Nell’attuale periodo di grande incertezza cresce il valore del welfare aziendale, come strumento di integrazione al reddito e come misura integrativa di carattere sociale. È quanto emerge dall’annuale indagine – basata su un bacino di centinaia di migliaia di utenti e migliaia di imprese – sui comportamenti delle aziende dell’Osservatorio Welfare a cura di Edenred.
Sempre di più le aziende puntano a valorizzare la figura professionale della donna e favorire la conciliazione dei tempi di vita-lavoro offrendo servizi legati al people care, alla genitorialità, al servizio di baby-sitting, di assistenza agli anziani o a familiari non autosufficienti. A ciò si aggiungono i servizi legati all’istruzione e alla salute che testimoniano il forte valore sociale del welfare.
Insomma, sempre più datori di lavoro si rendono conto che la produttività in azienda dipende, anche e soprattutto, da una rete di agevolazioni e fringe benefit a sostegno dei lavoratori e delle loro famiglie.
Vediamo insieme i più apprezzati in ufficio e alcuni numeri e percentuali interessanti, che emergono dagli ultimi report di Edenred sullo stato del welfare aziendale in Italia.
Indice
I benefit aziendali più apprezzati
In linea generale, i fringe benefit possono essere definiti come “compensi in natura” perché non sono erogati sotto forma di denaro come la comune retribuzione, ma attribuiti sotto forma di beni e servizi dal datore di lavoro al personale.
Tra i fringe benefit più diffusi – spiega Edenred – ci sono ad es. i buoni acquisto, i buoni carburante o le auto aziendali, ma anche beni o servizi dedicati espressamente al personale come la concessione di prestiti, le polizze assicurative, gli alloggi per i dipendenti o le cd. stock option. Ma c’è spazio anche per mutuo e canone di locazione.
E, se da un lato il welfare sociale è in grado di sostenere la figura della donna e, più in generale, le famiglie, dall’altro ha un ruolo rilevante anche nella dimensione più ricreativa legata al tempo libero. I giovani sono sempre più attenti alle politiche aziendali smart che propongono, oltre alla retribuzione, anche benefit di vario tipo.
Il welfare – rileva l’Osservatorio – è sempre più uno strumento in grado di attrarre i talenti. Pertanto la prospettiva di un contesto lavorativo fondato sul concetto di benessere è tra i principali fattori di attrazione verso i giovani più specializzati, mentre l’offerta di benefit nella scelta dell’azienda ha peso per la maggioranza dei rispondenti.
Il report Edenred sul 2021
Nel corso degli ultimi anni, le indagini Edenred si sono rivelate assai interessanti, mostrando in modo preciso la crescente popolarità dei benefit aziendali. Già nel 2021 si consolidava la performance dei fringe benefit che – all’epoca – rappresentavano la tasca di spesa più consistente con circa il 34% complessivo dei consumi di welfare, soprattutto in buoni spesa e buoni carburante.
Peraltro era una tendenza di crescita, che si era già mostrata nel 2020 e che atteneva in particolare all’intervento legislativo nei due anni di riferimento che ha raddoppiato – con una misura provvisoria e circoscritta dal punto di vista temporale – i limiti di spesa dei fringe benefit portandoli a 516,46 euro.
Tale misura – si legge nel report annuale 2022 – si è palesata una leva significativa di sostegno al reddito e ai consumi in un contesto di marcata difficoltà economica. E per le fasce più giovani del campione (entro i 39 anni) emergeva in modo chiaro il maggiore interesse di spesa del proprio flexible benefit in beni fringe e servizi.
Le conferme nel report sul 2022
Benefit che, peraltro, come emerge dall’Osservatorio Welfare 2023 di Edenred, sono sempre più desiderati. Si noti che che la spesa in fringe benefit, riferita al 2022, è triplicata rispetto all’anno anteriore, toccando ben il 60% tra chi ha meno di 30 anni. In quest’analisi Edenred ha orientato la sua attenzione su un campione di 4mila aziende clienti e su 670mila dipendenti, e sul campione demoscopico BVA Doxa per la ricerca sul sentiment delle persone che lavorano.
Nell’ultimo triennio la soglia di esenzione dei fringe benefit ha avuto più oscillazioni: con il Decreto Aiuti-bis, entrato in vigore il 10 agosto di due anni fa, la cd. tasca fringe è salita, da 258,23 euro a 600 euro, per poi lievitare ulteriormente a 3000 euro per lo stesso periodo d’imposta, come disposto dal Decreto Legge Aiuti quater – pubblicato in GU il 18 novembre 2022.
Edenred indica altresì che, nel corso del 2023, la soglia esentasse è scesa di nuovo a 258,23 euro, tranne che per i dipendenti con figli a carico, in favore dei quali il Decreto Lavoro ha disposto la proroga, per il 2023, dell’aumento della soglia di esenzione a 3.000 euro.
Tuttavia, la novità più sostanziale attiene, comunque, al 2024. La manovra relativa infatti, ossia la legge n. 213 del 30 dicembre 2023, ha previsto l’innalzamento della soglia esentasse di duemila euro per i lavoratori subordinati con figli a carico, e di mille euro per i dipendenti senza figli. Un vero e proprio volano per i fringe benefit che, già popolari, ricevono ora nuova spinta.
Welfare procapite
Ulteriore conferma sul ruolo del welfare viene dal cosiddetto credito welfare procapite, vale a dire le disponibilità di spesa in welfare da parte dei dipendenti che, nel 2021, è stata uguale a circa 850 euro, ammontare in linea con gli 850 euro del 2020 e gli 860 euro registrati per il 2019.
Per quanto attiene invece agli ultimi dati disponibili nel report Edenred 2023, la disponibilità di spesa welfare media dei dipendenti per l’anno 2022 si attesta su 940 euro, indicando una nuova crescita – pari al 10,6% rispetto ai valori precedenti. Tale aumento, peraltro, si colloca su un livello superiore rispetto all’inflazione media annua del 2022, che è stata individuata dell’8,1% (dati Istat) e ciò è un dato evidentemente molto positivo per lavoratori e famiglie.
Non solo. Il report Edenred più aggiornato mostra un altro dato interessante. Infatti, il consumo di credito welfare è in aumento nell’ultimo triennio – fino al dato del 70% per il 2022. Da notare che le tre maggiori voci di spesa sono costituite da:
- fringe benefit con il 38,6% (che triplica il proprio valore rispetto ai livelli del 2017)
- area ricreativa con il 22,3%
- istruzione con il 17,9%.
Ancora, il report Edenred sottolinea che la spesa in fringe benefit è prevalente nelle fasce di età più giovani. Tra esse raggiunge il 60% tra gli under 30 e cala al 32% tra gli over 60, tra cui invece invece guadagna un certo rilievo la spesa nell’utile previdenza complementare, che servirà ad avere una pensione un po’ più sostanziosa.
I piani di welfare sono determinanti per la soddisfazione dei dipendenti
L’indagine Edenred prosegue inquadrando il sentiment delle persone che esercitano un’attività di lavoro. Si indica infatti che il 76% delle persone occupate in aziende con piani di welfare (scopri le agevolazioni fiscali per la mobilità sostenibile) si ritengono appagate della propria condizione. Calo significativo al 57% tra coloro che lavorano in aziende senza piani di welfare strutturati.
Non solo. Sulla stessa linea di tendenza anche le percentuali che seguono: il 75% del campione analizzato si orienta anzitutto alla scelta di un’offerta di lavoro da parte di un’azienda, dotata di piani di welfare strutturati rispetto ad un’altra che non li dispone. In altre parole, la presenza di un piano di welfare aziendale potrebbe favorire i contatti delle aziende con le migliori risorse sul mercato.
Ma al welfare aziendale viene assegnata una effettiva rilevanza, in quanto mezzo di promozione delle pari opportunità uomo-donna ed anche della crescita demografica. Per il 68% consente la diffusione di una cultura aziendale più favorevole e vicina al tema della parità di genere e – al contempo – è un mezzo di sostegno alla crescita professionale delle dipendenti.
Mentre per il 71% del campione favorisce la natalità, assicurando un maggiore supporto alle donne che scelgono di avere un figlio. E il rilievo di ciò ben si comprende in una fase in cui i cittadini italiani fanno sempre meno figli.
Welfare, ambiente e tecnologia
La più recente indagine di Edenred di cui al Rapporto sullo stato del welfare aziendale 2023 indica una marcata sensibilità anche rispetto alle tematiche della sostenibilità ambientale. In particolare, nelle realtà nelle quali è previsto un piano di welfare, i lavoratori evidenziano un maggior impegno dell’azienda sul piano della riduzione dell’impatto ambientale e dell’estensione di una cultura ‘green’. Infatti è così per il 75% dei dipendenti, percentuale che scende al 47%, per coloro che non hanno un piano welfare.
Dall’indagine Edenred emerge altresì che l’82% dei dipendenti ritiene che la tecnologia renda più facile, veloce e immediato l’accesso ai servizi di welfare. In ciò le differenze percentuali tra i lavoratori subordinati che beneficiano o meno di piani di welfare sono bassissime. Ma non c’è da stupirsi: oggi l’importanza del digitale è percepita a 360°.
Nell’analisi il 38% dei dipendenti ha dichiarato, inoltre, che nell’azienda in cui lavora sono presenti strumenti digitali per l’accesso ai servizi di benefit. La percentuale cresce in modo marcato tra i dipendenti beneficiari di piani di welfare, il 63%, mentre crolla tra coloro che non li hanno, 11%.
Concludendo, la costante crescita e diffusione del welfare aziendale si interseca con i nuovi trend del mondo del lavoro e dell’impresa, come la sempre maggiore importanza della sostenibilità e la conseguente implementazione di piani di welfare che incentivino comportamenti virtuosi dal punto di vista sociale e civile come per esempio nella riduzione dei consumi di carta, delle emissioni di inquinanti e cosi via. Ma si pensi altresì anche al grande tema della mobilità sostenibile (scopri la classifica delle città italiane più virtuose) e al mobility management quale argomento di sviluppo in una prospettiva di welfare aziendale.