Al contrario di quanto spesso si pensa il mestiere del notaio non si tramanda ma richiede un determinato percorso. La sua figura equivale a quella di un pubblico ufficiale: lo Stato gli affida il potere di attribuire il valore di prova legale, quindi di pubblica fede, agli atti stipulati. Ne consegue che tutto ciò che viene attestato da un notaio è vero. Il suo esercizio è svolto nella modalità della libera professione, quindi in piena autonomia, tenendo ovviamente conto delle disposizioni della legge, nonché del Codice deontologico. Le competenze e le responsabilità sono molteplici, ma il suo reddito può essere particolarmente elevato: per questo quella del notaio è una delle professioni più ambite. Ma vediamo quanto può arrivare a guadagnare.
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Quanto guadagna un notaio: il reddito medio
Lo stipendio di un notaio è tra i più elevati a livello nazionale, anche se ci sono alcune variabili, come la reputazione dello studio, il numero di clienti, il grado di esperienza e la città in cui viene svolta l’attività. Dal 2012 sono state definitivamente abrogate le tariffe notarili, quindi è possibile decidere la parcella in maniera autonoma.
Stando alle stime, in media uno studio notarile incassa ben 264.880 euro all’anno. Secondo la Cassa del Notariato sono i più giovani a guadagnare meno: sarebbero gran parte dei 703 professionisti che hanno denunciato un reddito inferiore a 35.000 euro nel 2018 e che avrebbero avuto diritto al bonus Covid da 600 euro.
Come diventare notaio
L’iter per diventare notaio è particolarmente impegnativo. Si articola in tre tappe:
- La laurea in giurisprudenza
- La pratica in uno studio notarile per 18 mesi (con la possibilità di anticipare 6 mesi già nell’ultimo anno universitario)
- Il concorso pubblico gestito dal Ministero della Giustizia
Oltre alla laura in giurisprudenza, da conseguire in un ateneo italiano o in alternativa in un’università straniera con titolo equivalente conosciuto, il requisito obbligatorio per poter svolgere la pratica notarile è essere in possesso della cittadinanza italiana o di quella di uno dei Paesi Ue.
La pratica si svolge presso uno studio ed è necessaria l’iscrizione nel registro dei praticanti tenuto dal Consiglio Notarile locale, presso il quale ogni bimestre deve essere presentata la certificazione che ne attesta l’effettivo svolgimento. Per i funzionari dell’ordine giudiziario e per gli avvocati in esercizio da almeno un anno è prevista la pratica abbreviata per un periodo continuativo di 8 mesi. In ogni caso va completata entro 30 mesi dall’iscrizione.
Il concorso, per cui è previsto il limite di età di 50 anni, può essere tentato solo per cinque volte e si svolge annualmente a Roma. Prevede fasi diverse:
- Un esame scritto, composto da tre prove teorico-pratiche, in cui i candidati devono redigere un atto di ultima volontà, cioè un testamento, e due atti tra vivi di diritto civile e commerciale.
- Un esame orale che riguarda le seguenti materie: diritto civile, commerciale e volontaria giurisdizione, disposizioni sull’ordinamento del Notariato e degli archivi notarili, e disposizioni concernenti le imposte indirette.
Ai candidati vincitori il Ministero della Giustizia assegna una sede a seconda della graduatoria raggiunta e presso la quale il notaio è obbligato ad aprire poi il suo ufficio entro 3 mesi per avviare l’attività. Inoltre fornisce il sigillo e lo strumento per apporre la firma digitale. Chi accede alla professione deve prestare giuramento presso il Tribunale delle stessa sede assegnata per poter essere iscritto al ruolo del distretto notarile di appartenenza.
Cosa fa un notaio: le sue funzioni
Nell’esercizio della sua funzione il notaio deve essere per legge indipendente e imparziale: deve quindi tutelare gli interessi di tutti in uguale misura, a prescindere da chi gli abbia conferito l’incarico. Ricordiamo che un atto pubblico fa prova:
- della provenienza del documento dal pubblico ufficiale che lo ha formato
- delle dichiarazioni delle parti in esso riportate
- degli altri fatti che il pubblico ufficiale afferma essere accaduti in sua presenza o anche essere stati da lui compiuti
Come previsto dalla normativa italiana alcuni atti sono obbligatori, tra cui:
- quelli di compravendita immobiliare che si stipulano quando si decide di acquistare una casa
- i mutui e le ipoteche quando si stipula un prestito con una banca
- quelli di diritto societario in caso di costituzione di una nuova azienda
- testamenti, donazioni e successioni
- atti per la costituzione di associazioni e Onlus
In generale, un notaio deve principalmente prevenire contenziosi, garantire trasparenza, indipendenza e imparzialità, eseguire controlli di legalità e antiriciclaggio, evitare furti di identità, verificare la presenza di ipoteche, di pignoramenti e di prelazioni.
Quanti notai ci sono in Italia
Il numero dei notai in Italia è stabilito dal Ministero della Giustizia in base all’esigenza di assicurare il pubblico servizio su tutto il territorio nazionale in stretto collegamento con gli uffici periferici della Pubblica amministrazione.
La sede di esercizio dei notai per ciascun distretto sul territorio viene determinata dal Ministero della Giustizia tenendo conto di una tabella aggiornata solitamente ogni 7 anni ed elaborata sulla base del numero degli abitanti, della quantità e qualità degli affari, dell’estensione e delle caratteristiche del territorio e della mobilità.
Ad oggi i notai in attività nel Paese sono in tutto 5.141: 3.179 uomini e 1.962 donne. Tra questi, 973 hanno fino a 5 anni di esperienza; 901 professionisti lavorano dai 6 ai 10 anni; 1005 hanno uno studio avviato dagli 11 ai 20 anni.
I notai “più anziani” in servizio sono complessivamente 2.262: rappresentano il 44% del totale e lavorano da oltre 20 anni.