L’annuncio in merito al grande investitore giunto a Roma, da parte del ministro del Made in Italy, Adolfo Urso, aveva generato non poche indiscrezioni. Oggi è stato svelato l’arcato: Amazon. L’Italia si lega in maniera sempre più stretta ai grandi miliardari che operano oltreoceano, da Elon Musk a Jeff Bezos.
L’Italia conferma dunque il proprio ruolo di hub cardine in Europa per il celebre e-commerce. Accordo raggiunto con Amazon Web Services, per la precisione, per ben 1,2 miliardi di euro. Una somma investita al fine di portare realizzare differenti obiettivi: nuova infrastruttura ed espansione della stessa per servizi cloud nel Paese.
Amazon investe in Italia
Si respira un generale entusiasmo da parte del governo di Giorgia Meloni per l’accordo stipulato con Amazon. Del resto è comprensibile, tenendo conto della portata della cifra e dei posti di lavoro garantiti.
Oggi, 29 novembre, è stata approvata la delibera che ha dichiarato “l’interesse strategico nazionale del programma di investimento iniziale da 1,2 miliardi di euro, presentato da Amazon Web Services (AWS), per stabilire ed espandere l’infrastruttura e i servizi cloud in Italia”.
Sul fronte pratico, il ministero di Adolfo Urso evidenzia come ci sarà spazio per la costruzione di nuove infrastrutture cloud nell’Area Metropolitana di Milano. Si darà dunque seguito a quanto già avvenuto in Lombardia ad aprile 2020.
Posti di lavoro e criticità
La presenza di Amazon sempre più radicata sul territorio italiano è innegabile. In questa fase l’e-commerce sta facendo registrati i soliti numeri da capogiro grazie al Black Friday ma, in generale, si parla della creatura di Bezos soprattutto in campo lavorativo.
Ciò avviene nel bene e nel male, considerando le critiche piovute sul colosso. Si pensi ad esempio all’addio repentino alla possibilità di lavorare da remoto. Un’azienda tanto all’avanguardia rinuncia allo smart working, perché? Salvo le previste eccezioni, dal 2025 tutti in presenza. Un discorso che per molti non quadra e che sta generando malcontento tra i dipendenti (in ambito uffici, ovviamente). C’è chi sospetta si tratti di una manovra per riuscire a sfoltire il personale attraverso ampie dimissioni (in luogo di dispendiosi eventuali licenziamenti).
Dubbi a parte, quanti posti di lavoro si prevedono grazie a questo maxi investimento? Ci rifacciamo alle parole del ministro Urso: “Un impatto significativo sulla creazione di posti di lavoro e sullo sviluppo economico del territorio, con una stima di circa 1.100 nuovi posti di lavoro nei prossimi 5 anni”.
Da Elon Musk alla Cina
Come detto, però, sempre più stretti anche i rapporti con Elon Musk, restando in tema di miliardari e investimenti sul territorio. Nel corso dei prossimi anni l’influenza del fondatore di Tesla sarà nettamente superiore allo stato attuale (di certo non scarna al momento). L’Italia non vuole presentarsi a quel tavolo in ritardo, pare ovvio.
Il nostro Paese mira a indirizzare poco più di 7 miliardi entro il 2026 nel settore spaziale. È stata inoltre approvata la legge quadro sullo Spazio e la Space Economy (prima volta nel nostro Paese). Negli ultimi mesi era stata paventata inoltre una collaborazione sul fronte delle connessioni internet, con il nostro tricolore pronto ad avvolgere il logo di Starlink.
Tutto è in essere, dunque, e il governo Meloni lavora su più fronti per assicurarsi investitori di gran rilievo. Tra i tanti al vaglio, troviamo in vetta la Cina. Strategica la visita della premier, che ha lavorato a un piano triennale per lo sviluppo di relazioni politiche ed economiche.
Priorità a sei settori, dal commercio e investimenti alla finanza, dal green all’ambito medico, dall’innovazione scientifica e tecnologica ai rapporti culturali. Chi sa cosa riserverà il futuro ma, allo stato attuale, le ipotesi più concrete riguardano il settore dell’auto. L’occhio in tal senso è stato strizzato in direzione del colosso Dongfeng Motor Group. Il partner di Stellantis potrebbe creare uno stabilimento, pronto a divenire un hub europeo cruciale.