Smart working fino al 2025, Roma spinge sull’acceleratore per ridurre il traffico

Gualtieri, sindacati e imprese firmano un’intesa per potenziare lo smart working fino al 2025, puntando a decongestionare il traffico a Roma

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 16 Ottobre 2024 23:29

Il 16 ottobre 2024, a Roma si è mosso qualcosa di concreto: il sindaco Roberto Gualtieri, la Regione Lazio e un nutrito gruppo di sindacati e rappresentanti delle imprese hanno firmato un accordo che spinge il lavoro da remoto fino all’inizio del 2025. L’obiettivo è dare respiro a una città soffocata dal traffico e migliorare, per una volta, la vita di chi abita nelle zone centrali. Le aziende dovranno fare la loro parte, siglando nuovi patti interni per spingere lo smart working, ma tutto si gioca sulla capacità di rendere davvero vivibile questa trasformazione digitale urbana.

Lo smart working è la medicina per decongestionare il traffico

Smart working esteso vuol dire traffico ridotto: lo avevamo già capito durante la pandemia, ma queste sono le basi dell’accordo siglato oggi. L’obiettivo principale è alleggerire la circolazione nella capitale, con un’attenzione particolare alle zone più congestionate.

Il piano è stato sviluppato in continuità con le discussioni avviate la settimana precedente, dove era emerso il bisogno di diminuire il traffico cittadino fino all’avvio del Giubileo, previsto per il 24 dicembre. In questo periodo, diverse zone di Roma sono interessate da cantieri e manutenzioni delle infrastrutture del trasporto pubblico. Lo smart working viene indicato come una soluzione utile per ridurre gli spostamenti casa-lavoro, diminuendo così l’uso sia dei mezzi pubblici sia dei veicoli privati. Le principali associazioni sindacali e datoriali, come Cgil, Cisl, Uil e Unindustria, hanno aderito all’accordo, promuovendo questa strategia in collaborazione con l’amministrazione comunale.

Questa è certamente una notizia positiva per i lavoratori, ma rimane chiaro che, anche questa volta, l’attenzione si è concentrata più sulla riduzione del traffico cittadino che sul benessere psico-fisico di chi lavora. Ancora una volta, il lavoro da remoto è visto come una soluzione per decongestionare le strade, piuttosto che un’opportunità per migliorare la qualità della vita dei dipendenti, il che pone l’accento su una visione ancora prettamente funzionale delle dinamiche lavorative fortemente aziendaliste.

Promozione di nuovi accordi aziendali fino al gennaio 2025

L’accordo appena siglato tra sindacati e imprese ha un obiettivo preciso: spingere le aziende a mettere in campo nuovi accordi per allargare il lavoro da remoto, dove possibile, fino all’8 gennaio 2025. L’idea è semplice ma d’impatto: alleggerire il caos del traffico, migliorare la mobilità e rendere Roma più respirabile. Le aziende, con piena autonomia, potranno quindi giocarsi la carta dello smart working, tagliando gli spostamenti quotidiani e puntando a un centro cittadino meno congestionato. È una scommessa che, se funzionasse, potrebbe cambiare la quotidianità (in meglio) di molti.

Monitoraggio e verifiche future

Il sindaco Gualtieri, insieme agli organi competenti, monitorerà l’efficacia dell’accordo. Saranno valutati gli impatti delle misure sulla mobilità urbana e, se necessario, potranno essere prese ulteriori decisioni per ottimizzare i risultati. A gennaio si terrà un incontro per fare il punto della situazione e verificare eventuali miglioramenti nella gestione della mobilità cittadina, considerando anche gli eventi programmati in vista dell’Anno Santo.

Giuseppe Biazzo, presidente di Unindustria, ha sottolineato, come riporta il Sole24Ore, il senso di responsabilità delle imprese nel rispondere alla richiesta dell’amministrazione. Ha ribadito che la decisione di potenziare lo smart working sarà valutata in autonomia da ogni azienda, con un occhio di riguardo alla produttività. Biazzo ha infatti dichiarato: “La produttività resta il nostro faro, sia per il settore privato che per la Pubblica amministrazione”. Le imprese potranno così calibrare l’adozione dello smart working in funzione della performance lavorativa, e l’accordo sarà oggetto di revisione a gennaio, in collaborazione con i sindacati. Riguardo alla produttività cui fa riferimento Biazzo, nonostante il vecchio pregiudizio che lavorare da casa significhi fare di meno, numerosi studi hanno dimostrato l’opposto.

L’accordo punta a convincere anche le imprese più restie ad abbracciare lo smart working, sperando che, con il tempo, anche loro si convincano vantaggi di questa misura, sia per la città sia per la produttività.