Lavoro – Nei prossimi 4 anni a trainare sarà il turismo

L’analisi di Anpal e Unioncamere indica turismo, finanza e consulenza, formazione e cultura come i settori con più offerta di lavoro. Grave la carenza di laureati rispetto alla domanda.

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Redazione

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Commercio e turismo, finanza e consulenza, formazione e cultura: sono questi i settori che segneranno nei prossimi quattro anni la più alta crescita occupazionale in Italia. È quanto emerge dall’ultimo report elaborato da Anpal e Unioncamere sui fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine. Un’analisi che conferma però anche la grave carenza di laureati rispetto alla domanda. Ma quali sono quindi i lavori dove si cercano più persone?

Il mercato del lavoro in Italia

Nonostante la forte inflazione che si sta abbattendo sugli Stati Uniti e su buona parte dei Paesi Europei, il mercato del lavoro in Italia sembra essere stabile. Nello scorso giugno il numero di occupati ha segnato un aumento dello 0,4% per entrambi i sessi e la crescita nel secondo trimestre del 2022 rispetto al primo è stata di oltre 90 mila occupati. Dati positivi, quindi, anche se rimane un forte tema di miss-matching, ossia della mancata rispondenza tra la domanda e l’offerta di lavoro.

Oltre 1.200.000 posti di lavoro nel settore dei servizi

In questo quadro, quali sono allora i settori dove lo stock occupazionale crescerà di più dal 2022 al 2026? Secondo gli scenari indicati dal report di Anpal e Camera di Commercio tra i tre diversi settori che compongono l’economia – agricoltura, industria e servizi – il comparto con la maggiore crescita occupazionale sarà proprio il settore dei servizi. Nei prossimi quattro anni la domanda di occupazione nel settore dei servizi, che comprende il turismo, sarà infatti pari a 1.238.500 unità mentre l’industria si fermerà a 437.500 e l’agricoltura a 43 mila.

Il turismo è il settore con più opportunità di lavoro

Il settore specifico con la crescita maggiore sarà quello del commercio e turismo. Un’ulteriore conferma in questo senso arriva anche dai dati delle prenotazioni alberghiere di queste ultime settimane che mostrano segnali incoraggianti: finalmente la ripresa sembra essere strutturale. Proprio per questo se l’Italia crescerà come previsto nei report, il settore del turismo e commercio in quattro anni potrà crescere di 355.400 occupati.
In seconda posizione tra i macro-settori con più stock occupazionale troviamo invece quello dell finanza e consulenza con una previsione di crescita di 268.600 posizioni, mentre sul gradino più basso del podio si piazza il comparto della formazione e cultura che stacca di poco il settore delle costruzioni e delle infrastrutture. Rispettivamente questi due macro settori prevedono 205.500 posizioni e 204.900 entro il 2026. Tra i macro-settori a chiudere la classifica è invece il comparto del legno e arredo con una previsione di 16.500 posti.

Costruzioni: un settore in crescita

Il settore delle costruzioni, in particolare, sembra proseguire il trend positivo avviato negli ultimi tempi. Se di norma questo settore è uno dei primi a rallentare a seguito delle crisi economiche, in questo caso – grazie anche a norme incentivanti come l’Ecobonus – è invece ripartito velocemente e sta vivendo una nuova fase di crescita. Anche gli investimenti previsti all’interno del PNRR per le infrastrutture e lo sviluppo del tema della sostenibilità contribuiscono a spiegare il perché di questo periodo positivo.

In Italia mancano decine di migliaia di laureati

Un altro aspetto che emerge dai dati di Anpal è che tra il 2022 e il 2026 il fabbisogno di laureati sarà decisamente superiore all’offerta di neo-laureati.
In totale si stima che nei prossimi anni si registrerà una domanda di circa 245.000 laureati mentre il numero di neo-laureati sarà pari a solo 31.200. Le lauree più richieste saranno quelle di carattere “economico-statistico”, “giuridico e politico sociale” e “medico sociale”. La domanda di questi 3 settori sarà pari rispettivamente a 44.500, 42.200, 31.400 laureati. In totale, nei tre settori, mancheranno invece all’appello circa 30 mila laureati.