Gli stipendi della Pubblica amministrazione restano una delle principali voci di spesa dello Stato. Lo conferma l’Osservatorio INPS: gli enti che occupano dipendenti pubblici sono 12.536 nel 2024, in lieve aumento (+0,5%) rispetto all’anno precedente. Per questi, il monte retribuzioni complessivo ha raggiunto i 132,1 miliardi di euro, segnando una crescita del 2,1% su base annua.
Il peso degli enti di diritto pubblico
La stragrande maggioranza degli enti che impiegano lavoratori pubblici è costituita da enti di diritto pubblico: 10.184, pari a oltre l’81% del totale. Ancora più rilevante è il loro peso economico, perché questi enti concentrano il 97,9% del monte retributivo complessivo. Quasi tutta la spesa per stipendi pubblici transita attraverso amministrazioni che svolgono funzioni istituzionali essenziali: ministeri, scuole, forze dell’ordine, sanità, enti territoriali.
Un altro elemento che emerge con chiarezza dall’Osservatorio INPS riguarda la distribuzione per tipologia di ente. Nel quinquennio 2020-2024, Regioni e autonomie locali rappresentano mediamente circa due terzi del totale degli enti che occupano dipendenti pubblici. Tuttavia, il loro peso sul fronte economico è decisamente più contenuto, perché assorbono solo il 12% del totale delle retribuzioni.
Questo apparente paradosso si spiega con la struttura dimensionale degli enti locali. Comuni, unioni di comuni, comunità montane e piccoli enti territoriali sono numerosissimi, ma impiegano spesso un numero limitato di dipendenti, con retribuzioni complessive relativamente basse. Il risultato è un sistema molto frammentato dal punto di vista organizzativo, ma con un impatto finanziario contenuto se confrontato con quello delle grandi amministrazioni centrali.
Le amministrazioni dello Stato: poche, ma decisive
All’estremo opposto si collocano le Amministrazioni dello Stato. Nel quinquennio analizzato, esse rappresentano in media appena lo 0,4% del totale degli enti, ma assorbono oltre la metà del monte retributivo complessivo. È qui che si concentra il cuore della spesa per stipendi pubblici.
Ministeri, comparto scuola, forze armate, forze di polizia e grandi enti statali occupano centinaia di migliaia di lavoratori. Il loro peso economico è inevitabilmente elevato e riflette la centralità delle funzioni svolte. È su questo segmento che si giocano le principali partite contrattuali e dove ogni rinnovo dei contratti collettivi ha un impatto immediato e significativo sui conti pubblici.
La geografia della spesa: Nord, Centro e Sud a confronto
L’Osservatorio INPS offre anche una lettura territoriale particolarmente interessante. Nel 2024 il 57,4% degli enti che occupano dipendenti pubblici si concentra nel Nord, ma questi enti assorbono poco più del 23% delle retribuzioni complessive. Il Centro Italia presenta invece una situazione opposta. Ovvero, solo il 15,3% degli enti, ma ben il 59,7% del totale delle retribuzioni.
Questo squilibrio territoriale è legato soprattutto alla presenza, nel Centro (e in particolare nel Lazio) delle grandi amministrazioni centrali dello Stato. Roma ospita gli uffici centrali di ministeri, agenzie fiscali, enti previdenziali e organismi nazionali che concentrano un numero elevatissimo di dipendenti e, di conseguenza, una quota molto rilevante della spesa per stipendi pubblici. Il Nord, pur avendo una fitta rete di enti locali, è caratterizzato da strutture mediamente più piccole.
Nel 2024, l’81,7% degli enti che impiegano dipendenti pubblici ha meno di 50 dipendenti, ma questa vasta platea assorbe solo il 3,1% del totale delle retribuzioni. Al contrario, gli enti con oltre 250 dipendenti rappresentano appena il 5,1% del totale, ma concentrano il 92,6% del monte retributivo complessivo.