Le voci di un divorzio tra Italia e Francia per il controllo di STMicroelectronics potrebbero diventare realtà, tanto che la stessa azienda ha annunciato un taglio di 5mila posti di lavoro in tre anni. Tra questi sono già inclusi le 2.800 riduzioni già annunciate all’inizio del 2025, a cui si aggiungono le circa 2mila che lasceranno l’azienda per naturale turnover, portando il numero totale delle uscite, comprese quelle volontarie, a 5mila. Il gruppo impiega 50mila dipendenti in tutto il mondo.
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I problemi di Italia e Francia
I governi italiani e francesi detengono insieme il 27,5% tramite ST holding (quindi una quota del 13,75% a testa), ma i contrasti tra i due paesi potrebbero portare all’addio di uno dei due.
Lo scenario appare di complessa realizzazione, anche se non impossibile, tanto che circolano, in questi giorni, alcune analisi affidate a banche d’affari e studi legali che hanno l’obiettivo, a livello del tutto preliminare, di analizzare potenzialità e rischi di una eventuale scissione della multinazionale dei microchip. Anche di queste possibilità se ne sarebbe parlato ieri al bilaterale Italia-Francia tra la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Presidente francese Emmanuel Macron.
I motivi del divorzio
Lo scorporo partirebbe da un dato di fatto: i siti produttivi in Italia hanno una specializzazione più marcata sull’automotive e in particolare sulle tecnologie e sui prodotti analogici e di potenza, mentre quelli francesi sul digitale.
Inoltre, fra le maggiori società di semiconduttori quotate, Stm è quella valorizzata di meno: nel 2024 ha chiuso l’anno con 13,27 miliardi di dollari di ricavi e una flessione rispetto all’anno precedente del 23%, mentre l’utile netto è diminuito del 63% a 1,56 miliardi di dollari. Inoltre, in un anno il valore delle azioni si è praticamente dimezzato (-46%). Per questo, era partita a febbraio una prima tornata di licenziamenti, che continuerà anche nei prossimi mesi.
Le attese per il 2025
Il Ceo Jean-Marc Chery ha però assicurato che la società raggiungerà almeno il valore intermedio delle sue previsioni sui ricavi per il secondo trimestre del 2025 a 2,71 miliardi di dollari (stima in linea con quella del consenso che si aspetta 3 miliardi nel terzo trimestre e 3,2 miliardi nel quarto).
Anche se i rischi geopolitici, come inclusa la guerra commerciale e i dazi imposti dal presidente statunitense Donald Trump, gettano incertezze sulla parte finale del 2025, ha avvertito il manager, precisando che l’incremento osservato finora non è stato causato da una sovrastima delle scorte da parte dei clienti, in previsione di eventuali nuovi dazi.
Urso: “Notizia priva di fondamento”
“La notizia di uno smembramento è del tutto infondata, io condivido pienamente l’azione del ministro Giorgetti, l’ho detto in ogni occasione in tutte le nostre interlocuzioni per quanto riguarda la governance dell’impresa”. Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso a proposito di StMicroelectronics.
“Nel contempo – spiega – stiamo andando avanti nel piano industriale che l’azienda si è impegnata a presentare sulla base della prima riunione del tavolo che si è svolto alcune settimane fa e poi dell’interlocuzione che io personalmente ho avuto con l’azienda insieme ai sindacati nei due grandi poli produttivi di Catania e poi di Agrigento”.