Inail non spende 3 miliardi all’anno ma mancano i fondi per la sicurezza sul lavoro

La Corte dei Conti bacchetta Inail per l'eccessivo avanzo: 3 miliardi di fondi non ancora spesi, mentre scarseggiano gli investimenti necessari

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

I conti dell’Inail sono in positivo e di molto. Secondo la Corte dei Conti, nell’ultimo anno l’ente che si occupa della prevenzione e delle conseguenze degli infortuni sul lavoro ha accumulato 3,1 miliardi di euro, che sono finiti nelle casse dello Stato, a ridurre il debito pubblico e la necessità di prestiti.

Ma la stessa Corte dei Conti ha sottolineato come questo disavanzo annuale sia del tutto improprio. L’ente è sotto organico, ha difficoltà a reperire circa 110 ispettori e sta affrontando, come sottolineato dai dati della stessa Inail, un periodo difficile di aumenti degli infortuni e delle morti sul lavoro in molti settori dell’economia del nostro Paese.

Il disavanzo da 3 miliardi l’anno di Inail

Il quotidiano la Repubblica ha sottolineato una situazione particolare che riguarda l’Inail, l’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, che si occupa di prevenire gli incidenti e le morti bianche, oltre che di pagare i giorni di malattia ai dipendenti di tutta Italia. A differenza di altri enti statali, Inail produce ogni anno un disavanzo da almeno un miliardo di euro.

Lo scorso anno questi fondi avrebbero, secondo la Corte dei Conti, superato i 3 miliardi di euro. Questi soldi finiscono per lo più nelle casse dello stato attraverso il ministero che si occupa di Inail, quello dell’economia. Una buona notizia in teoria, perché permette al governo di ricavare fondi significativi per la riduzione del debito pubblico.

La ragione per cui Inail accumula questi disavanzi però rende meno positiva la loro esistenza. Le aziende versano ogni anno una parte delle proprie tasse proprio a questo ente e, con la crescita dei fatturati, del Pil e dell’occupazione avvenuta negli ultimi anni, gli introiti sono aumentati. A fronte di questo aumento delle entrate però, Inail non ha speso abbastanza per risolvere i propri problemi.

Fondi inutilizzati durante l’emergenza

Nonostante abbia un disavanzo di 3 miliardi di euro, secondo la Repubblica Inail sarebbe sotto organico di circa 1.900 dipendenti. Di questi, 110 sono ispettori del lavoro, figure importanti più volte evocate negli ultimi giorni dalla politica come soluzione alle situazioni di irregolarità sistematica di alcuni settori dell’economia del nostro Paese. Ruoli in cui è difficile attrarre personale qualificato proprio per i bassi stipendi, un problema che potrebbe essere risolto investendo parte del disavanzo accumulato.

Non manca però soltanto il personale. Inail non restituisce adeguatamente le tasse che riceve alle aziende che le pagano. Gli incentivi a fondo perduto per le imprese che vogliono migliorare la sicurezza sul lavoro valgono 500 milioni l’anno, ma sono di difficile assegnazione. Lo sconto in tariffa per le imprese virtuose ha accumulato 200 milioni di euro in fondi, coinvolgendo 30mila imprese su due milioni attive nel Paese.

Altri esempi della bassa spesa di Inail sono i fondi di formazione del personale, passati da 10 a 50 milioni di euro. Cifre che rimangono una frazione minima dei 3 miliardi accumulati dall’Istituto nel 2023. Allo stesso modo, sempre secondo quanto riportato da la Repubblica, ci sarebbero oltre 5 miliardi di investimenti in sanità fermi nelle casse dell’Inail per mancanza di progetti da finanziare e di una cabina di regia con le Regioni che li coordini.