L’istruzione da sempre è concepita come quell’attività di insegnamento svolta dai professori che, per mestiere, trasmettono conoscenze, competenze, abilità e valori agli studenti. Tuttavia, nei tempi odierni qualcosa potrebbe cambiare per la prepotente ascesa – in innumerevoli campi e settori – dell’intelligenza artificiale e delle sue potenzialità.
I robot e gli strumenti digitali potranno sostituirsi totalmente agli insegnanti in carne e ossa? E soprattutto ciò sarà davvero utile alla didattica e alla formazione degli alunni? Di seguito cercheremo di fare un po’ di chiarezza a riguardo focalizzandoci sul recente caso di una scuola inglese, in cui l’istruzione da settembre si farà esclusivamente con l’IA e poi coglieremo l’occasione per indicare almeno cinque valide ragioni per cui un professore umano – e non digitale – è e resta l’alternativa preferibile per la formazioni dei giovanissimi.
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IA al posto dei prof in carne e ossa, succede in una scuola privata di Londra
Lo ha recentemente spiegato Sky News: fondata nel 1976, la scuola privata della capitale inglese David Game College ha scelto di fare un esperimento che non potrà che alimentare il dibattito sull’opportunità dell’uso dell’IA in molteplici contesti (tra i più recenti esempi quello del licenziamento dei dipendenti di Klarna oppure quello dei rider sanzionati dall’intelligenza artificiale).
A Londra, proprio in questi giorni, inizia le sue attività la prima classe senza prof tradizionali, ossia interamente affidata all’intelligenza artificiale (ma con il supporto di tre assistenti tutor in carne e ossa, per aiutare il gruppo a svolgere efficacemente l’esperienza). Non si tratta in verità di una sorta di fulmine a ciel sereno: in Inghilterra, infatti, da tempo l’IA è utilizzata in numerosi istituti scolastici, ma come mero mezzo di supporto all’insegnamento. In questo caso, invece, si fa un passo ulteriore che implica la sostituzione integrale della tecnologia al professore umano.
A renderlo possibile è una avanzata piattaforma studiata appositamente per l’apprendimento, che adatta e calibra lo studio e la didattica alle esigenze di ciascun studente iscritto.
In particolare, questo corso preparerà i ragazzi a sostenere il Gcse (General Certificate of Secondary Education), una serie di esami che nel Regno Unito si fanno tra i 14 e i 16 anni prima di affrontare l’ultimo biennio delle scuole superiori. Le materie sono variabili, ma alcune come matematica, scienze e inglese sono obbligatorie per tutti gli indirizzi.
L’apprendimento dei venti studenti che da questo mese sperimenteranno l’innovativo meccanismo avverrà grazie all’utilizzo di un visore per la realtà virtuale e all’attivazione del proprio profilo digitale sulla piattaforma scolastica. I costi delle attività formative con uso dell’intelligenza artificiale non saranno però a portata di tutte le tasche: infatti i genitori interessati dovranno sborsare la non modica cifra di 27mila sterline all’anno, vale a dire circa 32mila euro.
5 motivi per cui l’insegnamento dell’uomo supera quello delle macchine
Se – da un lato – c’è chi come il preside della suddetta scuola privata, esalta le potenzialità dell’esperimento affermando che il livello di precisione e accuratezza dell’intelligenza artificiale è molto difficilmente raggiungibile dai classici insegnanti e che l’IA sa valutare e adattarsi in continuazione alle necessità e richieste di ogni alunno, dall’altro non mancano le critiche e le polemiche, come ad es. quelle di chi sul web ha scritto che la soluzione permetterebbe in verità di risparmiare sui costi degli stipendi del personale scolastico o quelle di chi ha sottolineato che la ‘freddezza’ del rapporto uomo-macchina non è un aspetto idoneo a impartire un efficace insegnamento.
Di seguito, proprio a voler sfatare la convinzione di alcuni, secondo cui l’IA sarebbe in grado di sostituire i prof in carne e ossa, ecco 5 ragioni che rivelano come l’insegnamento tradizionale sia in grado di conservare il primato su quello puramente ‘tecnologico’:
- i prof tradizionali, appassionati e determinati a impegnarsi al meglio per la formazione dei loro studenti, offrono empatia, capacità di ascolto, comprensione e connessione emotiva con gli studenti, ossia fattori chiave per creare un positivo ambiente di apprendimento. Da parte sua, invece, l’IA – per quanto avanzata e preparata – non potrà mai replicare la profondità e l’articolazione delle interazioni tra persone, determinanti per una didattica di qualità.
- sopra abbiamo detto che l’IA utilizzata nella scuola privata David Game College avrebbe tutte le carte in regola per garantire un insegnamento personalizzato sul profilo di ogni studente, ma alla tecnologia non potrà che sfuggire un aspetto essenziale nell’interazione con la classe, ossia l’intuizione. I professori, e specialmente quelli più esperti e dotati di intelligenza emotiva, sono capaci di percepire segnali sottili nei comportamenti degli studenti, come disinteresse, stress o confusione. Conseguentemente, essi possono adattare subito il loro approccio per favorire un miglior apprendimento. In altre parole l’intelligenza artificiale può sì dare utili risposte standardizzate fondate sui dati, ma – a differenza degli insegnanti umani – non ha alcuna capacità intuitiva di adattamento istantaneo.
- oltre ad avere le abilità di cogliere le esigenze dello studente, un buon insegnante in carne ed ossa è altresì abile nella gestione della dinamica dell’aula, ad esempio mediando in eventuali conflitti tra compagni di classe oppure variando i metodi di insegnamento, per mantenere alta l’attenzione durante la lezione. In caso di imprevisto, un prof inoltre è in grado di reagire più prontamente rispetto all’IA, perché possiede quell’umana sensibilità che l’IA non può replicare.
- un esperto e talentuoso insegnante porta con sé un bagaglio di principi e valori, che potrà trasferire nelle ore a contatto con gli studenti. C’è una saggezza di fondo in ogni buon insegnante, che va al di là delle capacità delle macchine e che può essere di estremo aiuto nell’adattare l’insegnamento a contesti culturali, sociali ed etici specifici. In una classe mista e multietnica, ad esempio, soltanto prof in carne e ossa avrà quel tatto utile a creare un ambiente davvero coeso e tendente alla comune finalità dell’apprendimento.
- un prof umano potrà sollecitare lo sviluppo delle competenze socio-emotive degli alunni, come ad es. la collaborazione, la comunicazione, l’empatia, la collaborazione e la risoluzione dei problemi. Si tratta peraltro di alcune delle soft skills utili anche per trovare lavoro. Ben difficilmente un’intelligenza artificiale sarà in grado di far sviluppare queste abilità negli alunni, considerato che la tecnologia non ha per definizione alcuna capacità di modellare il comportamento umano.
Senza contare infine che in un paese come l’Italia, se per l’insegnamento si ricorresse all’IA in maniera diffusa, ne farebbero le spese migliaia di coloro che lavorano nel settore scuola, a cominciare dai supplenti che debbono già patire il precariato.