Prezzo della pizza in aumento, fino a 17 euro per una margherita

Sono ormai sei anni che il prezzo medio della pizza continua ad aumentare. Ma, nonostante i rincari, i consumatori non tradiscono l'alimento simbolo del made in Italy

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 11 Maggio 2025 11:58

Da pasto semplice e alla portata di tutte le tasche a prodotto sempre più caro. Si tratta della pizza, sinonimo di convivialità e simbolo della cucina italiana per eccellenza.

In sei anni, infatti, il costo medio di una pizza accompagnata da una bevanda è aumentato del +18,3%, arrivando a una media di 12,14 euro a persona. A dirlo è il Centro di formazione e ricerca sui consumi (Crc), che ha analizzato i dati Istat diffusi dal Mimit.

Caro-pizza, a Reggio Emilia i prezzi più alti

Se si guarda alle città italiane dove il conto in pizzeria pesa di più, sorprende che in cima alla classifica non ci siano né grandi metropoli né località turistiche di massa. La città dove si spende di più per una pizza e una bevanda è infatti Reggio Emilia, con un prezzo medio di 17,58 euro. Seguono Siena (17,24 euro) e Macerata (16,25 euro). In tutto, sono sette le province italiane dove il prezzo medio supera i 14 euro.

Ma i record non finiscono qui: se si guarda al prezzo massimo registrato, una pizza può costare fino a 28 euro a Palermo e 26 euro a Venezia, mentre Reggio Emilia e Padova toccano i 21 euro, e Milano, Siena e Macerata i 20 euro. Sugli importi massimi pesano, certamente, le versioni gourmet delle pizze e le location.

Le città dove la pizza costa meno

Al contrario, chi cerca una pizza più economica deve guardare altrove. Non a Napoli, come ci si potrebbe aspettare, ma a Livorno, dove il prezzo medio si ferma a 8,75 euro. Seguono Reggio Calabria (9,15 euro), Pescara (9,37 euro) e Catanzaro (9,96 euro): le uniche province dove si riesce ancora a mangiare con meno di 10 euro.

Perché la pizza è sempre più cara

Dietro l’aumento dei prezzi c’è una concatenazione di eventi e crisi che hanno colpito duramente il settore della ristorazione. Il presidente del comitato scientifico del Crc, Furio Truzzi, spiega all’Ansa che la prima spinta è arrivata con la pandemia da Covid-19, che ha comportato un’impennata dei costi fissi per le attività di ristorazione. Poi è arrivato il caro energia, seguito dalla guerra in Ucraina, che ha inciso direttamente sui prezzi delle materie prime fondamentali come farina e olio.

Questi rincari, anziché rientrare con la fine delle emergenze, si sono consolidati. Perché? La pizza è un “bene a domanda rigida“, spiega Truzzi: il suo consumo, cioè, non cala anche se il prezzo sale. Un vantaggio per gli esercenti, che hanno potuto scaricare gli aumenti direttamente sul cliente.

Il settore continua comunque a essere florido: il business delle pizzerie in Italia vale circa 25 miliardi di euro l’anno, con un consumo medio di 7,8 chili di pizza pro capite.

A tenere alti i consumi delle pizze in Italia contribuiscono l’asporto e il food delivery: sempre più consumatori preferiscono acquistare il prodotto presso le pizzerie (oppure ordinare via app) per poi consumarlo a casa. In tal modo si risparmia sul coperto e sulle bevande, che possono essere acquistate in un momento precedente al supermercato e che, se consumate in pizzeria, contribuiscono a far lievitare sensibilmente il conto finale.