L’Italia non ha un rapporto eccellente con la connessione a internet. Siamo nel 2024 e il Paese non vanta ancora una stabilità di rete adeguata in tutte le sue Regioni. Basti pensare a quanto rilevanza hanno i dati sulla banda larga in quei piccoli Comuni che mirano a ripopolarsi anche grazie alla pubblicità garantita dai nomadi digitali.
In Italia una connessione stabile e veloce non è la norma, anche in certe aree delle nostre grandi città. Mentre il governo strizza l’occhio a Elon Musk e al suo Starlink, però, l’Ue muove passi in direzione parallela con Iris2. Ecco cos’è questa nuova “costellazione”.
Cos’è Iris2
Risale al 31 ottobre scorso la notizia dell’assegnazione da parte della Commissione europea di un contratto di concessione per lo sviluppo di un nuovo sistema satellitare. L’accordo è stato stipulato con il consorzio SpaceRise, che dovrà ovviamente occuparsi anche della gestione di questa rete, in grado di assicurare una connettività sicura ai vari Paesi membri.
Sui documenti è riportato il nome per intero, ovvero infrastructure for resilience interconnectivity and security by satellite, ma per tutti sarà Iris2. Siamo in direzione d’arrivo per quanto riguarda l’appalto e la firma non dovrebbe tardare. È attesa per la fine del 2024.
Al progetto prendono parte tre operatori satellitari europei, ovvero Ses Sa, Eutelsat Sa e Hispasat Sa. Il consorzio però si poggia interamente su un gruppo di subappaltatori europei. Parliamo di:
- Thales Alenia Space;
- Ohb;
- Airbus Defence and Space;
- Telespazio;
- Deutsche Telekom;
- Orange,
- Hisdesat;
- Thales Six.
Quando arriverà Iris2
Se Starlink è già attivo e presente in tutt’Italia, con costi non contenuti per il momento ma ottima affidabilità, quanto toccherà attendere per la concorrenza? Di fatto si prevede la fornitura di servizi entro il 2030.
Ecco il vero ostacolo, dal momento che fino ad allora l’Italia, e non solo, potrebbero aver già stipulato accordi duraturi con Musk. Quest’ultimo, stando alle indiscrezioni del caso, ipotizzava anche un abbassamento netto dei costi, a fronte di un accordo politico e commerciale con il governo amico di Giorgia Meloni.
L’Ue prevede intanto un contratto di concessione di 12 anni, in un partenariato pubblico e privato. Ciò al fine di procedere all’acquisto di un complesso sistema da più di 290 satelliti su differenti orbite (con relativo segmento terrestre).
Sappiamo quale sarà la componente privata, ma quella pubblica? Nello specifico saranno Unione europea e Agenzia spaziale europea. Allo stato attuale il progetto dovrebbe aver raggiunto una forma ufficiale. Ciò dopo un recente cambiamento. Era stata infatti valutata precedentemente una proposta di un altro consorzio, composto da Airbus e Thales Alenia Space. A fronte di una richiesta di 6 miliardi di euro, che avrebbe potuto raggiungere però quota 10 miliardi, stando a diverse fonti, l’Ue ha deciso di fare un passo indietro. Ad oggi, però, l’offerta di SpaceRise, approvata, non è stata ancora resa pubblica. Ciò che sappiamo è che in precedenza il completamento del programma era previsto per il 2030. Con questo cambiamento di rotta, invece, abbiamo di fatto perso tre anni.