Angelo Inglese, Made in Puglia

La terza generazione di sarti, fondata sulla tradizione degli antichi telai a mano.

Foto di Paolo Gelmi

Paolo Gelmi

Esperto di moda e lifestyle maschile

Esperto di moda e lifestyle, è stato direttore di svariate riviste cartacee nel settore luxury.

Nell’universo della moda ci sono storie che rasentano le favole, realtà figlie del territorio, della famiglia e di quei sani valori appartenenti solo a chi riesce a vedere in questi principi le particolarità uniche delle tradizioni che si tramandano di generazione in generazione, in aggiunta a una grande capacità di saper guardare al futuro e all’innovazione e nello stesso tempo di mantenere salde le proprie origini, questa è la storia di Angelo Inglese classe 1972 e terza generazione di una famiglia di sarti, nato a Castellaneta ma già a 3 giorni dopo la nascita trasferito nelle sua Ginosa un paesino in provincia di Taranto quasi al confine con la Basilicata circondato dal rinomato parco “Terra delle Gravine”.

Cresciuto all’ombra di una macchina da cucire all’interno di un minuscolo laboratorio sartoriale il giovane Angelo si lascia giorno dopo giorno catturare e di conseguenza trascinare dalla curiosità e dalla passione di una antica professione, di questa scruta ogni singola azione per la realizzazione di un capo o una camicia, si lascia contaminare dal suono delle forbici sui tessuti in fase di taglio, dal ticchettio di una macchina da cucire, dal profumo di un tessuto in fase di costruzione sartoriale, dall’elegante suono di un antico telaio a mano, la camicia diventa ben presto la sua musa ispiratrice, sin da piccolo adora osservare sua nonna fondatrice nel lontano 1955 della storica sartoria “G Inglese” costruire questo capo, tagliarlo, cucirlo e adattarlo alla vestibilità del cliente, allo stesso tempo impara la nobile arte dell’ascolto dei desideri delle persone che rivolgendosi all’azienda di famiglia chiedono d’indossare capi esclusivi e su misura.

Il sarto sin da giovane aggiunge quotidianamente ad ogni sua singola azione un mattone per alimentare la personale crescita professionale, purtroppo all’età di 22 anni muore il padre titolare dell’impresa, nessuno in famiglia sente l’esigenza di continuare quell’attività che era tanto importante per Angelo facendo di conseguenza correre il rischio di veder chiudere definitivamente quella sartoria che lo aveva formato, cresciuto e accompagnato sin dalla nascita. Senza indugi e senza dubbi il giovanissimo sarto decide di prendere le redini dell’azienda puntando tutto sulla propria esperienza e sul proprio dissacrante e contagioso entusiasmo, legatissimo alla sua terra, alle sue origini e non meno alla sua Ginosa investe ogni singola goccia del proprio sudore per far crescere la propria attività, con la grinta e lo spirito di un fiero condottiero, da vero imprenditore capace di far quadrare i conti attraverso una visione internazionale dello stile che in aggiunta alla caratteristica unica di saper mixare la propria creatività stilistica con la tradizionale artigianalità’ di un grande sarto, questi elementi lo consacreranno a livello mondiale nel firmamento del segmento dell’eccellenza, del “Ben Fatto” e del “Su Misura” rappresentativo di un orgoglioso e fiero Sud Italia.

Il tempo galantuomo darà ragione a questo sarto che negli anni riuscirà a conquistare Capi di Stato, Presidenti della Repubblica, Reali di tutto il mondo e celebrità internazionali che lo faranno conoscere al grande pubblico, rendendolo esclusivo e credibile a livello internazionale, facendogli acquisire in poco tempo quote di mercati esteri importanti, in primis su tutti il Giappone. Per l’occasione QF Lifestyle ha incontrato Angelo Inglese per farci raccontare dettagli e curiosità del suo brand e della sua rinnovata sartoria che continua anno dopo anno a far sognare uomini che hanno la necessità di non omologarsi e di indossare camicie uniche e su misura.

Quando ha capito che la camicia sarebbe stata il suo futuro professionale?
Nel momento più delicato della mia vita all’età di ventidue anni sono rimasto orfano di papà che era a capo dell’azienda di famiglia gestita insieme ai suoi fratelli. In quel momento sentii tutto il peso della responsabilità: non potevo mandare per aria una storia imprenditoriale di famiglia nata tanti anni fa, mi chiusi in sartoria con i miei maestri e ristrutturai la piccola filiera produttiva di camicie cucite a mano di altissima gamma come faceva mia nonna nel lontano 1955, quello fu il momento che mi fece capire che quella sarebbe stata la mia strada e il mio futuro.

Quali sono le caratteristiche di una camicia che non sono mai cambiate nel tempo?
Sembrerò banale ma la qualità per noi è fondamentale. Con tanto studio e ricerca presentiamo al mondo camicie lavorate in maniera tradizionale ma pensate e proposte in stile fresco e contemporaneo

Per lei lo studio del tessuto è molto importante, ci vuole dire il perché?
Sono vissuto in una famiglia che ha sempre avuto rapporti con i tessuti. Oltre alla sartoria e camiceria la famiglia Inglese aveva un negozio di stoffe. I miei polpastrelli tastavano le loro finezze, quando, ancora non muovevo i primi passi e mi mettevano seduto sul bancone da taglio. Un capo di pregio esprime tutto il suo valore se realizzato anche con tessuti di qualità, ho ripreso da un vecchio archivio quelli più pregiati che sono quelli lavorati su telai artigianali che tessono con una cadenza più lenta rispetto a quelli industriali

La tradizione e il suo cavallo di battaglia, come è cosa fa per tenerla viva?
La tradizione mi accompagna in ogni cosa che penso e faccio. Tra le ragioni per cui ho deciso di restare a Ginosa c’è anche lei. La respiro, la vivo, l’apprezzo in ogni momento, emerge attraverso le collezioni, anche nelle singole creazioni. Il ricamo delle asole, le ribattiture, i dettagli ad uncinetto sono tra le massime espressioni. Ma cerchiamo di ravvivarla anche attraverso i momenti di lifestyle che regaliamo a clienti, amici, visitatori e curiosi che ci vengono a trovare nella nostra meravigliosa Ginosa.

In futuro c’è un progetto di scuola per coinvolgere le nuove generazioni, come si sta muovendo in questo senso?
È stato da sempre il mio sogno, oggi diventa anche un’esigenza, ma soprattutto per il bene comune. Il mio modello di scuola è impostato su una formazione che si sviluppi su due binari, quello umanistico, inclusivo -che permetta occasioni di scambi culturali- e quello più strettamente professionale, che porti ad essere i ragazzi dei professionisti e artigiani del domani. Immagino una scuola che possa mettere insieme ragazzi del posto, che magari hanno abbandonato la scuola, con quelli abbienti provenienti da diversi paesi nel mondo, vogliosi di imparare un mestiere artigianale. L’Artigiano purtroppo è una figura che sta lentamente scomparendo, eppure secondo il mio parere è proprio su questa figura che occorrerebbe puntare per risollevare le sorti dell’economia italiana, l’Italia è conosciuta soprattutto per le sue eccellenze manifatturiere.

La camicia in passato aveva un ruolo molto importante, crede che anche oggi sia vissuta nello stesso modo?
In origine la camicia era classificata un indumento intimo, amato dall’uomo in quanto a stretto contatto con sua la pelle, poi nel tempo ha conquistato i canoni di massima eleganza e stile maschile. Attualmente protagonista assoluta di proposte moda sia per uomo che per donna. La mia filosofia è sempre stata quella di continuare a conservare tutte le caratteristiche e le evoluzioni relative a questo manufatto ma rendendolo contemporaneo.

Camicie classiche, colorate, camicie stampate, con applicazioni, con colletti, bottoni e polsini di mille tipi, quali sono quelle che le danno maggior soddisfazioni?
Siamo specializzati sulla realizzazione di questo capo, le nostre proposte sono svariate, siamo soddisfatti da ogni richiesta. E’ un grande piacere pensare che le nostre camicie possano far felici tanti clienti e diventare per molti un oggetto del desiderio. La linea che da sempre evoca le origini della nostra sartoria è la “De Luxe” Il top con 25 passaggi di cucitura a mano, dal taglio della camicia, dalla tela per collo e polsi, alle ribattiture del giro manica lato asole, alle spalline, carré, collo, bacchetta fianchi, bacchette maniche, interno ed esterno collo, sacca per stecchette, orlo punto foulard, fessino (striscia di tessuto che viene applicata cucendola a mano, in fondo alla manica), travette ricamate su fessini, orlo lato bottoni, asole tonde stile giacca ricamate a mano e bottoni attaccati con punto giglio, sono tanti i dettagli che rendono le nostre camicie uniche.

Come cambiano le camicie a seconda dei mercati di riferimento?
Più che dai mercati il cambiamento è determinato dall’evoluzione dei tempi e delle mode. nel periodo di pandemia, per ovvie ragioni abbiamo incrementato la vendita di capi più confortevoli, da quel momento le linee più morbide, hanno preso il sopravvento come i pigiami da passeggio oppure la linea resort, che per noi sono diventati dei protagonisti assoluti nelle nostre collezioni. Le nostre proposte sono multitasking, disegno delle collezioni che possano adattarsi a qualsiasi etnia, fascia di età’ e tendenza, mi piace studiare usi e costumi, viaggiare, indagare e curiosare. In questi giorni stiamo realizzando una capsule collection in collaborazione con un giovane designer cinese, una contaminazione di stile mandarino e tradizione pugliese, queste sono le cose che mi stimolano tanto.

Chi sono i vostri clienti?
I nostri clienti sono grossi imprenditori, petrolieri, nobili, banchieri, politici, gente dello spettacolo, attori e cantanti e tutti gli amanti del ben fatto.

Lei è considerato il camiciaio dei vip, ci vuole dire quali tra questi le ha dato maggior soddisfazione?
Posso dire di avere rapporti professionali molto soddisfacenti, una clientela di altissimo livello che mi offre la possibilità di scambiare idee, opinioni e di imparare tanto da loro, riesco anche ad instaurare rapporti di amicizia con alcuni di loro, avrei tanto da raccontare, ma non mi sembrerebbe delicato raccontarlo adesso.

Si sente più sarto o più stilista?
Forse nessuno dei due, sono un eterno curioso, creativo cronico che ha sempre voglia di osare con lavori fatti con le mani.

Sul tema della sostenibilità nella moda come la pensa?
Se l’attività professionale quotidiana include requisiti etici e culturali acquisiti, in alcuni casi ereditati, non si tradisce mai il pianeta e i metodi di lavorazione che garantiscono una filiera sana e corretta capace di strizzare l’occhiolino alla tanto decantata economia circolare. Le discusse problematiche nella moda in questo senso, sono legate principalmente alle grandi produzioni globali che alimentano le filiere del fast fashion.