Senza dubbio intraprendere la professione di sindacalista può garantire molte soddisfazioni ai diretti interessati, soprattutto in termini umani. Ma può anche permettere di mettere a frutto le proprie conoscenze legali, previdenziali e fiscali in modo da tutelare i lavoratori. Chi intraprende la professione di sindacalista deve essere in possesso di alcuni requisiti tecnici, ma deve avere anche un forte senso del dovere, oltre che possedere delle innate capacità relazionali e di negoziazione non indifferenti. E deve essere in possesso di una certa fermezza e sicurezza.
Uno dei compiti principali dei sindacalisti è quello di tutelare e difendere gli interessi della categoria senza remore. Ovviamente per intraprendere questa professione non è sufficiente essere in possesso delle necessarie attitudini caratteriali. È necessario essere in possesso delle giuste basi, senza le quali qualsiasi tentativo di mediazione risulterebbe inutile e deleterio.
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Quando guadagna un sindacalista
Svolgono un lavoro come un altro, rappresentano i lavoratori, eppure il loro guadagno sembra essere nettamente superiore rispetto a quello corrisposto a un cittadino medio che svolge un’attività lavorativa “comune”.
Sono loro, i sindacalisti che ancora una volta tornano a far parlare di loro, ma soprattutto dei loro stipendi.
L’occasione è stata fornita da una dichiarazione del nuovo segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, che ospite in diretta della trasmissione Otto e Mezzo nel 2019, ha rivelato ai telespettatori italiani l’arcano, ovvero a quanto ammonta il suo attuale stipendio. “Io dovrei prendere circa 3.700 euro netti al mese, che in quanto segretario generale è il massimo retribuito in Cgil”. Ed è subito polemica, che Landini ha cercato di spegnere sottolineando che la sua è una situazione pensionistica trasparente e facilmente controllabile. Non è tutto: Landini ha voluto precisare che lo stipendio percepito non viene pagato con i soldi pubblici, ma con l’1% versato dagli iscritti del sindacato. Un salario, quello del neo-segretario, che non differisce di molto rispetto a quello di chi lo ha proceduto, ovvero Susanna Camusso. Il suo stipendio, nel 2019, ammontava a circa 4.000 euro netti.
Già nel 2014 era scoppiata una polemica quando, in seguito all’abbandono dell’incarico alcuni mesi prima della scadenza da parte del segretario della CISL Raffaele Bonanni, era emersa la cifra del suo stipendio, ovvero 336.620 euro per l’anno 2011.
Ma il neo-eletto segretario della Cgil non è l’unico della lista a guadagnare una cifra di tutto rispetto. Questa situazione aveva portato già diverso tempo fa, il presidente dell’Inps Boeri, a esprimere il suo netto disaccordo nei confronti del sistema in vigore e che consente ai sindacalisti di portare a casa una pensione del 30% più alta rispetto alla media. Grazie alla legge 564 del 1996, i sindacalisti hanno diritto a una contribuzione aggiuntiva che viene calcolata sull’ultima retribuzione e non sui contributi effettivamente versati.
Dunque a stipendi alti corrisponderebbero pensioni altrettanto importanti. Non se la passano male anche altri sindacalisti, ma l’attenzione ricade indubbiamente sui leader. Per loro lo stipendio è assai più consistente, come nel caso di Carmelo Barbagallo, segretario della Uil e che porta a casa circa 2.800 euro netti al mese o anche di Annamaria Furlan. Per la leader della Cisl, lo stipendio mensile ammonta a 3.964 euro al mese.
A quanto ammontano i guadagni nel 2023
Per avere un’idea di quanto guadagni oggi come oggi un sindacalista, andiamo a vedere i numeri di scoprilavoro.it, il quale ha riportato gli stipendi medi dei sindacalisti nel 2023. ecco un po’ di cifre:
- livello 1: 2.060 euro;
- livello 2: 1.820 euro;
- livello 3: 1.595 euro;
- livello 4: 1.480 euro;
- livello 5: 1.370 euro;
- livello 6: 1.250 euro.