Incidenti sul lavoro in calo nel 2023, meno morti e infortuni

I numeri del 2023 sono in calo rispetto all'anno precedente, ma il 2024 non è iniziato nel migliore dei modi col primo semestre che ha registrato molti decessi

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Pubblicato: 24 Ottobre 2024 15:59

I numeri degli incidenti sul lavoro nel 2023 sono in calo rispetto al passato. Nella fotografia scattata dall’Inail, con la Relazione annuale relativa all’anno appena trascorso, i dati sembrano sorridere, ma si tratta comunque di statistiche che di anno in anno si aggiornano fornendo uno scenario che sempre più fa risuonare l’allarme sulla sicurezza sul lavoro. E all’indomani del drammatico incidente alla Toyota Material Handling di Bargellino, a Bologna, il tema è ancor più caldo.

In calo gli incidenti sul lavoro

I dati del 2023 forniscono al momento un’immagine diversa rispetto a quanto vissuto nelle ultime ore in Italia. Mentre c’è chi piange due nuove vittime sul luogo di lavoro, i numeri sugli incidenti in orario lavorativo forniscono un’altra fotografia. Il 2023, infatti, è stato un anno positivo, perché gli infortuni mortali e quelli gravi sono diminuiti.

Nella Relazione annuale dell’Inail, infatti, emerge che i dati sulle denunce di infortunio nel 2023 hanno registrato, rispetto al 2022, una diminuzione sia dei casi in complesso, sia degli infortuni mortali. Le denunce rilevate sono state oltre 590 mila (-16,1% rispetto alle circa 704 mila del 2022) di cui 1.147 con esito mortale (-9,5% rispetto alle 1.268 del 2022).

Nello specifico nel 2023 gli infortuni riconosciuti sul lavoro sono stati 375.578 (il 64% delle denunce), di cui il 18,1% fuori dall’azienda cioè “in occasione di lavoro con mezzo di trasporto” o in itinere. Gli infortuni mortali accertati sul lavoro sono stati 550 (il 48% delle denunce), di cui il 52,2% fuori dall’azienda. Le denunce di malattie professionali nel 2023 sono state oltre 72 mila (+19,8% rispetto al 2022). Un aumento comunque atteso dopo la forte flessione che, a causa della pandemia da Covid-19, ha caratterizzato il 2020 (circa 45 mila le denunce pervenute) e in minor misura il 2021 (con poco più di 55 mila casi).ù

Un 2024 che peggiora

Ma il 2024, rispetto al 2023, è già in crescita. Nei primi sei mesi dell’anno, infatti, la denunce di infortunio sul lavoro presentate sono state 299.303, parliamo dello 0,9% in più rispetto al giugno 2023.

E i morti sul lavoro, purtroppo, sono stati 469, un aumento del 4,2% rispetto allo stesso periodo nel 2023. A contribuire a questo incremento sono stati soprattutto gli incidenti plurimi.

L’incidente a Bologna

Un dato che è però destinato a cresce e che nella prossima Relazione dell’Inail troverà numeri peggiori. L’ultimo aggiornamento, infatti, arriverà contando anche le due vittime di Bargellino, a Bologna, nell’incidente verificatosi mercoledì 23 novembre alla Toyota Material Handling.

Lorenzo Cubello, di 37 anni, e Fabio Tosi, di 34 anni, sono infatti le ultime vittime sul lavoro in ordine cronologico. Si tratta di due operai deceduti mentre si trovano al lavoro nel Bolognese, con una violenta esplosione che non gli ha lasciato scampo. I due, infatti, sono rimasti intrappolati nel capannone in cui stavano lavorando, crollato dalla deflagrazione causata, probabilmente da un compressore esploso in un impianto di climatizzazione.

Le indagini dovranno chiarire le cause e se i due siano morti a causa dell’esplosione o del crollo del capannone. Quel che è certo è che i sindacati vogliono più sicurezza e tutela per i lavoratori. Maurizio Landini, segretario della Cgil, a margine della Biennale dell’Economia di Legacoop parlando dell’incidente ha sottolineato: “Se pensiamo che questo è avvenuto in un’azienda che si chiama Toyota vorrei ricordare che 20-30-40 anni fa il metodo Toyota nel mondo era stato considerato uno dei metodi centrali perché era una delle imprese all’avanguardia e c’erano zero infortuni, zero morti. Vuol dire che si è affermato in questi anni un modo di fare impresa che continua a essere un costo, non un vincolo”.

“In un Paese come il nostro in cui ci sono tre morti al giorno si continua ad avere un aumento di infortuni e malattie professionali senza precedenti e continua ad avere provvedimenti burocratici che non servono ad affrontare il tema- ha spiegato-. Occorre un nuovo modello di fare impresa. Mettere al centro il lavoro e la persona vuole dire cambiare modo di fare impresa”.