Quanto guadagna il Presidente della Repubblica e quanto costa il Quirinale

Qual è lo stipendio del Presidente della Repubblica e quanto può guadagnare al massimo?

Pubblicato: 30 Gennaio 2023 07:00

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Il Presidente della Repubblica è un organo costituzionale eletto dal Parlamento in seduta comune integrato dai delegati delle Regioni: 3 consiglieri per regione, con l’eccezione della Valle d’Aosta, che ne nomina 1 solo, per un totale di 58. Rimane in carica per un periodo di 7 anni.

La Costituzione stabilisce che può essere eletto presidente chiunque, con cittadinanza italiana, abbia compiuto i 50 anni di età e goda dei diritti civili e politici.

Ma qual è lo stipendio del Presidente della Repubblica? Quanto guadagna il capo dello Stato al mese per il suo ruolo “neutro” di garante della Costituzione e dell’unità nazionale? E quanto costa il Quirinale?

Quanto costa il Quirinale

Come riporta Truenumbers, che ne ha analizzato i bilanci, il Quirinale costa ogni anno 224 milioni di euro. Il costo totale delle attività del Quirinale per il 52,3% è composto dalle retribuzioni del personale, 713 persone, in servizio al Colle.

L’insieme degli stipendi del personale in servizio, nel corso del 2021, è stato di 117.165.480 milioni di euro. Una cifra, si legge nel bilancio ufficiale, destinata a calare del 4,69% nel prossimo triennio, per arrivare nel 2023 a quota 111.665.480 milioni di euro.

In base alla ripartizione tra le varie tipologie di rapporto di lavoro, gli stipendi sono cosi divisi:

  • 82,023 milioni di euro per il personale di ruolo;
  • 7,690 milioni per il personale non di ruolo;
  • 9,317 milioni di euro per il personale distaccato;
  • 1,504 euro per i consiglieri e i consulenti della Presidenza della Repubblica.

Qual è lo stipendio del Presidente della Repubblica

Quanto guadagna il Presidente della Repubblica

Rispetto al totale di 224 milioni di euro, lo stipendio del Presidente della Repubblica rappresenta lo 0,11%, ovvero 240mila euro di stipendio annuo lordo. 13 mensilità da 18.400 euro lordi al mese, cui va sottratta l’Irpef. Come fa notare ancora Truenumbers, la più alta carica dello Stato non percepisce però la quattordicesima.

Il suo stipendio rappresenta lo 0,24% del totale degli stipendi dei dipendenti del Quirinale, che ammontano, per il 2021, a circa 118 milioni di euro.

Quanto può guadagnare al massimo il Presidente della Repubblica

Qualcuno starà pensando che, però, oltre alla dotazione economica del Presidente a carico del bilancio dello Stato, ci sono poi altre fonti di reddito come pensioni, vitalizi e stipendi erogati da terze parti. A quanto può arrivare quindi lo stipendio del Capo dello Stato? A sorpresa, sempre e solo a 240mila euro.

La retribuzione complessiva del Presidente della Repubblica non può mai superare questo tetto annuale. E questo proprio per volontà di Sergio Mattarella. Tra i primi atti ufficiali dell’attuale Presidente, infatti, c’è stato proprio il divieto di cumulo tra stipendi, vitalizi e pensioni. Da qui la decisione di Mattarella di rinunciare alla sua pensione di professore universitario.

Non solo: il Presidente della Repubblica, con decreto del 23 febbraio 2015, ha disposto non solo per lui ma nei confronti di tutti i soggetti che svolgono funzioni all’interno della Presidenza della Repubblica il divieto di cumulo delle retribuzioni con i trattamenti pensionistici erogati dalle Pubbliche amministrazioni.

E dunque, nessun dipendente del Quirinale può guadagnare più di 240mila euro: se questo tetto venisse superato, scatterebbe immediatamente la decurtazione dello stipendio.

Quanto ha guadagnato Sergio Mattarella nella sua carriera politica

Concentrandoci sull’attuale Presidente della Repubblica, sappiamo che, prima di diventare Capo dello Stato, Sergio Mattarella è stato per molti anni parlamentare. Mattarella è stato deputato dal 1983 al 2008, prima come esponente della Democrazia Cristiana, di cui è stato anche vicesegretario, e poi del Partito Popolare Italiano, della Margherita e del Partito Democratico.

Ha ricoperto la carica di ministro per i rapporti con il Parlamento per un biennio, dal 1987 al 1989, prima con il governo Goria e poi con quello De Mita, di ministro della Pubblica istruzione nel 1989 e 1990 con il governo Andreotti VI, di vicepresidente del Consiglio dal 1998 al 1999 con il governo D’Alema, con delega ai servizi segreti. È stato anche ministro della Difesa per tre anni, dal 1999 al 2001, con D’Alema e poi con il governo Amato II, e infine di Giudice della Corte Costituzionale, dal 2011 al 2015.

La sua attività politica e giudiziaria gli ha permesso, dal 2008 al 2015, di guadagnare circa 2 milioni 800mila euro. Proprio in virtù del divieto di cumulo delle cariche da lui introdotto, l’incarico di Presidente della Repubblica però – economicamente parlando – lo ha penalizzato, facendo passare il suo reddito di 470mila euro all’anno come giudice costituzionale a 240mila euro come Capo dello Stato.