Patente a punti nei cantieri, cosa può fare l’Ispettorato del lavoro e con quanti crediti si parte

Al via la patente a punti nell'edilizia: l'Ispettorato del lavoro effettua controlli a campione sulla validità dei requisiti e nei cantieri. Cosa rischia chi commette un'infrazione

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La patente a punti nell’edilizia prende piede a partire dall’1 ottobre 2024: le imprese che lavorano nei cantieri, temporanei o mobili, sono obbligate ad avere una patente finalizzata a garantire la sicurezza sul lavoro. La normativa prevede un periodo cuscinetto di un mese durante il quale si potrà lavorare con un’autocertificazione. Tale dichiarazione sostitutiva ha efficacia fino al 31 ottobre 2024, dopodiché per operare in un cantiere sarà obbligatorio dimostrare di aver presentato la richiesta di rilascio della patente tramite l’apposito portale dell’Ispettorato del lavoro.

La legge

La patente a punti nei cantieri è stata prevista dal nuovo articolo 27 del Testo Unico della Sicurezza, modificato dall’articolo 29, comma 19 del cosiddetto “Decreto Pnrr 4” (dl 19/2024) e dal decreto attuativo della patente a crediti (dm n. 132/2024). Completa il quadro la circolare esplicativa n. 4 del 23 settembre 2024 dell’Ispettorato nazionale del lavoro.

Con quanti punti si parte

Devono avere la patente a punti le imprese e i lavoratori autonomi che lavorano nei cantieri. Di base si parte con 30 punti, ma l’impresa o il lavoratore possono acquisire nuovi crediti secondo una serie di fattori. Possono essere attribuiti ulteriori punti, fino a 30, per attività specifiche come certificazioni o investimenti sulla formazione e altri 10 crediti possono essere attribuiti per l’applicazione di alti standard nell’impiego della manodopera, nel rispetto della legalità, negli obiettivi di sostenibilità e nella responsabilità sociale.

Il massimo punteggio accumulabile è pari a 100 punti in 40 anni di carriera. Si ottiene inoltre 1 credito ogni 2 anni di attività senza incidenti sul lavoro o contestazioni dell’Ispettorato. È possibile ottenere fino a 10 punti aggiuntivi in base agli anni di iscrizione alla Camera di Commercio. Esiste una tabella che mostra quanti punti extra è possibile accumulare per ogni attività: si va da 1 punto a un massimo di 10.

Il ruolo dell’Ispettorato del lavoro

L’Ispettorato nazionale del lavoro riceve l’autocertificazione delle aziende alla Pec dichiarazionepatente@pec.ispettorato.gov.it valida, come detto, per il periodo cuscinetto dall’1 al 31 ottobre. L’Ispettorato controlla inoltre la validità delle domande e della documentazione caricate sul proprio portale affinché le aziende possano operare a partire dall’1 novembre 2024.

L’Ispettorato, così come gli altri organi di vigilanza, effettua controlli sui requisiti della patente operando a campione, d’ufficio o durante le ispezioni nei cantieri edili. L’assenza di un requisito non fa venire meno la validità della patente, ma fa scattare sanzioni di altro tipo in funzione della gravità dell’omissione, che dovrà comunque essere sanata.

L’Ispettorato del lavoro opera su due fronti: quello della prevenzione (tramite i controlli a campione sulla documentazione e sul luogo di lavoro) e quello successivo alla denuncia dell’evento avverso (ad esempio in seguito a un infortunio).

La sospensione e la revoca della patente a punti

La patente a punti viene sospesa in via cautelare dall’Ispettorato del lavoro competente per territorio se si verificano infortuni da cui deriva la morte del lavoratore per fatti imputabili al datore di lavoro. Lo stesso avviene in caso di infortuni da cui deriva inabilità permanente menomazione irreversibile. La durata massima della sospensione della patente non può essere superiore ai 12 mesi.

Al termine dell’istruttoria la patente a punti viene revocata dalla Direzione interregionale o dalla Direzione centrale di vigilanza e sicurezza del lavoro. Il provvedimento viene sempre preceduto da un confronto con l’impresa o il lavoratore autonomo e dall’analisi della gravità della contestazione. Dopo 12 mesi dalla revoca l’interessato può presentare domanda per ottenere una nuova patente.

In caso di violazioni, le sanzioni amministrative comminate dall’Ispettorato sul lavoro non esimono i responsabili dal giudizio al cospetto della giustizia civile e penale.