Si avvicina alla sua attuazione concreta quel meccanismo di rateizzazione dei debiti contributivi, che ha trovato spazio nel Collegato lavoro dello scorso anno. Ci riferiamo, in particolare, all’art. 23 legge 203/2024, che ha modificato il Dl 338/1989 in tema di riscossione dei crediti contributivi, rateazione dei pagamenti e regole in materia contributiva per gli enti gestori di forme di previdenza e assistenza obbligatorie.
Adottato in applicazione della legge e recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto interministeriale del 24 ottobre rappresenta il tassello chiave per il funzionamento della dilazione in oggetto. Il testo normativo, infatti, autorizza ufficialmente il prolungamento della durata della rateazione fino a 60 mesi.
Inps e Inail potranno così consentire un lungo pagamento rateale dei debiti per contributi, premi e accessori di legge, da parte di imprenditori e professionisti. Vediamo insieme i punti chiave di questa specifica agevolazione.
Indice
Meccanismo di rateizzazione e presupposti d’accesso
L’art. 23 comma primo del Collegato lavoro introduce per Inps e Inail una disposizione speciale, rispetto alla disciplina di cui all’art. 2 del citato decreto del 1989.
Dal primo gennaio prossimo, questa disciplina prevede la possibilità, per i due istituti, di consentire il pagamento rateale dei debiti per contributi, premi e accessori di legge, non ancora affidati per il recupero di Agenzia delle Entrate – Riscossione. La dilazione è ammessa, come già detto, fino al numero massimo di 60 rate mensili.
Il decreto interministeriale dello scorso ottobre risponde all’esigenza di semplificazione del procedimento, attribuendo esclusivamente agli enti gestori di forme di previdenza obbligatoria, la competenza ai fini della concessione della dilazione in oggetto.
Gli effetti positivi del meccanismo ricadranno sia sul richiedente, che versa in una crisi momentanea di liquidità, sia sugli stessi istituti.
Questi ultimi, infatti, potranno beneficiare di una riduzione dei costi amministrativi di gestione e, al contempo, velocizzare il recupero dei crediti contributivi.
Gli imprenditori contribuenti, invece che rischiare il fallimento della propria azienda, potranno contare su un piano di rientro più lungo, ma sostenibile.
In concreto, il pagamento rateizzato o dilazionato dei debiti per contributi, premi e accessori di legge sarà attuabile nei casi di dichiarata, dimostrabile e temporanea situazione di difficoltà economico-finanziaria al pagamento, di importi:
- fino a 500.000 euro per un massimo di 36 rate mensili;
- da 500.001 euro per un massimo di 60 rate mensili.
Inoltre, pur in presenza di un piano di dilazione in corso, gli enti saranno autorizzati a concedere una seconda dilazione al contribuente.
Regole attuative e tecniche, il ruolo di Inps e Inail
Entro la fine del prossimo gennaio, le regole applicative di questa nuova agevolazione contributiva, incluse quelle relative alla seconda rateizzazione, saranno fissate dal consiglio di amministrazione dell’ente previdenziale e dal consiglio di amministrazione di Inail.
Come rimarcato dal decreto interministeriale dello scorso 24 ottobre, le norme di dettaglio favoriranno il buon esito dei processi di regolarizzazione, garantendo la contestualità della riscossione delle relative somme.
Gli atti adottati da ciascuno degli istituti dovranno individuare i requisiti per la concessione e il permanere della modalità del pagamento dilazionato dei debiti per contributi, premi e accessori di legge.
Questi requisiti saranno mirati ad accertare l’effettiva situazione di difficoltà economico-finanziaria e dovranno garantire la riscossione delle rate concesse. Fermo restando il regolare versamento alle scadenze di legge degli adempimenti mensili e periodici.
In particolare, punto chiave di tutto il meccanismo di agevolazione contributiva, sarà il chiarimento di che cosa si intende per difficoltà economico-finanziaria e, in particolare, quali documenti serviranno per provarla.
Inoltre, gli enti gestori di forme di previdenza obbligatoria dovranno dettagliare:
- le modalità di presentazione della domanda, che sarà esclusivamente in via telematica;
- i criteri in base ai quali definire il numero di rate concedibili al contribuente;
- la modalità con cui il pagamento delle rate concesse dovrà essere compiuto, per comprovare la solvibilità del debitore;
- i casi di revoca o decadenza del provvedimento di concessione della dilazione.
Ricapitolando, per tutte le regole specifiche sarà necessario attendere le apposite delibere dei consigli di amministrazione Inps e Inail. Gli atti saranno adottati entro 60 giorni dalla data di pubblicazione del citato decreto.
Decorrenza e rideterminazione del numero di rate
Dal prossimo anno, l’agevolazione contributiva in oggetto sarà un “salvagente” per quegli imprenditori che non navigano in buone acque.
La rateizzazione, in qualche modo, controbilancia la novità per cui, da inizio 2026, le imprese dovranno fare i conti con la riduzione dell’aliquota di sconto su premi e contributi, dovuti all’istituto per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro.
Al contempo, la dilazione viene incontro al lavoratore al pari della ricongiunzione tra Gestione separate e casse o del taglio contributi nel settore edile.
Inoltre, nel decreto interministeriale del 24 ottobre, le istituzioni precisano che requisiti, criteri e modalità di pagamento — indicate negli atti regolamentari deliberati dal consiglio di amministrazione di Inps e Inail — troveranno applicazione alle domande di rateazione presentate dal 30esimo giorno successivo all’adozione dei rispettivi atti.
Infine, le richieste di dilazione già presentate a partire dal 12 gennaio scorso (data di entrata in vigore del Collegato lavoro) potranno essere oggetto, a domanda del contribuente debitore, di rideterminazione del numero delle rate accordate. In ogni caso, per la modifica l’interessato dovrà usare gli appositi servizi online di Inps e Inail.