Nei periodi di malattia il lavoratore dipendente, oltre che dei diritti intangibili, ha anche dei doveri nei confronti del datore di lavoro. Una condotta contraria alla rapida guarigione, infatti, può anche portare al legittimo licenziamento. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione.
I doveri durante la malattia
Durante il periodo coperto dall’indennità di malattia, il dipendente è chiamato a rispettare determinati doveri. Deve infatti:
- fare comunicazione della malattia al proprio datore di lavoro,
- richiedere il certificato al proprio medico di base,
- rispettare gli orari di reperibilità previsti per le visite fiscali.
Tuttavia è anche chiamato a curarsi e a non svolgere tutte quelle attività che potrebbero peggiorare le proprie condizioni di salute oppure rallentare il percorso di guarigione. Qualora non venissero rispettati anche queste ultime indicazioni, secondo la recente sentenza della Corte di Cassazione numero 6047/2018 il lavoratore in malattia può essere licenziato dal proprio datore di lavoro per giusta causa.
Il caso
Il caso giunto in Cassazione ha interessato un’azienda che aveva disposto un licenziamento per giusta causa di un dipendente in malattia per lombosciatalgia. Dipendente che, durante il periodo di indennità, ha partecipato a un concerto, suonando sul palco con il suo gruppo musicale. L’azienda è venuta a conoscenza dell’accaduto tramite il profilo Facebook del dipendente stesso. La risposta della Corte di Cassazione è stata chiara: l’azienda è legittimata a procedere con il licenziamento per giusta causa qualora il dipendente svolga attività che con molta probabilità prolungano il periodo di malattia. Lo svolgimento dell’attività di rischio, aggiunge la Cassazione, porta a presumere l’inesistenza stessa della malattia, gettando le base per la giustificazione di un licenziamento da parte del datore di lavoro.