L’Agcom ha pubblicato un nuovo codice di condotta per gli influencer, che punta a equipararli alle televisioni per quanto riguarda la pubblicità, la tutela dei minori e il diritto d’autore. I creatori di contenuti saranno considerati soggetti editoriali a tutti gli effetti, con la possibilità di ricevere multe anche molto alte in caso di violazione del codice.
Il nuovo codice non impone però una stretta sull’utilizzo di strumenti per falsificare il numero di visualizzazioni di un post o di iscritti a un profilo. Un’esclusione che ha portato al voto contrario di una delle consigliere di Agcom.
Indice
Il nuovo codice di condotta per gli influencer
Il codice di condotta per gli influencer si applicherà a creatori di contenuti ritenuti “rilevanti”, con più di 500mila iscritti su una singola piattaforma o un milione di visualizzazioni mensili di media.
Le regole che questa categoria dovrà seguire sono:
- l’iscrizione a un apposito registro;
- la tutela dei minori;
- il rispetto delle norme sul diritto d’autore;
- la trasparenza degli annunci pubblicitari;
- l’imparzialità delle informazioni riportate;
- l’attenzione a non diffondere messaggi di odio.
Secondo l’Autorità garante per le comunicazioni, il codice di condotta rappresenta un importante progresso nella regolamentazione del settore del marketing digitale. Di recente, alcune delle problematiche di questo settore sono emerse soprattutto grazie all’attenzione che i media hanno dedicato al caso di Chiara Ferragni.
Le multe agli influencer
Agcom ha stabilito anche le sanzioni che gli influencer rilevanti dovranno pagare in caso di violazione del codice di condotta. Le multe andranno da 250mila euro per le violazioni più comuni, fino a raggiungere i 600mila euro se a non venire rispettate sono le norme sulla tutela dei minori.
Si tratta di cifre molto alte. Un recente rapporto di DeRev ha stimato i guadagni degli influencer in Italia, dividendoli per categorie. La nuova classificazione dell’Agcom include una buona parte di quelli che la ricerca chiama macro influencer, che hanno tra 300mila e 1 milione di iscritti su buona parte delle piattaforme.
I guadagni di un creatore di contenuti di quelle dimensioni variano a seconda della piattaforma:
- Facebook, 350-700 euro a post;
- Instagram, 5.000-7.000 euro a post;
- TikTok, 3.500-5.000 euro a post;
- Youtube, 7.500-13.500 euro a video.
Una violazione normale del codice di condotta potrebbe quindi costare una percentuale significativa del fatturato di un intero anno per un creatore di contenuti in questa fascia. Per fare un paragone, le multe dell’Ue alle multinazionali che violano le norme sulla concorrenza possono arrivare al massimo al 10% del fatturato annuo.
Le critiche al nuovo codice di condotta
La votazione del codice di condotta nel consiglio dell’Agicom non ha avuto un risultato unanime. C’è stato un voto contrario, quello della consigliera Elisa Giomi, che lamenta una lacuna all’interno del nuovo regolamento:
Il Codice fallisce l’obiettivo di colmare il gap tra mondo audiovisivo ed ecosistema digitale in termini di tutela per gli utenti oltre che per il mercato. Gli influencer possano continuare a operare in una sorta di zona franca.
Giomi ha criticato inoltre la mancanza di un regolamento specifico contro l’utilizzo di strumenti per falsificare il numero di visualizzazioni di un post o di iscritti a un profilo.
Anche il Codacons ha criticato il codice, bollando le misure come troppo poco severe e contestando la soglia dei 500mila follower. In una nota, l’associazione dei consumatori ha poi aggiunto:
Le nuove misure disposte dall’Agcom, inoltre, si applicheranno solo a chi opera dall’Italia, come ha precisato nei mesi scorsi l’Autorità rispondendo al quesito posto dal Codacons: questo significa che gli influencer residenti all’estero ma che pubblicano contenuti diretti al pubblico italiano, non saranno assoggettati alle nuove disposizioni.