Gambero Rosso rifiutato da una gelateria, feroce critica al sistema dei Tre Coni

La Gelateria Dassie ha rifiutato i Tre Coni di Gambero Rosso, criticando i criteri poco trasparenti della guida. La polemica infiamma il mondo del food e solleva dubbi sulle classifiche di qualità

Foto di Giorgia Bonamoneta

Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 25 Gennaio 2025 12:34

Non sempre i premi sono ben accolti e può succedere che qualcuno rifiuti un’attestazione prestigiosa. È accaduto a Gambero Rosso nell’annuale riconoscimento delle migliori attività food & beverage sul territorio. Nello specifico, si parla di gelati.

Nell’edizione 2025 della guida Gelaterie d’Italia è presente la classifica dei maestri italiani e una serie di premi speciali, come la migliore gelateria emergente, il miglior gelato al cioccolato e alla crema, il premio alla sostenibilità e quello per la valorizzazione delle filiere.

Dassie Vero Gelato Artigiano ha rifiutato i Tre Coni della guida. Il tutto è avvenuto durante la premiazione sul palco di Rimini. Il motivo? Difendere il valore del gelato, oltre le logiche di mercato.

I motivi del “no” a Gambero Rosso da Dassie Gelato

L’account ufficiale di Dassie Gelato ha pubblicato una foto creata con intelligenza artificiale, in cui, su un cartellone accanto a un maestro gelataio, si legge a caratteri cubitali: “Gambero Rosso, no grazie”, firmato Gelateria Dassie.

Nella didascalia è stato aggiunto un “messaggio dal cuore” per spiegare le motivazioni della scelta di rifiutare i Tre Coni. Non è la prima volta che Stefano Dassie cerca di portare all’attenzione del pubblico i criteri di valutazione di Gambero Rosso, che definisce poco trasparenti.

Quest’anno, però, la sua motivazione appare più intima e profonda: non solo rinuncia al premio 2025, ma ha chiesto di non essere più inserito nei futuri sistemi di valutazione.

Sono grato al Gambero Rosso per la motivazione che ci ha spinto a migliorare anno dopo anno, ma credo fermamente che il nostro settore meriti criteri di valutazione più chiari e trasparenti, lontani da logiche che non rispecchiano i valori del vero gelato artigianale.

Gambero Rosso risponde: il premio non si può rifiutare

È guerra nel mondo del gelato? Sotto il post di risposta di Gambero Rosso, moltissimi commenti hanno criticato la guida, ma soprattutto i toni usati per rispondere alla Gelateria Dassie e i criteri di valutazione.

Si varia da commenti come “non ho mai letto nulla di più saccente, arrogante e fuori dalla realtà” fino a critiche più approfondite, che chiedono maggiore trasparenza e una misurazione della qualità chiara e priva di conflitti di interesse.

La risposta negativa della gelateria non è piaciuta a Gambero Rosso, e questo è evidente. La curatrice Annalisa Zordan ha difeso la guida dichiarando: “A parte rispettare l’opinione altrui, non possiamo fare altro, perché noi quella richiesta non la condividiamo.”

Ha aggiunto che la guida continuerà a offrire il proprio servizio ai lettori, rivolgendosi al gelatiere e sottolineando che l’uscita dalla guida “non è possibile”.

C’è un precedente, anche se nel settore della ristorazione: il rifiuto di una stella Michelin.

La differenza, fa notare Zordan, è che “loro hanno avuto l’eleganza di scrivere una mail mesi prima alla redazione di Michelin Italia, che ha avuto tempo per fare le sue valutazioni”. In ogni caso, anche Michelin ha risposto che non si può rinunciare al riconoscimento.

“Critici, da oggi vi critico io” e perché le guide sono criticate

“Critici, da oggi vi critico io”, lo disse Gualtiero Marchesi nel 2008, quando rifiutò le stelle Michelin.

Il Maestro ironizzò sul fatto che “noi italiani siamo ancora così ingenui da affidare i successi dei nostri ristoranti — nonostante i passi da gigante che il settore ha fatto — a una guida francese”. Oggi, la Gelateria Dassie usa lo stesso slogan.

Con Dassie, tanti critici della guida di Gambero Rosso si sono fatti sentire. Tra le critiche più comuni: poca trasparenza, troppi sponsor e troppi errori.

“Gli artigiani veri non ne hanno bisogno, e chi sbavava un tempo per esserci ha capito che non serve a niente”, scrivono nei commenti molti professionisti del settore.

Le guide e le classifiche delle migliori pizzerie, ristoranti e gelaterie sono sempre più bersagliate. Non c’è scampo per nessuno. Secondo il portale Scatti di Gusto, le motivazioni sono molteplici:

  • opacità dei criteri di valutazione;
  • segretezza dei risultati;
  • conflitti di interesse;
  • influenza degli sponsor;
  • incapacità dei giudici.

Infine, il gusto personale dei giudici, inevitabile ma comunque oggetto di critiche, spesso crea discrepanze evidenti: un primo posto per uno può essere un ventesimo per un altro. Una cosa è certa: le guide continueranno a fare le loro valutazioni e classifiche, ma il dibattito rimane aperto.