Qual è il mese migliore per cambiare lavoro?

La scelta di concludere l'attuale esperienza di lavoro è sempre delicata e per questo è opportuno chiedersi se c'è un mese più adatto

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Claudio Garau

Editor esperto in materie giuridiche

Laureato in Giurisprudenza, con esperienza legale, ora redattore web per giornali online. Ha una passione per la scrittura e la tecnologia, con un focus particolare sull'informazione giuridica.

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Con l’arrivo dell’estate e delle meritate vacanze, c’è chi in ferie viene assalito da un dubbio quasi amletico: quando lasciare il lavoro attuale e cercare un’occupazione migliore e più compatibile con le proprie aspirazioni? Qual è il mese migliore per cambiare lavoro e per avere più chance di fare il grande salto? Sono domande che, in realtà, non fanno capolino nella mente soltanto sotto l’ombrellone o durante una rilassante escursione in montagna, ma questioni che in ogni momento dell’anno possono occupare i pensieri.

Una promozione mancata, un clima tossico in ufficio, un capo dal pessimo carattere, una retribuzione non ritenuta all’altezza della propria preparazione o delle responsabilità assunte: i motivi per cambiare lavoro sono tantissimi. Proviamo insieme a capire se c’è un mese che, più di altri, si presta a una piccola grande rivoluzione esistenziale.

I due mesi d’oro del cambiamento

Veniamo subito alla risposta. Non esiste un solo mese perfetto per cambiare lavoro, ma due. Potenzialmente, infatti, possono riservare maggiori probabilità o possibilità di cambiare in meglio:

  • gennaio;
  • settembre.

Insomma, se è vero che ci sono più fattori da considerare (umore e impegni personali, durata del contratto, aspettative economiche per il futuro ecc.), è altrettanto vero che alcuni periodi dell’anno sono statisticamente e praticamente più favorevoli di altri.

Basta d’altronde dare un’occhiata al numero di offerte pubblicate dalle maggiori agenzie per il lavoro, per rendersene conto. Sul web il mese che apre l’anno e quello che segue il periodo delle vacanze estive per antonomasia, spiccano per quantità di offerte lavorative di tutti i tipi.

Perché gennaio e settembre sono i mesi migliori

Chi lavora nelle risorse umane lo sa bene: gennaio e settembre sono i mesi d’oro del cambiamento e in cui i datori di lavoro sono solitamente a caccia di nuovi innesti a cui far firmare un contratto di lavoro. Infatti, dopo la chiusura dei bilanci (a dicembre) o dopo le ferie d’agosto, molte imprese riorganizzano team e budget, aprendo nuove posizioni. È il momento in cui i reparti HR cercano figure fresche e motivate.

Nuovi piani di assunzione e budget a gennaio

Se un lavoratore vuole cambiare occupazione e vuole farlo subito, non c’è un mese specifico da attendere. Ma se si è disposti ad aspettare un po’ di tempo per buttarsi nelle migliori finestre dell’anno, gennaio si rivela un’ottima opzione per cercare nuovo lavoro, perché in questo mese dell’anno si azzerano molti contatori aziendali (come ferie e permessi non goduti), perciò è più semplice pianificare l’ingresso in una nuova realtà che, magari, ha appena disposto un nuovo piano assunzioni.

In termini pratici, la fine dell’anno solare rappresenta è per le aziende un ciclo chiuso di gestione del personale e, a gennaio, le aziende rinnovano budget e piani di assunzione. Quindi, è più semplice per un nuovo lavoratore inserirsi in un contesto riorganizzato e con obiettivi freschi.

Nuovo ciclo produttivo a settembre

Ma, come accennato sopra, anche il mese di settembre è una validissima opzione. Anzi, chi cambia spesso riesce ad agganciarsi all’inizio del nuovo ciclo di lavoro (scolastico, produttivo o commerciale) post stagione estiva.

I casi pratici sono svariati. Si pensi ad esempio all’educatore o insegnante precario che può iniziare un nuovo incarico proprio a settembre, quando ricomincia l’anno scolastico. Al contempo, le scuole private o i centri doposcuola riaprono e assumono nuovo personale.

Anche il classico impiegato marketing potrebbe cambiare lavoro a fine agosto e iniziare a settembre in una nuova azienda che sta lanciando campagne per l’autunno. In questo periodo, infatti, molte imprese rinnovano i team per affrontare il trimestre finale dell’anno.

Attenzione alle regole sulle dimissioni

Se stai pensando di dimetterti, ricorda però che devi rispettare i termini di preavviso previsti dal tuo contratto. Se li salti, potresti dover risarcire il datore. Infatti, le dimissioni senza preavviso possono portare a trattenute sull’ultima busta paga, pari all’indennità di mancato preavviso. La somma è stabilita in base alla retribuzione giornaliera, comprendendo i ratei di tredicesima e altre voci continuative del salario.

Tuttavia, l’azienda potrebbe talvolta accettare le dimissioni immediate senza alcuna trattenuta, specialmente se non c’è necessità di tempo per riorganizzare il lavoro. In ogni caso, è raccomandabile leggere con attenzione i termini del proprio contratto per evitare sorprese proprio alla fine del rapporto.

A dicembre, l’attenzione delle aziende è concentrata sulla chiusura dell’anno, sui budget, sul calcolo dei premi, ma se è forte il desiderio di dimettersi e cambiare a inizio anno, dare il preavviso in questo mese è la mossa giusta. Allo stesso modo, se vuoi partire con un nuovo lavoro a settembre, giugno è perfetto per iniziare inviare il tuo curriculum e fare colloqui.

Cambio lavoro e ferie maturate

Occhio alle ferie maturate: per legge, il lavoratore ha diritto ad almeno 4 settimane di ferie all’anno, di cui due devono essere fruite obbligatoriamente entro l’anno.

Tuttavia, in caso di dimissioni, le ferie non godute andranno monetizzate e pagate. E attenzione anche al tipo di contratto in essere, perché se hai un contratto a tempo determinato, il margine di manovra è più limitato e sarà possibile dare le dimissioni solo a specifiche condizioni (per giusta causa), altrimenti il rischio potrebbe essere quello di risarcire il datore per il recesso anticipato non giustificato.

Concludendo, non esiste un mese perfetto per tutti, ma gennaio e settembre sono, per molti, i più favorevoli per cambiare lavoro.

A ogni modo, quello che conta davvero è prepararsi, conoscere i propri diritti, leggere bene il contratto e pianificare ogni passo con consapevolezza. Cambiare lavoro non è solo un atto di coraggio, ma anche una mossa che, se fatta con intelligenza, può portarti esattamente dove vuoi andare.