui prezzi? La situazione in Italia
Anche se l’aumento dei prezzi delle case a Barcellona non è del tutto imputabile al solo successo di AirBnb, uno studio pubblicato nel 2020 sul Journal of Urban Economics ha dimostrato come, proprio nella città spagnola, presa come caso di studio, gli affitti brevi abbiano causato aumenti significativi dei prezzi delle case. In media gli affitti sono cresciuti del 1,9%, ma in determinate aree, in cui si concentrano buona parte di queste strutture, si è arrivati a un impatto del 7%.
La realtà di Barcellona è simile a quella di molte città italiane che hanno problemi con il proprio mercato immobiliare. Milano è la più famosa in questo ambito, con prezzi delle case molto alti e un numero altrettanto elevato di appartamenti dedicati agli affitti brevi, soprattutto per i vari eventi internazionali che la città ospita. Sarebbero 20mila in tutto le case per i turisti nel capoluogo lombardo, una cifra definita troppo alta anche dallo stesso sindaco Beppe Sala.
Anche in altre città, specialmente quelle a vocazione turistica come Firenze e Roma, ma anche Bologna, la presenza di un numero molto alto di case dedicate agli affitti brevi ha causato problemi sia al mercato immobiliare che al tessuto urbano. La diminuzione dei residenti ad esempio spopola i quartieri centrali rendendoli meno abitabili e spingendo a un ulteriore aumento delle case vacanza.